LA FED NON SPAVENTA I MERCATI, FRENA LA CINA
LUXOTTICA: PER IL DOPO GUERRA IN CORSA TONDATO
Qualsiasi cambiamento di rotta della politica dei tassi sarà preceduto da un’ampia e tempestiva informativa al mercato da parte della Federal Reserve. E’ la promessa emersa dai verbali dell’ultimo vertice della banca centrale Usa che, in questi modo, ha rassicurato i mercati contro il rischio di un’eventuale offensiva dei falchi. Il rialzo dei tassi resta previsto per la metà del 2015.
Wall Street ha preso atto degli umori della Fed senza particolari emozioni: Dow Jones +0,35% e S&P +0,25%, seduta d’assestamento per il Nasdaq -0,02%.
Più mossa la seduta asiatica, scandita dai dati contrastanti in arrivo dalle economie leader del continente: Pechino rallenta, Tokyo accelera. E’ il responso degli indici Pmi, che misurano l’andamento degli acquisti delle imprese, da cui emerge un’inattesa frenata dell’economia del Drago (50.3 contro il 51.7 previsto) ed il rimbalzo vivace del Giappone (indice a 52,4, ai massimi da marzo) che sta assorbendo lo shock dell’aumento dell’Iva. Scendono Shanghai e Hong Kong -0,7%, l’indice Nikkei avanza a Tokyo dello 0,9%.
La pubblicazione dei dati Pmi del Vecchio Continente promette di essere stamane la nota dominante anche per la seduta europea. Ieri i listini hanno vissuto una giornata di relativa calma, con gli indici in lieve calo in attesa della pubblicazione dei verbali della Federale Reserve Londra e Parigi sono scese dello 0,3%, Francoforte -0,2%.
Le tensioni tra Russia e Occidente cominciano a farsi sentire sui conti delle socieà più esposte verso Mosca. Il produttore di birra danese Carlsberg è caduto ieri in ribasso del 3,6% dopo avere annunciato che l’utile operativo scenderà rispetto al 2013 per effetto del calo dell’export verso Est.
Hanno già segnalato correzioni al ribasso delle previsioni anche le tedesche Henkel, Adidas e Rheinmetall. A Milano il FtseMib è arretrato dello 0,2% a quota a 19.605 punti. Il cambio euro/dollaro è salito a 1,3243, massimo dal settembre 2013, da 1,332 della chiusura di martedì.
LA FED: PRIMA DI ALZARE I TASSI, AVVERTIREMO I MERCATI
Tutti d’accordo sulla diagnosi: la ripresa del mercato del lavoro Usa è stata più forte e rapida del previsto, ma restano alcuni fattori di fragilità: la debolezza dei salari e la permanenza di sacche di disoccupazione di lunga durata. Ma dalla lettura dei verbali della Fed emergono anche i dissidi sulla terapia: una pattuglia di “falchi” ha espresso forti riserve sulla terapia, ovvero la politica monetaria estremamente accomodante sostenuta da Janet Yellen. A questo punto, è la tesa i sostenuta da Charles Plosser della Fed di Philadelphia, la strategia dei tassi bassi rischia di danneggiare la ripresa. Diversi pareri che potrebbero creare apprensioni e confusione sui mercati. Di qui la promessa: prima di cambiar rotta, la Fed lancerà segnali precisi con largo anticipo. Nel frattempo continua a prevalere, con largo margine, il partito delle colombe.
Il dibattito è destinato a proseguire già a Jackson Hole dove da stasera si riuniranno i banchieri centrali del pianeta per discutere sulle “dinamiche dell’occupazione”, come ha voluto il presidente della Fed. Dalle minute della Bank of England è intanto emerso che due membri su nove del Monetary Policy Committee nell’ultima riunione del 6-7 agosto hanno votato per un aumento immediato dei tassi d’interesse, in dissenso contro la scelta di Mark Carney. E’ la prima volta negli ultimi tre anni che vi è una divergenza nelle scelte della Banca centrale britannica.
GERMANIA A TASSO ZERO
Si moltiplicano in Europa i segnali di caduta dei rendimenti del debito pubblico, in attesa di una possibile manovra della Bce.
La Germania ha collocato 4 miliardi di Schatze (titoli a due anni) a rendimento zero. Il Tesoro portoghese ha collocato un miliardo di euro complessivo di titoli di Stato a breve, sulle scadenze 3 e 12 mesi, al rendimento medio dello 0,216% (nuovo minimo storico) , dal precedente 0,453%.
Si rafforza il Btp con il rendimento del decennale a quota 2,59%, dopo avere segnato in giornata il minimo assoluto di 2,57%. Spread a quota 157. il fondo sovrano norvegese nel secondo trimestre ha incrementato la sua esposizione sui titoli di Stato di diversi Paesi, tra cui l’Italia.
