Altri sei mesi di aiuti. E’ questa la richiesta che la Grecia invierà oggi in una lettera al presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Ad annunciarlo è stato Gabriel Sakellaridis, portavoce del governo Tsipras: “Oggi il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, invierà la richiesta per l’estensione del programma di prestiti”.
“Le deliberazioni – ha spiegato il portavoce – puntano a trovare un terreno comune, penso che siamo a buon punto. Veniamo al tavolo per trovare una soluzione”, ma ci sono delle “linee rosse” non negoziabili, sulle quali, avverte Sakellaridis, Atene non intende trattare. Secondo le ricostruzioni, la lettera di Varoufakis ricalcherà grosso modo il cosiddetto “documento Moscovici”, nei suoi tratti fondamentali.
Lo schema Moscovici, per la verità, non era semestrale: prevedeva di concedere alla Grecia un rinvio di quattro mesi sul debito, in cambio dell’impegno a mantenere un surplus di bilancio e a cancellare alcune riforme previste dal programma di Syriza.
Intanto, il premier greco Alexis Tsipras annuncia: “Siamo a un punto cruciale con questi negoziati, abbiamo inviato delle proposte e ci auguriamo di superare l’ostacolo”. In Europa, ha proseguito Tsipras, “ci sono state proteste per appoggiare le mosse della Grecia e per la prima volta abbiamo contattato leader europei per creare un clima positivo alle nostre richieste”.
Non si è fatta attendere la risposta del ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble: l’estensione del programma di aiuti alla Grecia “non è accettabile – ha detto – e non sarà accettato senza l’impegno della Grecia a realizzare le riforme concordate”.
La data di oggi, inoltre, sarà decisiva per Atene anche perché la Bce deciderà se confermare, negare o estendere l’Ela, il programma di supporto alle banche del Paese, senza il quale gli istituti ellenici rischierebbero di trovarsi, a breve, privi di liquidità. Anche in questo caso le pressioni maggiori per la non estensione del programma vengono dalla Germania.