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La finanza va alla velocità dei bit ma il Fondo complementare dei giornalisti non lo sa

E’ incredibile che nell’era di Internet il Fondo di previdenza complementare dei giornalisti impieghi circa tre mesi per liquidare una posizione, con disagi innegabili per gli iscritti

La finanza va alla velocità dei bit ma il Fondo complementare dei giornalisti non lo sa

La finanza viaggia alla velocità dei bit. Come ogni altra dimensione della vita moderna: se non otteniamo risposta da Google o Whatsapp in pochi battiti di ciglia, andiamo in ansia. E non basta un Cynar per tranquillizzarci.

Un bonifico bancario si fa con un clic e in tempo reale si possono trasferire i soldi da un conto a un altro. Anche all’estero. Ricordate quando bisognava andare allo sportello e ci volevano almeno tre giorni lavorativi, tutta valuta incamerata dall’istituto di credito? 

Le azioni e le obbligazioni vengono negoziate subito e liquidate in un paio di giorni. Qualche obbligazione anche in un giorno. I fondi comuni normalmente richiedono un paio di giorni. Per un hedge fund si arriva a 35 giorni di preavviso e la posizione è quella del fine mese successivo. Insomma, da quando c’è stato il big-bang delle contrattazioni elettroniche (correva l’anno di grazia 1986), tutto ha accelerato e, pressati dalla concorrenza, tutti si sono adeguati. 

Tutti? No, non tutti. Il Fondo complementare dei giornalisti, come gli irriducibili Galli assediati dalle legioni di Giulio Cesare, è una roccaforte che resiste alle nuove tecnologie e vive immerso nella tempistica dei piccioni viaggiatori e delle vetture di posta trainate dai cavalli. Anzi, persino più lentamente: nel Medio Evo un assegno veniva onorato a vista. 

Il Fondo, invece, dal momento della ricezione e del vaglio della domanda di liquidazione, concede al gestore un mese per vendere titoli per qualche decina di migliaia di euro. Quasi fosse una posizione milionaria presso un hedge fund, appunto. 

Poi il Fondo si prende altri 60 giorni per trasferire il ricavato al legittimo proprietario. Una velocità da lumaca di Pinocchio. Un vero monumento alla slow life. Greta Thunberg, che viaggia solo in barca a vela, se lo sapesse correrebbe (si fa per dire) a baciare commossa il Presidente Raffaele Serrau.

In attesa della liquidazione, può succedere di tutto: crollo dei mercati, terremoti, inondazioni, invasione delle cavallette. Ma i beneficiari (così vengono chiamati dal Fondo i legittimi proprietari delle quote: sic!) devono armarsi di santa pazienza e incrociare le dita. Forse è il caso di togliere un po’ di polvere e qualche ragnatela dalle stanze romane di Corso Vittorio Emanuele II? 

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