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La Fed frena sui tassi e le Borse sperano nel rimbalzo

Dopo i tracolli dei giorni scorsi le Borse confidano nei segnali positivi che arrivano dalla Fed e dalla Cina – Apple ed hight tech ma anche il lusso hanno cominciato malissimo il 2019 e la corsa all’oro continua – Il caso Carige sempre al centro della scena finanziaria italiana

La Fed frena sui tassi e le Borse sperano nel rimbalzo

“Non dovremmo prendere nuove iniziative sui tassi finché non avremo indicazioni più chiare sull’andamento dell’economia globale”. Così Robert Kaplan, presidente della Fed di Dallas, considerato molto vicino al presidente Jerome Powell, che stasera, poche ore dopo l’uscita dei dati sul mercato del lavoro, parteciperà ad un atteso incontro con Ben Bernanke e Janet Yellen. La frana di Apple, precipitata dopo il profit warning per il calo delle vendite di iPhone in Cina, potrebbe arrestare, se non ribaltare la strategia della banca centrale, finora orientata a nuovi rialzi. Anche perché, come ha detto Kevin Hassett, il consigliere economico della Casa Bianca, “il caso Apple non è isolato. Ci sono molte aziende che stanno registrando un forte calo delle vendite in Cina”.

Donald Trump ha così due motivi per brindare: i falchi della Fed sono in ritirata, le trattative con Pechino possono ripartire da una posizione più forte. Ma il brindisi rischia di andargli per traverso: la brusca discesa del mercato azionario è comunque una brutta notizia per il tycoon, alle prese con l’opposizione democratica.

PORTI SICURI: RECORD PER L’ORO, J-BOND 10 A -0,057%

Grande,insomma, è la confusione nei cieli. E i mercati reagiscono accelerando la corsa verso i “porti sicuri”.

  • L’oro ha toccato un nuovo massimo da 7 mesi a quota 1.297 dollari l’oncia.
  • In forte crescita la corsa agli altri beni rifugio: i bond giapponesi a dieci anni trattano stamane a -0,057 % ai minimi dall’autunno 2016. Il decennale Usa scivolano al 2,543%.

L’attesa di un cambio di rotta della politica monetaria Usa, oltre a segnali positivi in arrivo dalla Cina, stanno però riportando un po’ di sereno sui mercati azionari. I futures segnalano una partenza positiva per i listini europei.

  • Tokyo chiude la prima seduta del 2019 in forte ribasso -2,26%, ma in recupero dal -4% dell’avvio.
  • Positive le altre piazze asiatiche. In Cina, l’indice CSI 300 di Shanghai-Shenzhen guadagna il 2,2%, l’indice Hang Seng di Hong Kong sale dell’1,8%. Seul +0,8%, Mumbay +0,3%.
    – A sorpresa, l’indice Caixin/Markit dei responsabili degli acquisti dei servizi cinesi (PMI) è salito al massimo di sei mesi a 53,9 punti a dicembre, rispetto a 53,8 del mese precedente e ben al di sopra della soglia dei 50,0 punti che separa la crescita dalla contrazione. In ottobre era scivolato ai minimi da 13 mesi.

APPLE BRUCIA PIU’ DI 400 MILIARDI

  • Wall Street cercherà di reagire dopo una giornata da brividi. Apple, che capitalizzava 1.120 miliardi di dollari ad agosto, è scesa a 676, sorpassata anche da Alphabet.

Molto pesanti le perdite degli indici: Dow Jones -2,83%, S&P 500 -2,48%. Il Nasdaq ha lasciato sul terreno il 3,04%.

Operazione storica sul fronte dei pharma. Nasce il leader mondiali degli antitumorali grazie all’acquisto, per 74 miliardi di dollari, della biotech Celgene +20,7% da parte Bristol-Myers Squibb -13,3%.

Il Petrolio avvia la quarta seduta positiva di seguito, Brent +1,2% a 56,60 dollari. Quotazione sui massimi da quattro settimane.

MILANO -O,61%, LO SPREAD RISALE 275 PUNTI

La Mela avvelenata ha colpito anche l’Europa. Ma a frenare i listini azionari ha contribuito, oltre al calo del settore tech zavorrato da Apple, il timore che i consumatori cinesi riducano gli acquisti nel lusso. Intanto continua la corsa ai Bund, scattata dopo la fine degli acquisti del Qe.

