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La Fed riporta il sereno in Borsa: stamani Piazza Affari e l’Europa corrono, vola l’oro

Bernanke non tradisce le attese e regala il QE3 per stimolare l’economia americana “finchè sarà necessario” – Euforia in Borsa ma il vero vincitore è l’oro, che balza a 1,777 dollari l’oncia – Milano in corsa stamani – Btp decennale sotto il 5% – Goldman Sachs alza il target price di Fiat che accantona Fabbrica Italia – Peluso nuovo cfo di Telecom.

La Fed riporta il sereno in Borsa: stamani Piazza Affari e l’Europa corrono, vola l’oro

ASIA E WALL STREET AL GALOPPO. ORO SUPERSTAR. L’ANTICICLONE FED OGGI PORTA IL SERENO IN EUROPA

Ben Bernanke non ha tradito le attese. Anzi. La banca centrale, incurante dei moniti in arrivo dall’area repubblicana, ha varato stimoli destinati a durare “finché sarà necessario”, adottando uno stile che ricorda da vicino lo slogan con cui Mario Draghi, il 25 luglio, lanciò da Londra la campagna salva euro.

La risposta non si è fatta attendere. Wall Street corre, l’Asia galoppa. Stamane la Borsa di Tokyo avanza del 2,05%, Hong Kong sfiora addirittura il 3%.  E’ la seduta più brillante dal gennaio 2011. A Wall Street lo S&P ha chiuso la seduta con un rialzo del 1,6% al pari del Dow Jones. Il  Nasdaq avanza del 1,3%. Immediato anche l’effetto sulle valute: l’euro risale oltre quota 1,30.

Il vero vincitore della giornata, però, è l’oro. Il metallo giallo, balzato a quota 1,777 dollari l’oncia, traina al rialzo argento, platino e altre materie prime. La prospettiva di una congiuntura dominata dal basso costo del denaro e dalla possibile ripresa dell’inflazione ha spinto i flussi dei capitali verso gli acquisti sugli Etc basti sui lingotti. Non sembra azzardata la previsione di Bank of America, che vede possibile il traguardo dei 2.000 dollari l’oncia. 

L’intervento della Fed ha elettrizzato i mercati perché il messaggio in arrivo da Ben Bernanke, sottolinea il New York Times, “è stato più vigoroso del previsto”.  Al termine del consiglio direttivo, la banca centrale americana ha annunciato che lascerà i tassi di interesse su livelli eccezionalmente bassi fino ad almeno la metà del 2015 (la precedente stima era  a fine 2014). Ma soprattutto, ha varato l’atteso QE3: ci saranno “ulteriori acquisti di cartolarizzazioni di mutui al ritmo di 40 miliardi di dollari al mese” finché la situazione lo richiederà. Gli acquisti saranno concentrati sui mutui per stimolare l’edilizia, motore della ripresa dell’occupazione. La Fed proseguirà inoltre fino a fine anno l’operazione Twist: in tutto 85 miliardi di nuova liquidità per “esercitare pressione al ribasso sui tassi di interesse a lungo, fornire sostegno al mercato dei mutui e rendere più accomodanti le condizioni dei mercati finanziari”.

L’effetto Bernanke è arrivato ieri troppo tardi per influire sulle Borse europee. Facile prevedere che i listini del Vecchio Continente si adegueranno oggi al trend degli altri mercati. I futures sugli indici segnano tutti robusti rialzi. A Milano l’indice FtseMib ieri  è sceso dell’1%, Parigi -1,1%, Francoforte -0,4%, Madrid -0,8%. Solo Londra è terminata in lieve rialzo +0,6%. Nell’attesa delle decisioni della Fed hanno pesato le nuove, allarmanti notizie in arrivo sulla Grecia. 