L’esposizione sui titoli di Stato italiani è, infatti, passata a 43,698 miliardi di corone norvegesi (circa 5,3 miliardi di euro) alla fine del secondo trimestre dai 38,218 miliardi del primo trimestre. L’incremento maggiore delle posizioni si registra comunque su Giappone, Regno Unito e Germania, mentre la ri duzione più consistente ha interessato i governativi brasiliani, svedesi e canadesi.
LUXOTTICA, IN CORSA L’AD DI AUTOGRILL E IL NUMERO UNO DI CAMPARI
A dominare la seduta di Piazza Affari sono state le vendite su Luxottica dopo la notizia dell’imminente uscita dal gruppo dell’amministratore delegato Andrea Guerra. Il titolo ha chiuso in ribasso del 3,6% a 39,06 euro una delle sedute più turbolente dell’anno. In avvio è scesa fino a 37,63 euro. Un comunicato dell’azienda si è limitato a dire che “da tempo il presidente Leonardo Del Vecchio e l’ad Andrea Guerra si stanno confrontando sulle migliori strategie future del gruppo”. L’uscita di Guerra non dovrebbe essere immediata ma probabilmente il manager, che negli ultimi due anni ha incassato stock options per 60 milioni di euro, affiancherà il suo sostituto fino alla fine dell’anno.
Tra candidati alla successione si fa il nome di GianMario Tondato da Ruos, ad di Autogrill, e di Bob Kunze- Concewitz, numero uno di Campari. Kepler-Cheuvreux ha deciso di tagliare la raccomandazione a Hold da Buy, riducendo il target price a 40 euro da 45,5 euro precedenti
CHIP, LO SHOPPING DI INFINEON AGITA STM
Giù Fiat -0,63% a 7,13 euro nell’ultimo giorno disponibile per esercitare il recesso (prezzo 7,725 euro) relativo all’operazione di fusione con Chrysler Tra gli industriali, il maggior calo l’ha registrato Prysmian che ha ceduto l’1,3% a 15,21 euro, seguita da Finmeccanica -0,94%.
In calo Stm -0,4%. Secondo Bloomberg oggi la tedesca Infineon potrebbe annunciare l’acquisizione dio un produttore di processori americano per una cifra pari a 2 miliardi di dollari.I potenziali target sono Power Integrations +10,51% a Wall Street, Fairchild Semiconductor International +6% o Semtech Corp. +7,02% a 25 dollari.
Infineon capitalizza in Borsa intorno a 9,8 miliardi di dollari e vale circa 6,8 volte il rapporto enterprise value/ebitda con un multiplo prezzo/utile di 19 volte. Il gruppo italo francese STM capitalizza in borsa intorno a 5,6 miliardi di euro e vale 5,4 volte l’ev/ebitda 2014 con un p/e di 23 volte. “In attesa di conferme da Infineon, restiamo convinti che di ogni notizia sul fronte M&A possa beneficiare anche Stm che ha storicamente multipli tra i più bassi del settore e che ha avviato un piano di ristrutturazione in via di completamento entro l’anno”, ha affermato l’analista di una sim milanese, ribadendo la raccomandazione outperform.
SNAM ALLA RIBALTA, TELECOM IN ATTESA
Utilities alla ribalta al traino di Snam, in salita dello 0,5%. Stamattina il titolo è arrivato a guadagnare l’1,4% grazie alla promozione di Berenberg che ha alzato il giudizio a Buy da Hold. Enel segna in chiusura un progresso dello 0,4%, Enel Green Power+2,2%. Atlantia -0,2%.
Telecom Italia ha chiuso invariata. In un report intitolato “tra l’incudine ed il martello” Nomura ribadisce il rating neutral e il target price a 0,90 euro dopo aver ritoccato le stime 2014-2016 sul colosso tlc in attesa di avere maggiori dettagli sull’offerta per il controllo di GVT, Nomura ritiene che l’offerta italiana, attorno ai 7 miliardi di valore abbia buone possibilità di successo. Ma non è dett che gli operatori ne gioiscano: “anche se un’offerta di successo sarà il miglior risultato strategico per TI, – si legge – crediamo che alcuni investitori, che si aspettavano un disinvestimento in Brasile, possano rimanere delusi. Al contrario, se l’offerta non andasse in porto, allora potrebbe compromettere la posizione negoziale di TI in Brasile ma accelerare le prospettive per un disinvestimento e recuperare parte della recente debolezza del titolo”,
BANCHE, CAPITOMBOLO DI BPER
Modesti cali per i titoli delle banche: Unicredit-0,4%, Intesa-0,1%, MontePaschi invariata.
Fa eccezione Popolare Emilia -3,6% protagonista di un tonfo all’apparenza inspiegabile. A Piazza Affari, il 7 agosto (il giorno dopo la diffusione dei risultati) il titolo Bper aveva registrato un forte scossone al ribasso (-13% a 5,065 euro) , per poi recuperare nei giorni successivi.