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La deflazione ridà slancio alle Borse, che fiutano l’avvicinarsi del Qe

La deflazione piace alle Borse. Il giudizio, paradossale, è giustificato dal rimbalzo dei listini dopo la comunicazione che, per la prima volta dal 2009, l’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona è scivolato in terreno negativo, a -0,2%. La reazione dei mercati è legata all’attesa del Qe da parte della Bce, che, a questo punto, sembra davvero scontato.

A metà giornata l’indice Ftse Mib sale dell’1,8%, a quota 18.466, in linea con Madrid (+1,83%). Seguono Parigi (+1,43%) e Francoforte (+1,21%). Londra +1,10%.

S’indebolisce ulteriormente l’euro nei confronti del dollaro, con il cambio a 1,185, dagli 1,189 della chiusura di ieri sera. 

Sul mercato dei titoli di Stato, il rendimento del Btp decennale scende all’1,84%, dall’1,86% di ieri. Lo spread con il Bund si riduce a 139 (-2 punti base). Il benchmark decennale di Atene ha superato invece la soglia del 10%. 

Sul Ftse Mib corre Fiat Chrysler, in rialzo del 3,2%: dopo la conferma della leadership di mercato in Brasile (quota del 21% contro il 17% circa di Gm e Volkswagen) piovono i buy sul gruppo Torino Detroit (Equota, Banca Imi, Banca Akros e Icbi con target price tra 11,4 e 12 euro).

Il Brent segna un calo dello 0,4% ma si riporta sopra la soglia dei 50 dollari al barile, che stamattina aveva bucato per la prima volta dal 2009.

Improvviso capovolgimento di fronte per i titoli petroliferi: Eni ha azzerato le perdite e sale del 2,5%, Saipem +1,5%. 

Recuperano anche le banche, che nella prima parte della mattinata erano negative: Unicredit ha azzerato le perdite e sale dello 0,6%, Monte Paschi +1,4%, Banco Popolare +1,7%. Resta negativa Intesa (-0,1%).

Salgono le assicurazioni: Generali +1,1%, UnipolSai +1,2%. Bene anche Ferragamo (+3,7%, in testa al Ftse Mib) e Atlantia (+3,5%). 

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