  • A Milano -0,61% l’indice ha chiuso a 18.218 punti. Dopo una breve puntata in territorio positivo grazie ai dati americani dell’occupazione, il listino è  tornato negativo sulla scia della cattiva performance di Wall Street.
  • L’ondata di vendite hanno colpito anche Francoforte -1,49% e Parigi -1,66%; limita i danni Madrid, -0,3%; Londra cede lo 0,61%. In controtendenza Zurigo, +0,42%.
  • Forti oscillazioni perl mercato del debito. Nel pomeriggio i Btp hanno ampliato nettamente le perdite in una seduta con volumi sottili che ha visto lo spread Italia-Germania allargare ai massimi da metà dicembre, portandosi a 275 punti base (da 253 ieri in chiusura).
  • Anche il tasso del decennale è salito di 20 punti base dalla chiusura di ieri.
  • “La correzione del mercato si deve ai flussi di vendita scattati dopo che il futures marzo è sceso sotto 127, amplificata dall’esiguità dei volumi, e alle aste spagnole”,sintetizza un operatore di una banca italiana. Madrid ha collocato — a tassi in lieve calo — un importo complessivo di 5 miliardi di euro nelle riaperture dei Bonos 2021. 2023 e 2028, insieme al titolo 2033 indicizzato all’inflazione.
  • Il tasso del decennale di riferimento ha chiuso a 2,88% da 2,69% dopo essersi spinto fino a 2,89%, ai massimi da tre mesi. In forte rialzo anche il tasso del 2 anni che arriva a balzare fino a 0,58% da 0,45% della scorsa chiusura.
  • Continua a la crescere l’importo dei titoli di Stato italiani in portafoglio alle banche che hanno sede nel territorio nazionale: 388,311 miliardi di euro a novembre, al nuovo massimo dal maggio 2017.

FRANA STM, SOFFRE ANCHE LUSSO

Il warning di Apple ha colpito duro anche a Piazza Affari. Il conto più salato lo ha pagato Stm, grande fornitore della Mela che assorbe, secondo stime, l’11% della sua produzione. Il titolo ha archiviato la giornata con un calo del -11,7%, arrivando a toccare il minimo da inizio 2017.

Soffrono anche Prysmian -4,76% e Leonardo -2,27% che, assieme a Fincantieri, si accinge a presentare l’offerta definitiva per la commessa brasiliana da 1,6 miliardi per la costruzione di quattro corvette della classe Tamandaré.

Giù anche il lusso, che teme il rallentamento della domanda cinese, così come è avvenuto per gli smartphone. Pesanti Moncler-4,6% e  Salvatore Ferragamo-2,6%.

Non si salva Ferrari-1,1%. Fca chiude a -1,2% dopo un breve balzo nel momento in cui sono stati pubblicati i dati sulle vendite negli Stati Uniti che hanno registrato a dicembre un incremento del 14% a 196.520 veicoli.

L’EFFETTO CARIGE FRENA (MA NON TROPPO) LE BANCHE

Le banche sembrano aver assorbito, per ora, lo shock del commissariamento di Carige. L’indice di settore arretra però dello 0,7%, sottoperformando rispetto allo stoxx europeo, che si ferma a -0,25%.

Tra le peggiori, Banco Bpm -1,48% , Ubi-1,16%  e Unicredit -1,41%, tutte e tre date come possibili partner per un’acquisizione di Carige, a sua volta ancora sospesa dalle contrattazioni.

Malacalza Investimenti, primo socio di Carige, ha reso noto “di avere espressamente manifestato” anche dopo l’assemblea “la propria posizione favorevole alla approvazione della ricapitalizzazione (400 mln), a fronte di una naturale disponibilità del Cda a fornire a tutti gli azionisti i necessari elementi conoscitivi e valutativi utili per potersi consapevolmente esprimere, e potere assumere decisioni anche in ordine alla sottoscrizione delle nuove azioni”.

Banca Ifis, che ieri ha guadagnato il 6,5%, ha rilevato da Mps (-3,92%)  un portafoglio di crediti NPL per 1,16 miliardi di valore nominale.

BENE UNIPOL E CAMPARI

Non sono mancate le note positive:

Buona performance  per Unipol, che arriva a superare il +4%. Bene anche Unipolsai +2,55%. Generali +0,3%. Leonardo Del Vecchio è salito al 4,07% del capitale sociale.

In ripresa Telecom Italia +2% sotto la spinta delle buone performance della borsa brasiliana. Nelle tlc da rilevare anche il balzo di Tiscali -17,7%

Acquistati anche gli asset ritenuti  meno rischiosi: in cima alla lista Campari +2,11%, in terreno positivo le utility.

Tra i titoli minori strappa Stefanel +25% che prosegue il recupero dopo i minimi toccati nelle ultime sedute del 2018.

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