Recentemente, in Germania, le SS sono tornate al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e della politica, a causa di due episodi molto diversi ma entrambi legati al loro ricordo.
Le SS (Schutzstaffel) erano una potente e famigerata organizzazione paramilitare del Partito Nazionalsocialista fondata da Adolf Hitler nel 1925 come servizio di sicurezza.
Sotto la guida di Heinrich Himmler, le SS perpetrarono atrocità così indicibili da essere considerate una delle organizzazioni più criminali ed efferate della storia umana.
Lo stato di organizzazione criminale fu sanzionato durante i processi per i crimini di guerra di Norimberga del 1945-1946.
Nella finzione televisiva de “L’uomo nell’alto castello” (disponibile su Prime Video), Himmler è rappresentato come la figura apicale del trionfante Grande Reich, l’uomo più potente e il probabile successore di Hitler, anche se quest’ultimo non compare mai fisicamente.
In queste settimane le SS sono uscite dalla fiction e anche dai sepolcri della storia per infestare il discorso pubblico tedesco, un Paese che ancora fatica a fare i conti con i demoni del nazismo.
Partiamo dal primo episodio che riguarda Maximilian Krah, il capolista dell’AfD (partito di estrema destra tedesco) alle elezioni europee.
Herr Krah
Krah, in questi giorni, ha dovuto interrompere la sua campagna elettorale e rassegnare le dimissioni dal consiglio direttivo del partito a seguito di un’intervista al “Financial Times”.
Durante questa intervista, ha sostenuto, tra le altre cose, che non tutti i 900.000 individui che hanno servito nelle SS dovrebbero essere considerati criminali.
Ha detto che molti membri delle SS erano “semplici contadini senza alternative”. Ha inoltre evidenziato che persino Günter Grass, il famoso scrittore tedesco premio Nobel 1999, era stato membro delle Waffen-SS.
Successivamente, di fronte allo stupore per queste affermazioni, ha precisato: “Ciò non significa che non ci fosse una percentuale significativa di criminali in queste unità e che complessivamente le SS commettessero crimini – questo è assolutamente vero. Tuttavia, non posso affermare che [qualcuno] sia automaticamente un criminale solo perché indossava l’uniforme sbagliata”.
Le sue dichiarazioni sulle SS hanno spinto l’alleato francese dell’AfD, il Rassemblement National, a rompere l’alleanza con i populisti tedeschi. I due partiti, infatti, siedono nello stesso gruppo parlamentare dell’UE, Identità e Democrazia. “Adesso basta: l’AfD sta passando da una provocazione all’altra”, ha detto la leader del RN, Marine Le Pen.
A metà maggio, Björn Höcke, il leader dell’AfD nello stato orientale della Turingia, era stato giudicato colpevole e multato di 13.000 euro dal tribunale di Halle per aver utilizzato, durante una manifestazione nel 2021, uno slogan nazista vietato.
I giudici del tribunale di Halle hanno punito Höcke per avere usato l’espressione “Alles für Deutschland (Tutto per la Germania!)”, sapendo che questa era il motto delle SA (Sturmabteilung), organizzazione paramilitare del partito nazionalsocialista eliminata da Hitler nel 1935 e sostituita dalle SS. Himmler iniziò la sua carriera proprio nelle SA.
Veniamo al secondo episodio.
La disattenzione di ADIDAS
Un mese e mezzo prima della decisione del tribunale di Halle, ADIDAS ha sospeso la vendita delle maglie della nazionale tedesca di calcio appositamente ridisegnate per il campionato europeo che si sta per svolgere in Germania.
La nazionale di calcio tedesca è una delle principali ambasciatrici della Germania moderna e anche una delle squadre più ammirate e titolate nel panorama calcistico globale. Ha partecipato a otto finali del campionato mondiale, conquistando quattro titoli (1954, 1974, 1990, 2014). Ha disputato sei finali del campionato europeo, vincendone tre (1972, 2004, 2016). Ha vinto un oro olimpico (1964), tre argenti e tre bronzi.