Atene avrà bisogno di un terzo programma di salvataggio da parte dell’eurozona e i paesi europei dovranno trovare il denaro sufficiente per finanziarlo. E’ quanto ha dichiarato un alto funzionario del Fondo Monetario Internazionale in un’intervista alla Dow Jones. “La Grecia avrà bisogno di ulteriori finanziamenti” ha infatti dichiarato Thanos Catsambas, che rappresenta la Grecia nel board del Fondo. Nella sua funzione, Catsambas ha conoscenza diretta dei negoziati in corso tra il governo di Atene e la troika dei creditori per la concessione di una nuova tranche di aiuti da 31 miliardi di euro necessaria per impedire che il governo greco rimanga senza fondi.

Convincente successo, ieri mattina,  delle tre aste italiane di titoli di Stato. Il Tesoro ha collocato 6,5 miliardi di euro, il massimo previsto per l’operazione, con tassi sui minimi dal 2010. Il Btp a tre anni (4 miliardi) è stato collocato al tasso del 2,75%, il minimo da ottobre 2010 e in netto calo dal 4,65% di metà luglio. I titoli a 5 anni sono stati collocati al 3,7% e quelli con scadenza 2026 con un tasso al 5,3%. La domanda media è stata circa 1,5 volte l’offerta. Sul mercato secondario il Btp decennale tratta al 4,99% con spread quasi invariato a 343 punti.

In Piazza Affari il ribasso maggiore fra le blue chip è stato di Finmeccanica , che è scesa del 5,3% dopo il declassamento di Société Générale a sell da hold. Nel settore dell’aviazione e della difesa in cui opera Finmeccanica, tiene banco la trattativa per una fusione tra Eads -7%, la società che fa capo ai governi francese, tedesco e spagnolo, che controlla Airbus, e la britannica BaeSystems -7,3%.

Giornata di ribasso dopo il lungo rally per le banche: Unicredit è scesa del 3%, Intesa -2,3%, Ubi -2,5%, Banco Popolare  -2,5%. Tra gli assicurativi, Generali  è scesa dell’1,3%. L’imprenditore ceco Petr Kellner, tra il 10 e l’11 settembre, ha venduto altri due milioni di azioni, pari a circa lo 0,13% del capitale, incassando circa 24,6 milioni di euro e portando la sua quota allo 0,64% della compagnia.

In rialzo Fiat +0,4%, mentre l’indice Stoxx delle società dell’automotive ha perso lo 0,6%. Il titolo è sostenuto da un intervento di Goldman Sachs: il broker ha alzato il target price a 8,5 euro dal precedente 7,8 euro. Fiat viene inoltre confermata nella conviction buy list, l’elenco dei titoli sponsorizzati con maggiore convinzione da Goldman Sachs.

Tra il 7 agosto e il 13 settembre la Cdp ha ceduto sul mercato 61.744.750 azioni di Eni, pari all’1,7% del capitale della società, per un controvalore di 1,096 miliardi di euro. Lo rende noto un comunicato della società. Pertanto, continua la nota, la partecipazione di Cdp in Eni si è ridotta al 27,36% del capitale sociale della società petrolifera. L’ operazione, eseguita ad un prezzo medio di 17,76 euro per azione, rientra nell’ambito dell’acquisizione da parte di Cdp del 30% meno un’azione di Snam e i fondi ottenuti servono proprio a finanziare parzialmente l’operazione. Ora resta da cedere a Cdp l’1,6% del cane a sei zampe.

Il cda di Telecom Italia, contrariamente alle attese, non ha intenzione di procedere con l’esercizio dell’azione di responsabilità nei confronti dell’ex amministratore delegato Riccardo Ruggiero, così come già deciso per l’ex ad e vice presidente Carlo Buora. Il cda della società, accettando la proposta dei legali, proporrà così all’assemblea del 18 ottobre l’approvazione di una transazione generale con Ruggiero per 1,5 milioni di euro e con Buora per un milione di euro. Il consiglio ha inoltre nominato cfo Piergiorgio Peluso (ex dg di Fonsai) al posto di Andrea Mangoni, attuale dg per le attività di Telecom in Sud America.

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