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La Fed agita i mercati, Del Vecchio sbarca in Mediobanca

Rientra l’allarme sul petrolio, torna a salire la tensione sul fronte delle banche centrali. Ieri, quasi in coincidenza con l’avvio della riunione della che oggi si pronuncerà sui tassi, la Federal Reserve di New York è dovuta intervenire d’urgenza per immettere 138 miliardi di dollari con due operazioni Repo nel sistema bancario. Una mossa del genere non si vedeva dai giorni drammatici del 2008. Certo, oggi la situazione è diversa ma resta la sensazione che qualcosa non sta andando per il verso giusto e che la banca centrale non abbia il pieno controllo della situazione. A rasserenare il quadro ci prova Robert Shiller, l’economista premio Nobel che segnalò “l’esuberanza irrazionale” di Wall Street prima della grande crisi. Stavolta, dice, i mercati sono meno euforici e la recessione, caso mai si verifichi, “non sarà particolarmente forte”.

SCONTATO UN TAGLIO DELLO O,25%, LIQUIDITÀ COME NEL 2008

È in questa cornice che i mercati si accingono a seguire le scelte della Fed ma con un occhio rivolto alle elezioni in Israele e l’orecchio pronto a captare il verdetto dell’Alta Corte inglese che potrebbe imporre la riapertura del parlamento.

Poco mossa in Asia la Borsa di Tokyo, in calo dello 0,1%. I dati diffusi stanotte segnalano un calo per il nono mese di fila delle esportazioni giapponesi, più forte del previsto in agosto, uno degli effetti delle tensioni diplomatiche e commerciali con la Corea del Sud. La Borsa di Seul guadagna lo 0,5%, quella di Shanghai lo 0,4%, quella di Singapore perde lo 0,3%.

GOLDMAN: NON SPECULATE SULL’OIL, VI FARETE MALE

Scende la febbre sul petrolio. Il greggio del Mare del Nord ha messo la marcia indietro quando l’Arabia Saudita ha comunicato di aver rimesso in produzione il 40% di quel che è andato perso con l’attacco alle sue due più importanti strutture di lavorazione del minerale. L’amministratore delegato di Aramco, la compagnia di Stato, prevede di tornare ad una capacità produttiva di 11 milioni di barili al giorno, entro la fine del mese.

Stanotte Goldman Sachs ha detto che l’offerta globale, contando anche quella di riserva, sarà in grado soddisfare abbondantemente la domanda anche in questi pochi giorni critici di relativa carenza. Si spegne così la speculazione sui prezzi.

Hanno già rintracciato i valori dei titoli petroliferi. In Piazza Affari le vendite hanno colpito in primo luogo Saipem (-4,59%). Arretrano anche Tenaris (-1,9%) ed Eni (-1,13%).

PIATTA WALL STREET, TONFO DI CORNING E KRAFT

Wall Street torna così a concentrarsi sulle decisioni del board della Fed. Il consensus si è ormai stabilizzato sul taglio di un quarto di punto percentuale a 1,75%-2,0%.

Poco mossi i listini: Dow Jones +0,12%, S&P 500 + 0,26%. Nasdaq +0,4%. Soffre Kraft Heinz (-4,3%) dopo che il socio di maggioranza, 3 G Capital, ha venduto una quota a sconto.

L’oro è poco sopra i 1.500 dollari l’oncia, +0,1%, ieri +0,2%.

MIGLIORA LO ZEW, PIAZZA AFFARI PEGGIORA

L’euro si è apprezzato a 1,106, anche per effetto della forte risalita delle aspettative di ripresa della Germania, anticipate dall’indice Zew. A sorpresa, l’indice che segnala le attese delle imprese tedesche, ha rilevato che l’industria di oltre Reno comincia a reagire alla frenata della congiuntura: a settembre la rilevazione è risalita a -22,5 punti, assai meglio sia delle previsioni che dell’andamento di agosto (-44,1). Ad alimentare l’incertezza, però, ci sono le nuove nuvole sul quadro politico italiano, un pessimo viatico in vista della manovra. E, naturalmente, la Brexit ormai vicina alla resa dei conti.

