L’aumento della competitività della nostra industria manifatturiera e dei servizi dovrà passare dalla crescente integrazione di “sistemi cyber-fisici” (cyber-physical systems o CPS) nei processi industriali e logistici.
La “fabbrica futura” sarà sempre più governata infatti da un sistema in cui macchine intelligenti e connesse a internet saranno inserite nei lavori svolti dagli esseri umani: la catena di montaggio verrà sostituita da un network di macchine che non solo produrranno di più e con meno errori, ma potranno modificare autonomamente gli schemi di produzione a seconda degli input esterni che ricevono anche da remoto, e nel frattempo mantenere una alta efficienza.
Le tecnologie digitali, dotate di tutti i dispositivi per connettersi alla Rete e ad altri oggetti “smart”, e applicate all’automazione industriale, rivoluzioneranno i processi produttivi.
La disponibilità in tempo reale di masse enormi di informazioni, attinte ai Big Data, allo IoT, al Cloud, consentirà di monitorare il flusso della domanda, adeguare i livelli di produzione, ridurre i tempi di attraversamento, ottimizzare le scorte di magazzeno.
Con l’introduzione in fabbrica delle tecnologie digitali cambieranno anche gli impianti e i mezzi di lavoro con i macchinari destinati ad essere sempre più standard, perché le diverse produzioni saranno dirette da software specifici, facili da riprogrammare.
Gli operai, ormai trasformatisi in gestori e tecnici di impianti tecnologici, interverranno solo in caso di anomali funzionamenti, avvisati direttamente dai dispositivi “smart” e, grazie alla rete 5G, potranno gestire da remoto gli interventi con il computer.
Il risultato sarà che le fabbriche di domani saranno meno complesse e più flessibili. Peraltro, pur se la fabbrica sarà sempre più uno spazio capital intensive, il lavoratore resterà al centro del sistema e avrà un ruolo sempre più strategico.
Affidati a innovativi macchinari e robot i lavori pesanti e ripetitivi, gli operai interagiranno con le nuove tecnologie in modo sinergico e in piena sicurezza, contribuendo a creare sempre maggiore valore per la produzione.
Nella fabbrica tradizionale sono nette la separazione tra le attività semplici e ripetitive, affidate agli operai, e le altre attività complesse, di competenza della linea gerarchica, mentre nella fabbrica futura sono smantellate le tradizionali strutture gerarchiche e la complessità organizzativa, per definizione improduttiva e dannosa, sostituendole, con una organizzazione che dà spazio alle conoscenze personali e all’interazione tra i lavoratori. grazie alla accessibilità, nelle diverse declinazioni della Rete, delle informazioni tecniche e di processo.
La fabbrica di domani sarà un ambiente migliore nel quale lavorare, dove il coinvolgimento dei lavoratori allarga la base della loro partecipazione ai processi produttivi, spostando di fatto la cultura organizzativa verso la cooperazione, favorendo l’acquisizione di competenze di alto livello e permettendo l’ottimizzazione dei processi produttivi stessi.