Per capire cosa rappresenti la Nazionale nell’immaginario tedesco basta vedere il film del 2003 “Il miracolo di Berna”, diretto da Sönke Wortmann. Il film mette in risalto il clima di speranza e riscatto che circondava la nazionale tedesca, vincitrice – seppur sfavorita – del titolo nel 1954, e il suo ruolo di simbolo di unione nazionale dopo le sconfitte e le sofferenze della Seconda guerra mondiale.
Una disattenzione nel design della nuova maglia della Nazionale, ha costretta ADIDAS a riprogettare completamente l’attuale forma dei numeri. Se il nr. 4 viene affiancato da un’altra cifra 4 per formare il nr. 44, dà luogo a una figura imbarazzante.
L’imbarazzante 44/SS
Il carattere utilizzato da ADIDAS per i numeri sulle maglie rendeva il “44” simile all’emblema delle SS. L’emblema delle SS, che assomiglia a due fulmini, insieme a molta iconografia coeva, è vietato in Germania. La Repubblica federale bandisce anche simboli suscettibili di essere confusi con quelli nazisti per la loro somiglianza. L’esibizione pubblica dell’emblema delle SS (che include anche un teschio e ossa incrociate) è punibile persino con la prigione.
Il numero 88, che è un codice utilizzato dai neonazisti per indicare il saluto “Heil Hitler” — H è l’ottava lettera dell’alfabeto — non può essere utilizzato come numero di maglia nelle partite ufficiali di calcio in Germania.
Nell’esaminare e approvare il nuovo design delle divise, la Federcalcio tedesca (DFB) non ha preso in considerazione i numeri delle maglie superiori al 23, obbligatori per i principali tornei, e pertanto non si sarebbe accorta della combinazione problematica con il numero 44.
ADIDAS, però, aveva dato la possibilità di personalizzare le maglie acquistate sul proprio e-commerce, offrendo così l’opportunità di crearne una con il numero 44 (cioè, SS) da abbinare, per esempio, al nome di Hitler o Himmler.
L’azienda pertanto ha sospeso la personalizzazione delle maglie con qualsiasi numero fino a quando il problema con il numero 4 non sarà risolto. “Come azienda ci opponiamo attivamente alla xenofobia, all’antisemitismo, alla violenza e all’odio in qualsiasi forma,” ha dichiarato ADIDAS in un comunicato.
Altre polemiche patriottiche
La discussione sulla stilizzazione dei numeri non è stata l’unica controversia riguardante la divisa della Nazionale. Alcuni tifosi, politicamente conservatori, hanno criticato aspramente il colore rosa della maglia scelto da Adidas per le partite in trasferta.
Ancora più rumore ha fatto l’annuncio di un accordo tra la Federcalcio tedesca e Nike che vedrà la compagnia americana, a partire dal 2027, sostituire Adidas come sponsor della Nazionale. Sarà la prima volta nella storia della Germania postbellica che Adidas, un’azienda tedesca, non realizzerà le divise della squadra nazionale.
Riferendosi alla possibile scomparsa del logo di Adidas dalle maglie, Robert Habeck, vice cancelliere e ministro dell’economia tedesco, ha dichiarato all’agenzia di stampa DPA: “Non riesco quasi a immaginare la maglia della Germania senza le tre strisce [del logo Adidas]”.
Tornando alla polemica scatenata dal numero 44, con tutta la stampa tedesca che se ne è occupata, viene veramente da chiedersi se ci sia ancora qualcuno che desideri personalizzare una maglietta con un simbolo che richiama l’emblema delle SS e la scritta “Hitler” o “Führer”.
Sembra inverosimile che qualcuno possa ancora indossare una maglietta simile. Eppure, mi dicono che chi commercia in cimeli nazifascisti viaggi in Porsche Carrera.
Fonti:
Guy Chazan, Germany’s far right in turmoil after its top candidate defends SS, “The Financial Times”, 22 maggio 2024
Guy Chazan, AfD lead candidate in EU election attacks western ‘paranoia’ on China, “The Financial Times”, 19 maggio 2024
Sam Jones, AfD leader in Thuringia convicted of deliberately using Nazi slogan, “The Financial Times”, 14 maggio 2024
Christopher F. Schuetze, Adidas Stops Customization of Germany Jersey for Fear of Nazi Symbolism, “The New York Times”, 2 aprile 2024