In questa cornice a Piazza Affari è toccata la maglia nera tra i listini europei: l’indice ha archiviato la seduta in calo dello 0,76%a 21.801 punti.

Borse in recupero nel pomeriggio nel resto del Vecchio Continente, in linea con il rientro alla (quasi) normalità sul fronte dell’energia: Francoforte nel finale ha azzerato le perdite -0,04%. Madrid -0,48% in attesa delle elezioni anticipate fissate ieri per novembre. Parigi è positiva e sale dello 0,24%. 

Piatta Londra sospesa al giudizio della Suprema Corte sulla legittimità dello stop ai lavori parlamentari imposto da Boris Johnson. Un avvocato del governo britannico ha dichiarato oggi che l’esecutivo rimedierà se la Corte suprema dovesse stabilire che la decisione del primo ministro Boris Johnson di sospendere il Parlamento in vista della Brexit è illegale.

TORNA AD ALLARGARSI LO SPREAD

In attesa delle decisioni della Fed segnano il passo i mercati obbligazionari. Ma nel frattempo è tornato a salire lo spread: gli operatori sono perplessi di fronte all’uscita dal Pd della componente guidata da Matteo Renzi, interpretata come un nuovo fattore di incertezza. La forbice Btp/Bund si allarga a 141 punti dai 133 della vigilia.

Il tasso del decennale di riferimento è stato scambiato a 0,93% da 0,87% questa mattina e 0,85% dell’ultima chiusura.

IL RE DEGLI OCCHIALI MIRA ALLE GENERALI

Sulla Borsa italiana torna a farsi sentire l’effetto Del Vecchio. Il re degli occhiali ha annunciato ieri l’acquisto di una quota del 6,94% in Mediobanca -0,42% di cui diventa il terzo azionista alle spalle di Unicredit (8,8%) e Vincent Bolloré. Non resta che attendere l’assembla del 28 ottobre per capire le intenzioni del patron di Essilor Luxottica che ha già fatto sapere di considerare l’ingresso in piazzetta Cuccia un investimento di lungo periodo.

L’aumento dello spread ha favorito il tiro al bersaglio sul comparto del credito, che ridimensiona i guadagni post-Bce. Perdono colpi in particolare Unicredit (-3,34%), Banco Bpm (-3,96%), Bper (-3,26%) e Ubi (-2,96%).

ENRIA ALLE BANCHE: PIÙ OBBLIGAZIONI, C’È SPAZIO

Il capo della Vigilanza Ue, Andrea Enria, ha invitato le banche della zona euro a sfruttare appieno le favorevoli condizioni di finanziamento create dalla politica monetaria ultra-espansiva della Banca centrale europea e ha anticipato che verranno allentati i vincoli per lasciare più capitale libero per finanziare l’economia.

Nexi +1,4%. Citi alza il giudizio a Buy da Hold. Target price a 10,8 euro

PER CASTELLUCCI UN BONUS D’USCITA DI 13 MILIONI

Ha preso corpo la svolta annunciata in Atlantia: Giovanni Castellucci, sfiduciato dai Benetton, lascia la guida della società dopo un consiglio straordinario durato cinque ore. Nel periodo di transizione il governo dell’azienda passa ad un comitato di cinque consiglieri. Castellucci, dopo 18 anni in azienda, riceve oltre alle competenze di fine rapporto una buonuscita di 13 milioni di euro.

Restando nella galassia Benetton, Ubs ha avviato la copertura su Autogrill +1,7% con rating buy e prezzo obiettivo a 11,2 euro.

CORNING METTE SOTTO PRESSIONE PRYSMIAN 

Da segnalare le tensioni su Prysmian -4,2%, provocata dal taglio delle stime da parte di Corning, attiva nello stesso ambito di mercato che a Wall Street ha perso ieri il 6,1%. In risposta, la società italiana dei cavi ha confermato il raggiungimento dei target sul 2019.

Deboli anche gli altri industriali: Pirelli e Fiat Chrysler -1,8%. Stm -1,7%. Leonardo -2,8%.

Bene invece le utility: vivace Italgas (+1,64%), davanti a Hera (+0,9%), Enel (+0,54%) e Snam (+0,41%).

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