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La Francia e i mercati, i consigli di Alessandro Fugnoli: prudenza nell’immediato, ma pronti a sfruttare le occasioni. Ecco quali

Imagoeconomica

La Francia è sotto i riflettori internazionali. Il caos politico innescato dalle elezioni europee e dalla decisione del presidente Emmanuel Macron di convocare elezioni anticipate per fine mese sta avendo ripercussioni su tutto il resto d’Europa sia sotto il profilo politico che sotto quello economico-finanziario. Ed è proprio questo l’argomento al centro della nuova puntata del podcast “Al 4° piano” con Alessandro Fugnoli.

Lo strategist di Kairos Partners Sgr spiega agli ascoltatori quali sono i timori degli elettori, ma si concentra anche sulle preoccupazioni dei mercati e su ciò che potrebbe accadere dopo il voto del 30 giugno.

Francia: i timori degli elettori e la perdita del potere d’acquisto 

Cosa preoccupa gli elettori francesi che a fine mese saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento?  “In testa a tutto c’è la perdita di potere d’acquisto di questi ultimi anni”, spiega Fugnoli, secondo cui “è evidente l’analogia con quello che sta succedendo in America, dove gli elettori mettono al primo posto delle loro preoccupazioni l’economia e, in particolare, l’inflazione”.

Negli ultimi anni, i governi uscenti hanno cercato recuperare consenso creando crescita e occupazione con spesa pubblica finanziata dalle banche centrali. Questo, in Europa come in America, ha creato un’inflazione che ha già eroso, dall’inizio del decennio, poco meno del 30 per cento del potere d’acquisto che gli aumenti retributivi sono riusciti solo in parte a compensare.

“Da due anni le famiglie sentono ripetere che l’inflazione sta scendendo e si è ormai quasi azzerata, ma vedono che il livello dei prezzi non torna al livello di partenza e capiscono che la perdita di potere d’acquisto, se non sarà rapidamente compensata in qualche modo, diventerà definitiva”, sottolinea lo strategist.

Francia: cosa preoccupa i mercati?

Sullo sfondo ci sono i mercati. Dall’inizio dell’anno la borsa americana sale del 15%, mentre quella francese è a zero e nella settimana successiva alle elezioni europee ha perso l’8% del suo valore. 

A preoccupare i mercati, secondo Fugnoli, non è tanto l’inflazione quanto la “propensione a spendere dei governi se questa supera un certo livello. Il problema è che la lotta politica e la ricerca del consenso portano tutti i partiti, tanto ortodossi quanto eterodossi, a spendere il più possibile”, spiega, evidenziado che “lo stesso Macron, che sette anni fa si presentò come un campione del rigore fiscale, si appresta a consegnare al prossimo governo un disavanzo pubblico salito al 5.5 per cento”.

Macron ha preso anche decisioni impopolari come l’innalzamento dell’età della pensione da 60 a 64 anni, ma ha speso molto su altri fronti, incluso l’aumento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. 

Francia: cosa accadrà dopo le elezioni anticipate?

La previsione dello strategist di Kairos è chiara: “”Dopo il voto, il governo che verrà, di destra o di sinistra, tenterà di aumentare di un paio di punti il disavanzo”. 

Tutto dipenderà però dal risultato elettorale: se nessuno riuscirà a conquistare la maggioranza assoluta, la Francia andrà incontro a un governo di coalizione o a un governo tecnico,che si occuperà solo di ordinaria amministrazione e difficilmente varerà nuovi rilevanti programmi di spesa. “Tra 12 mesi, in questo caso, Macron avrà la facoltà di sciogliere di nuovo il parlamento e tornare al voto”, prevede Fugnoli. 

Se invece la maggioranza assoluta ci sarà, Macron e la Corte costituzionale avranno la facoltà di non firmare nuove leggi o di cancellare leggi già approvate. Alla fine, sarà difficile che il disavanzo francese possa davvero crescere molto.

“Insomma, o dalle urne uscirà un governo forte che cercherà di legittimarsi come un governo che spende, ma senza esagerare, oppure prevarranno soluzioni deboli che non avranno la possibilità di ricorrere massicciamente alla spesa”, conclude Fugnoli.

Borsa e mercati: cosa fare con la Francia?

“Verrà dunque un momento in cui la Francia, in particolare la sua borsa, potrà tornare interessante e coinvolgere nel recupero gli altri mercati europei”, anticipa Fugnoli che però consiglia di aspettare: “Prima del voto, tuttavia, sarà prudente acquistare su debolezza solo le altre borse europee”. E dopo? “Se non ci saranno complicazioni, si potranno considerare acquisti diretti sulla Francia, tenendo per ultime le banche francesi. Queste, infatti, saranno costrette ad acquistare i titoli del debito pubblico se gli stranieri, fino a ieri grandi compratori di OAT, decideranno di stare alla larga”, prevede.

In sintesi, “le vicende francesi hanno bruscamente interrotto il processo di diversificazione dall’America all’Europa che stava prendendo forma. A livello strutturale, tuttavia, l’economia americana, nei prossimi mesi, rallenterà dolcemente, mentre quella europea continuerà ad accelerare. Ecco perché il divario che si è formato tra la borsa americana e le borse europee tornerà almeno in parte a chiudersi in tempi ragionevoli”, conclude Fugnoli.

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