Il Manifesto per le relazioni economiche europee organizzate da Confrontations Europe, Bertelsmann Stiftung e la Fondazione Astrid di Giuliano Amato e Franco Bassanini: per un’eurozona integrata e solidale
Un manifesto che invita i cittadini di tutte le nazionalità dell’Europa a impegnarsi a partecipare in ogni modo agli sforzi per salvaguardare l’unione monetaria e rilanciare il processo di integrazione europea.
È quello confezionato e presentato a Parigi in occasione degli Entretiens Economiques Européens (Rapporti economici europei) da Confrontations Europe, Bertelsmann Stiftung e la Fondazione Astrid di Giuliano Amato e Franco Bassanini.
Il manifesto, sottoscrivibile da tutti anche sul sito di Astrid, ammonisce sull’urgenza di riformare l’architettura stessa dell’eurozona per dotarla di una base solida di solidarietà e di capacità di governare. Solo così si potranno calmierare i mercati e risanare i conti pubblici, ristabilendo la competitività e uno sviluppo durevole.
Ma come riunire tutte queste forze economiche e civiche e portare a compimento l’iniziativa? Secondo il manifesto, è una battaglia di tutti, non solo dei politici più accorti, ma di ogni singolo cittadino.
Innanzitutto, rinegoziando i Trattati europei. Il prossimo 9 dicembre si terrà un summit comunitario in cui verrà presentata la proposta franco-tedesca di riforma del Trattato nella direzione di un’Unione fiscale. Questo è uno degli imperativi del Manifesto sottoscritto dalla Fondazione di Giuliano Amato e Franco Bassanini.
Ma non solo. Sul tavolo c’è anche la questione degli eurobond, che finora ha diviso ancora di più di quella riguardante la revisione dei Trattati Ue. Il manifesto è favorevole, nella prospettiva della già richiamata solidarietà.
Il Consiglio europeo del mese di dicembre lavorerà soprattutto al consolidamento dell’eurozona, che secondo le idee del Manifesto deve poggiare su tre pilastri. Il primo, vista l’esplosione delle crisi dei debiti sovrani, consiste nello stabilire una politica budgetaria comune. Da Maastricht in poi, infatti, l’Unione è stata soprattutto bancaria: moneta unica, ma budget frammentati. L’emissione dei eurobond servirà anche a sopperire a questo.
Il secondo pilastro prevede di ristabilire la competitività e il potenziale di crescita di tutti i Paesi membri. Ovvero, una vera integrazione, visto che le divergenze di competitività sono la causa principale di dis-integrazione. Ma per arrivare a ciò, il manifesto auspica una forte cooperazione tra gli Stati. Il Patto EuroPlus di marzo 2011 non è più sufficiente.
Il terzo e ultimo pilastro è un investimento sociale importante e solidale. Nel rinnovo degli accordi non devono mancare i riferimenti alle economie sociali di mercato, per arrivare a un nuovo modello di social welfare: rinnovare la formazione e l’impiego, sfruttare le risorse umane, inserire i giovani sul mercato del lavoro accompagnandoli nelle loro transizioni professionali.
E per mettere in atto tutto questo? Il Manifesto suggerisce l’istituzione di un Ministero europeo dell’Economie e delle Finanze. Sarebbe un ottimo punto di partenza, oltre a tutti gli interventi necessari d’urgenza di cui si parla in queste settimane.
Leggi il testo integrale sul sito di Astrid
Firmato a Parigi il 24 novembre 2011,
per Confrontations Europe, da Claude Fischer e Philippe Herzog
per la Fondazione Astrid, da Giuliano Amato e Franco Bassanini
per Bertelsmann Stiftung, da Joachim Fritz-Vannahme et Isabell Hoffmann