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La Fiorentina batte l’Inter 2-1 e torna terza, il Milan si fa sotto

Campionato sempre più scintillante – Dietro la sfida scudetto tra Juve e Napoli, diventa terza la Fiorentina che batte in piena zona Cesarini l’Inter per 2-1 e scatena l’ira di Mancini per il disastroso arbitraggio di Mazzoleni – Oltre alla Roma, rigenerata da Spalletti con 4 vittorie consecutive, si fa sotto anche il Milan di Mihajlovic che ieri ha superato il Genoa per 2-1 a San Siro e ritrovato fiducia

La Fiorentina batte l’Inter 2-1 e torna terza, il Milan si fa sotto

Una Milano a due facce. Sorridente quella rossonera, rinfrancata dalla vittoria sul Genoa che vale 3 punti molto pesanti, viola di rabbia (è proprio il caso di dirlo!) quella nerazzurra, abbattuta dalla sconfitta di Firenze che certifica uno stato di crisi ormai innegabile. Il terzo posto torna così alla Fiorentina, che occupa l’ultimo gradino del podio con 2 punti di vantaggio sulla Roma, 4 sull’Inter e 6 sul Milan: le posizioni sono le stesse della scorsa settimana, i distacchi decisamente no.

A perdere terreno sono solo gli uomini di Mancini, ormai tutt’altro che certi di raggiungere la Champions e anzi a portata di quelli di Mihajlovic: uno scenario impensabile appena un mese fa ma il calcio, si sa, è tutto fuorché una scienza esatta. E così l’Inter, in testa al campionato fino al giro di boa, si trova ora al quinto posto e con prospettive molto più nere che azzurre.

Il 2-1 del Franchi, per quanto rocambolesco, fotografa ciò che si è visto sul campo: la Fiorentina ha fatto la partita e meritato di vincere, anche se i 3 punti sono arrivati solo al fotofinish. Nel primo tempo infatti, nonostante una supremazia viola, erano stati i nerazzurri a portarsi in vantaggio con Brozovic, bravo a sfruttare l’assist di Palacio e a battere Tatarusanu con un destro ravvicinato (26’).

L’1-0 sembrava poter cambiare gli equilibri della sfida ma al 60’ ecco il pareggio della Fiorentina: cross di Ilicic, palla sporcata da Murillo direttamente sulla testa di Borja Valero per una rete facile facile. A quel punto saliva in cattedra l’arbitro Mazzoleni che, suo malgrado, combinava disastri a destra e a manca. Prima negava un netto rigore ai viola per un tocco di mano di Telles (62’), poi espelleva lo stesso brasiliano per un fallo su Bernardeschi totalmente inventato (82’).

In tutto ciò la squadra di Paulo Sousa tentava il tutto per tutto e veniva premiata in pieno recupero: tiro di Zarate, respinta di Handanovic e tap-in vincente di Babacar, entrato poco prima al posto di Ilicic (91’). Il finale si trasformava in una vera e propria corrida e Mazzoleni espelleva anche Zarate (mani al collo di Murillo) e Kondogbia (proteste) scatenando così l’ira di Mancini: il tecnico decideva di non presentarsi in sala stampa.

L’avesse fatto avrebbe dovuto parlare dell’arbitro (in settimana i tecnici hanno deciso di non farlo più per tutta la stagione), ma anche del ruolino terribile della sua Inter, scesa dal primo al quinto posto nel giro di 40 giorni.

Decisamente più serena, come detto in precedenza, la domenica del Milan, avvicinatosi ai cugini (e sempre in scia alla zona Champions) grazie alla vittoria interna sul Genoa. Un successo più convincente nel gioco che nel risultato: il 2-1 finale infatti ha provocato diversi brividi all’ambiente rossonero, tornato a vivere antiche paure che sembravano ormai superate.

“Sono contento per la vittoria ma le partite vanno chiuse – ha spiegato Mihajlovic. – Dovevamo fare il terzo gol e soprattutto evitare la sofferenza finale, abbiamo rischiato di subire il pareggio e questa è anche colpa mia. I ragazzi sanno cosa intendo, da ora in poi chi non si sacrificherà fino all’ultimo secondo non giocherà più”.

Ogni riferimento a Balotelli non è puramente casuale, per quanto il tecnico rossonero non abbia voluto fare il suo nome. Supermario resta comunque il maggior indiziato dello sfogo: entrato all’88’ al posto di Bacca (sul risultato di 2-0) s’è mosso per il campo con indolenza, provocando tutta la rabbia di Sinisa (peraltro colta dalle telecamere). Il finale difficile (gol di Cerci al 93’) non deve però inficiare la buona prova del Milan, al comando per gran parte del match e senza nessun tipo di sofferenza.

Subito in vantaggio grazie al solito Bacca (13° rete in campionato per lui), i rossoneri hanno messo in discesa il loro pomeriggio anche in virtù di un Genoa molle e inconcludente, del tutto incapace di creare problemi a Donnarumma. Nella ripresa poi ci ha pensato Honda ad arrotondare il risultato: bellissimo il suo tiro dalla distanza, seppur con l’innegabile complicità di Perin (64’).

Sul 2-0 il Milan ha poi creato diverse occasioni per segnare il terzo gol e Mihajlovic, evidentemente galvanizzato dalla buona prova dei suoi, ha pensato di dar spazio a chi gioca meno: fuori Montolivo, Bacca e Niang, dentro Poli, Balotelli e Menez. Ma tanti cambi hanno provocato un calo di tensione e il Genoa ha trovato la rete della bandiera, riaprendo di fatto un match che sembrava chiuso, seppur senza creare occasioni particolari.

Alla fine Mihajlovic ha potuto tirare un sospiro di sollievo e godersi una vittoria che, complice la sconfitta dell’Inter a Firenze, rende il finale di stagione rossonero molto più interessante.

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