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La Fed gela i listini, ma lo spread scende ancora

Il vento della Fed sta raffreddando gli umori dei mercati europei. Anche a Piazza Affari si è esaurito, almeno sul fronte delle azioni, l’effetto dell’accordo sulla Manovra: l’indice cede l’1,15% poco sopra quota 18.700. Fa peggio Parigi -1,4%, ai minimi dal dicembre 2016. In rosso anche Francoforte e Madrid, sotto di un punto percentuale. Londra arretra dello 0,40%. 

Continua invece la discesa dello spread arrivato a 251 punti base (-1%) nonostante che l’effetto dell’aumento dei tassi Usa stimola l’acquisti dei Bund, scivolato a 0,22% (-2 punti base), sui minimi da aprile 2016. Il Btp tratta al 2,730%. Questa sera a mercato chiuso il ministero dell’Economia darà i dettagli dell’asta di Bot semestrali e di Ctz in agenda giovedì 27 dicembre, primo collocamento a valuta 2019 con regolamento sul 2 gennaio. In scadenza il 31 gennaio ci sono 71,15 miliardi di buoni semestrali, importo tradizionalmente vicino a quello della nuova emissione. 

Non si arresta neanche la discesa del petrolio: il Brent tratta a 55,5 dollari il barile (-3%). Tutte giù le società del petrolio. Tenaris -3,5%, Saipem -3,6%, un po’ meglio Eni -1,7%. 

Deboli i bancari, rimbalzati ieri dopo l’accordo sulla manovra: l’indice di settore è in calo dell’1,6%. Cedono Unicredit -2%, Banco Bpm -1,5%, Ubi Banca -2% e Bper -1,85%. Mediobanca -0,9%, Intesa San Paolo -1,8%. Fuori dal paniere principale Banca Carige -5,9% dopo il balzo del 30% registrato ieri, in attesa dell’assemblea di sabato sull’aumento di capitale fino a 400 milioni e sul raggruppamento delle azioni. Rallenta Poste Italiane -0,7%.

In forte ribasso sul listino Tim -2,9%: cresce la preoccupazione per lo stallo tra Vivendi ed il fondo Elliott. Domani il cda della compagnia analizzerà la richiesta di Vivendi di convocare un’assemblea per votare la revoca di 5 amministratori e la nomina di altri 5. La decisione è attesa il 14 gennaio. In calo anche Mediaset –2,2%. Debole anche Leonardo -1,5%: il governo taglierà la spesa militare di 500 milioni di euro e sugli aerei militari F35 di Lockheed Martin realizzati anche da Leonardo.

Fuori dal listino principale, Ovs prosegue la risalita anche oggi con una crescita del 12,6% teorico, essendo il titolo in asta di volatilità, dopo il balzo del 22% ieri e le forti perdite della settimana scorsa. E’ scesa in campo una cordata formata da 3 o 4 imprenditori italiani interessata a una partecipazione vicina al 25%. Tra i potenziali investitori gira il nome di Tip (già in possesso di una partecipazione del 3,084% annunciata ieri), che potrebbe coinvolgere Borletti Group (in passato azionista di Printemps e Rinascente). Viene inoltre menzionato il possibile ingresso da parte di Temasek, il fondo sovrano di Singapore. 

Avanza anche Geox +4% dopo l’upgrade di Mediobanca Securities a “neutral” da “underperform” con target price a 1,3 da 1,9 euro. Secondo il broker, dopo l’andamento molto debole del 2018, i target al 2021 del nuovo piano industriale sono impegnativi ma tutti i rischi sono già incorporati nel valore del titolo, che da inizio anno ha perso circa il 60% e ha toccato ieri il minimo storico. 

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