SPREAD BTB-BUND SOTTO 400 DRAGHI.
L’EUROZONA STA FACENDO PROGRESSI NOTEVOLI
Mentre il consiglio dei ministri approvava anche il decreto sulle semplificazioni, da Davos il finanziere George Soros, che anni addietro mandò al tappeto la sterlina inglese, invia la sua approvazione al governo Monti: “L’Italia ha cambiato passo e ora sta introducendo le riforme necessarie “, ha detto. Soros parla poi anche dei Btp: ”Penso che si tratti di una speculazione: si tratta di titoli molto attraenti, ma di una speculazione molto rischiosa, dal momento che, se le cose dovessero andare male e il rendimento dovesse lievitare al 10%, allora ci si perderebbero gran parte dei soldi investiti”. I Btp decennali, dice, sarebbero un investimento meno rischioso se il tasso scendesse al 4-5% mentre ai tassi attuali ”per le banche italiane, acquistare bond italiani è praticamente senza rischi dal momento che se l’Italia saltasse, allora automaticamente salterebbero anche gli istituti di credito”.
Oggi il Tesoro italiano ha piazzato con successo e tassi in calo 11 miliardi di Bot. Nel dettaglio ha collocato 8 miliardi di Bot a sei mesi con un rendimento medio pari all’1,969%, in forte calo rispetto al 3,251% fatto registrare nell’ultima sta di fine dicembre. E’ la prima volta dallo scorso giugno che il rendimento dei Bot a 6 mesi scende sotto il 2%. Buona la domanda, pari a circa 10,7 miliardi. L’asta ha poi riguardato 3 miliardi di Bot con scadenza 27 dicembre 2012, con un rendimento del 2,214% e richieste per 5,4 miliardi circa.
Dopo l’asta lo spread Btp Bund ha iniziato la discesa che lo ha portato in giornata sotto quota 400 con rendimento al 5,85% mentre alla chiusura dei mercati viaggiava attorno ai 403 punti. «E’ un segnale positivo ma le tensioni sul mercato interbancario non consentono di dire che il sistema sia tornato a funzionare regolarmente», ha commentato oggi Draghi da Davos. Ma ha sottolineato che ”I mercati stanno esagerando il rischio del debito governativo e questo può andare avanti ancora un po”. Per il presidente della Bce l’Eurozona ha fatto progressi “notevoli” ed è stato evitato un enorme credit crunch.
PEGGIO DELLE ATTESE IL PIL USA
ACKERMANN, PRONTI AD ACCETTARE UN TAGLIO DI QUASI IL 70%
La boccata di ossigeno sul fronte dei titoli di Stato ha allentato la pressione sulle Borse dopo un avvio di seduta difficile, ma la pausa è stata breve e le perdite sono tornate ad ampliarsi. Il Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,02%, il Dax dello 0,43%, il Cac dell’1,32% e il Ftse 100 dell’1,07%. A Wall Street poco dopo la chiusura dei mercati europei il Dow Jones cede lo 0,75% mentre il Nasdaq viaggia attorno alla parità. Nel pomeriggio ha pesato il dato sul pil Usa che nel quarto trimestre è cresciuto del 2,8% (revisione intermedia) contro le attese di un +3% degli analisti. Sale però a gennaio la fiducia dei consumatori. L’indice dell’Università del Michigan è aumentato nel dato definitivo a 75 punti da 69,9. Un valore che batte le attese degli analisti di 74,1 punti e che migliora la lettura preliminare ferma a 74 punti.
Sui mercati rimane l’incertezza legata ai negoziati in Grecia che lascia spazio alle prese di profitto. Il commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn ha rilanciato l’ottimismo: “Se non oggi, l’accordo sulla Grecia sarà comunque entro fine mese. Quindi entro i prossimi tre giorni, che saranno cruciali”. Sul fronte dei creditori privati, ha fatto sentire la propria voce anche Josef Ackermann, il presidente di Deutsche Bank, che in qualità di presidente Iif sta trattando con Atene il taglio del debito greco in mano ai privati:”Abbiamo fatto molto. Siamo pronti ad accettare un taglio di quasi il 70%”. Rimane però alta poi la guardia sul Portogallo: questa mattina i credit-default swap sul debito portoghese sono volati a livelli record raggiungendo i 1.430 punti base, record anche per lo spread decennale, per la prima volta dalla nascita dell’euro a oltre 1.300 centesimi. L’euro quota a 1,3180.
UNICREDIT IN ROSSO, CHIUDE LA RICAPITALIZZAZIONE
FONDIARIA SAI SCENDE SUI TIMORI DI UN AUMENTO DA 1 MILIARDO
A Piazza Affari, nonostante il calo dello spread, il listino cede sotto il peso dei bancari che ieri avevano archiviato la seduta con forti guadagni. Unicredit cede ben il 4,50% nell’ultimo giorno in cui è possibile esercitare i diritti per l’aumento che si avvia al pienone. Tra le new entry diversi imprenditori italiani come il costruttore romano Francesco Gaetano Caltagirone. Che ieri ha rassegnato le dimissioni dalla carica di vicepresidente ed è uscito dal cda di Mps. Dopo il balzo di ieri il titolo Mps oggi cede il 3,34%. Bpm perde il 3,43% . Intesa cede lo 0,69%.
Forti vendite sul Ftse Mib anche su Fiat -4,26% e Buzzi Unicem-3,94%. Fondiaria-Sai, non più sul paniere principale, crolla del 6,72% sulle indiscrezioni di un prossimo aumento di capitale più pesante del previsto. L’aumento di capitale potrebbe infatti salire a 1 miliardo dai 750 milioni già approvati dal cda della compagnia. E’ quanto anticipa il Messaggero rivelando che a spingere in tal senso sono le grandi cooperative azioniste di Unipol, desiderose di fare una radicale pulizia del gruppo Ligresti con svalutazioni sul patrimonio.
FERRAGAMO DOPO I RISULTATI SALE SUL BUY DI DEUTCHE BANK
ENI, IL PIENO PER IL BOND DA UN MILIARDO
In rally Ferragamo +7,19% dopo il buy di Deutsche Bank e all’indomani della pubblicazione dei conti preliminari con un balzo dei ricavi del 26,2%. In luce anche Tod’s +2,36%, Stm +1,89% e Ansaldo Sts +1,48%. Eni (-0,94%) ha fatto il tutto esaurito nell’emissione da un miliardo del bond a 8 anni riservata agli investitori istituzionali. La richiesta è stata fatta da oltre 700 investitori internazionali, soprattutto dal Regno Unito, Francia e Germania.