Sale l’euro sull’onda dell’indice della fiducia delle imprese tedesche, ma correggono al ribasso le Borse Ue, compresa l’Italia, nonostante la spinta delle banche Popolari. A metà giornata l’indice FtseMib perde lo 0,6%, a quota 23.182 , ritirandosi dai record di ieri, massimo degli ultimi cinque anni. Anche Francoforte e Madrid arretrano dello 0,6%, fa peggio Parigi (-0,8%). Londra -0,18%
Il Brent risale a 55,5 dollari al barile (+0,6%).
Senza spunti di rilievo il mercato dei titoli di Stato: lo spread Btp-Bund si allarga di 5 punti base a quota 114.
Perdono quota dopo un avvio spumeggiante le banche popolari, il giorno dopo il via libera alla riforma. Prese di beneficio su Pop.Milano (-0,8%), Banco Popolare (-0,2%) e Ubi Banca (-0,2%). Rallentano anche Unicredit (-0,4%), Intesa (-0,2%) e MontePaschi (-1,3%).
Enel perde l’1%, Eni lo 0,7%.
In calo anche Telecom Italia (-1%), fredda di fronte al deal di Hutchison Whampoa nel Regno Unito, dove ha concluso l’acquisto di O2 da Telefonica per 14 miliardi.
La peggiore blue chip è Moncler, con un ribasso del 2,2%. Gli Utili in crescita di Hermès non aiutano il segmento del lusso: Ferragamo perde l’1%, Yoox l’1,2%.
Fiat Chrysler -0,6%. Mediobanca Securities valuta il merger del gruppo: possibile, ma solo nel 2016 dopo lo spin off Ferrari e il rilancio dell’Alfa.
Finmeccanica -0,5%. Pirelli piatta. Non ci sarà prima delle operazioni previste per l’Opa un dividendo straordinario. E’ sospesa per eccesso di rialzo Pininfarina, dopo le indiscrezioni sull’interesse del gruppo indiano Mahindar.
Cade in ribasso Trevi (-5,5%) dopo i dati deludenti.
