Non è un bel momento per il cancelliere cancelliere Olaf Scholz. Il suo tentativo di far quadrare i conti del bilancio statale, utilizzando anche modi non del tutto lineari, non gli è riuscito e ora La Germania deve correre ai ripari sul Bilancio 2023, mentre la sua coalizione sta ribollendo, in giorni cruciali per la definizione della manovra: improvvisamente a Berlino è scattata l’emergenza conti pubblici.
Si stanno cercando in fretta e furia tutte le strade possibili, cercando di non far cadere il governo. Da una parte si sta parlando di allentare le regole di bilancio super rigide che la Germania si è imposta. Dall’altra si sta pensando al congelamento immediato delle spese statali.
Germania Bilancio 2023: la Corte Costituzionale interviene
Il bubbone è scoppiato con la pronuncia della Corte costituzionale federale (Bverfg) della scorsa settimana che bollato come incostituzionale la decisione del governo di rigirare 60 miliardi di euro di debito dal Fondo per la pandemia al Fondo per il clima e la trasformazione (Ktf).
La Corte ha affermato che la portata del fondo, che ad agosto è stata incrementata a 212 miliardi di euro per il periodo 2024-2027, deve ora essere ridotta di 60 miliardi di euro. “Ciò significa che il legislatore deve compensare in qualche altro modo”, ha sottolineato Doris Koenig, la presidente del secondo senato della Corte, leggendo la sentenza. “I fondi raccolti devono essere spesi nell’anno in cui sono stati autorizzati e il Governo non può eludere queste regole spostandoli in un fondo fuori bilancio”, aveva precisato.
Le ripercussioni sulla crescita del Paese non sono da poco. Una fonte del ministero dell’Economia, il Verde Robert Habek, ha detto a Reuters che secondo le prime stime la perdita dei fondi destinati agli investimenti potrebbe ridurre la crescita di circa mezzo punto percentuale nel 2024
Germania Bilancio 2023: le proposte di Scholz e i no dei partiti della Große Koalition
Ora Schulz, il ministro dell’Economia Robert Habeck e il titolare delle Finanze, il falco Christian Lindner si trovano a dover rispondere al litigioso governo rosso-verde-giallo di quei 60 miliardi, che secondo alcune stime possono arrivare fin oltre 100 miliardi. Il manuale della gestione dei conti pubblici è di poco aiuto per risolvere il problema: aumentare le tasse? Per i liberali è fuori discussione. Tagliare la spesa pubblica? Impensabile per socialdemocratici e verdi.
Germania Bilancio 2023: il congelamento delle spese statali
Per mettere un argine in fretta e furia, il governo tedesco sta anche valutando il congelamento di “quasi l’intero bilancio” del 2023. Lo ha riferito oggi l’emittente televisiva “Zdf”, sulla base di un documento redatto dal sottosegretario alle Finanze Werner Gatzer.
Nel testo, l’esponente del Partito socialdemocratico tedesco (Spd) afferma: “Al fine di evitare ulteriori oneri pregressi per i futuri esercizi finanziari, intendo bloccare con effetto immediato tutte le autorizzazioni d’impegno previste nei piani individuali da 4 a 17 e da 23 a 60 del bilancio federale 2023 ancora disponibili”. Gatzer fa riferimento all’articolo 41 dell’ordinanza sul bilancio, che regola il congelamento della spesa pubblica. I piani citati riguardano “tutti i ministeri”, con il numero 60 dedicato sia al fondo per il clima e la trasformazione (Ktf) sia a quello per la risposta alla crisi dell’energia, che ha una dotazione di 200 miliardi di euro.
Allargargare i cordoni della spesa pubblica? Un sassolino scomodo al tavolo Ue
Altre strade sono viste al momento ancora più impervie. Si potrebbe creare un nuovo maxi-fondo fuori-bilancio in Costituzione, come quello da 100 miliardi per la Difesa ma servirebbe il voto in Parlamento di Cdu-Csu, all’opposizione, che però non vuole cooperare.
L’ultima spiaggia potrebbe essere l’allargamanto degli strettissimi cordoni della spesa pubblica che la stessa Germania si è imposta: la sospensione del freno sul debito dichiarando lo stato d’emergenza per l’anno che sta per chiudersi. La Germania aveva sospeso la norma costituzionale del freno sul debito (che tollera uno sforamento pressoché nullo pari a un deficit dello 0,35% del Pil) nel 2020 e nel 2021, appunto, per l’emergenza pandemica e poi ancora nel 2022 per la crisi energetica.
Ma questa scappatoia potrebbe poi avere ripercussioni politiche al tavolo europeo della riforma del Patto di stabilità e crescita, quello su cui la Germania aveva fatto sentire i suoi poderosi no.
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Altri settori in bilico tra costituzionalità e incostituzionalità
La pronuncia della Corte costituisce però un precedente in tema di misure di bilancio e altri settori potrebbero essere interessati. In bilico tra costituzionalità e incostituzionalità rischiano di finire anche i 200 miliardi del Fondo di stabilizzazione economica (WSF) nato nel 2022 (anno di sospensione del freno sul debito per l’emergenza della crisi energetica innescata dall’invasione della Russia in Ucraina) ma poi utilizzato finora nel 2023 per oltre 30 miliardi (un’annata normale per il ritorno del freno sul debito) e utilizzabile anche nel bilancio 2024. La questione è importante anche in vista della campagna per le prossime elezioni previste per l’autunno del 2025.