Svolta storica a Berlino. La Germania fa il primo passo per mettersi alle spalle decenni di rigore fiscale e allentare le regole costituzionali sul freno al debito allo scopo di permettere allo Stato di aumentare le spese per la difesa al 3% e finanziare un maxi piano di investimenti che punta a creare un fondo da 500 miliardi di euro per le infrastrutture.
Dopo l’accordo raggiunto nei giorni scorsi, ha tenuto in Parlamento l’alleanza tra Cdu, Spd e Verdi, grazie alla quale al Bundestag si è raggiunta la maggioranza dei due terzi necessaria per far passare la riforma. Numeri che sarebbero stati irraggiungibili dopo l’insediamento del nuovo Parlamento dove l’estrema destra dell’Afd, strenuamente contraria all’allentamento, avrà molti più deputati. E invece la rivoluzione, per lo meno la prima parte della rivoluzione, è arrivata: con 513 voti a favore, 207 contrari e nessuna astensione, il Bundestag ha votato a favore della proposta di legge che ora passerà ora al Bundesrat, che rappresenta i governi dei 16 lander, dove servirà nuovamente la maggioranza dei due terzi. Il voto è previsto per venerdì 21 marzo.
Merz al Bundestag: “Nuova era per la sicurezza europea”
Il previsto aumento dei prestiti della Germania per finanziare la spesa per la difesa e rilanciare la crescita preannuncia una nuova era per la sicurezza europea, ha dichiarato il leader della Cdu e prossimo cancelliere tedesco Friedrich Merz nel suo intervento al Bundestag prima del voto. “Per almeno un decennio abbiamo percepito un falso senso di sicurezza”, ha continuato, aggiungendo che il dividendo della pace del dopoguerra era stato esaurito da tempo e che era necessaria una ricostruzione totale delle capacità di difesa della Germania.
Le circostanze che rendono necessario il “cambiamento importante” sul debito pubblico in Germania “sono determinate dalla guerra di aggressione di Putin contro l’Europa. È una guerra contro l’Europa e non solo contro l’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha detto Merz.
Il piano di un massiccio aumento delle spese militari rappresenta “il primo passo verso una nuova comunità europea della difesa“, ha continuato Merz, che dovrà includere non solo i Paesi Ue ma anche il Regno Unito e la Norvegia.
Per Merz quella russa è anche “una guerra contro il nostro Paese“, ha affermato ancora il cancelliere in pectore e “si svolge ogni giorno”: con “attacchi alle nostre reti di dati”, “con campagne di disinformazione” è il “tentativo di dividere ed emarginare l’Unione europea“. Contro questi attacchi “alla nostra liberta’”, ha proseguito, “ci difenderemo con tutto ciò che abbiamo a disposizione per i prossimi anni e i prossimi decenni”.
Cosa cambia dopo l’ok del Bundestag
Quella sul freno al debito è da anni considerata una delle norme auree della Germania. La legge costituzionale è stata approvata nel 2009 e impone al Paese di mantenere il pareggio di bilancio, con un limite di disavanzo primario quasi nullo: lo 0,35% del Pil.
Dopo l’ok del Bundestag all’allentamento, la legge dovrà ora passare al Bundesrat. In caso di via libera definitivo, il freno al debito non sarà applicato alle spese militari che superano l’1% del Pil, ma anche ai 500 miliardi promessi per le infrastrutture. In cifre, se l’1% del Pil è pari a 45 miliardi l’anno, solo per il riarmo si parla di circa 90 miliardi di euro in più che verrebbero liberati ogni anno, cui si sommano 50 miliardi annui per le infrastrutture. .
Borsa: Francoforte corre, titoli tedeschi ai massimi storici
Per tutta la seduta l’attesa per il voto tedesco ha sostenuto le Borse europee che però nel primo pomeriggio riducono leggermente i guadagni, zavorrate da Wall Street. A pochi minuti dal voto Francoforte sale dello 0,73%, con molti dei titoli tedesche che nel corso della giornata hanno sfiorato il loro massimo storico. A spiccare sono soprattutto i titoli della difesa: Rheinmetall, l’incontrastato numero uno del comparto, segna un rialzo del 3,6% a 1.423 euro. Ha toccato il nuovo massimo storico di 81,5 euro Hensoldt, per poi ridurre il guadagno al 6,5% a 79,20 euro nel pomeriggio. Tra le società dell’indice Sdax, Renk brilla con un rialzo dell’5,47% a 47,54 euro, dopo essere salita al nuovo record a 48,90 euro. In forte rialzo per la terza seduta consecutiva Sfc Energy (+7,5% a 25,80 euro), che è rientrata più di recente nei favori del mercato quale potenziale beneficiaria dell’aumento del budget della Difesa tedesca.