La crisi ucraina, con la Russia che ha di fatto preso il controllo della Crimea, porta il panico sui mercati finanziari. In avvio di seduta Piazza Affari (che ripartiva dai massimi del 2011) è arrivata a perdere il 2,35%, per poi limare le perdite nei primi scambi fino al -1,8%. Negli stessi minuti viaggiano in rosso anche le altre Borse europee: intorno alle 9 e 30 Francoforte perde il 2,5%, Londra l’1,45% e Parigi l’1,78%.
Chiusura in ribasso anche Tokyo: l’indice principale Nikkei ha perso l’1,27%, a 14.652,23 punti, sui minimi da dieci giorni, ma comunque in recupero dopo che nella prima parte della seduta aveva ceduto fino al 2,68%. Pesa anche la produzione manifatturiera cinese, che ha registrato a febbraio la più forte contrazione degli ultimi sette mesi, con l’indice definitivo pubblicato da Hsbc scivolato a 48,5 punti, dai 49,5 di gennaio. In controtendenza il listino di Hong Kong, che guadagna l’1,08%, seguito da Shangai, in progresso dello 0,59%.
A subire il contraccolpo più pesante è però la Borsa di Mosca, dove il listino principale Micex arriva a cedere oltre otto punti percentuali, avviando così quella che potrebbe essere la peggior giornata dal febbraio del 2009. Tra le azioni più colpite figurano quelle di Gazprom, in calo di circa dodici punti percentuali.
Sul mercato valutario, la moneta russa crolla ai nuovi minimi storici e porta l’euro a superare per la prima volta la soglia simbolica di 50 rubli, mentre il dollaro sale fino a un passo da quota 37, oltrepassando il record del 2009. In questo scenario, la Banca centrale russa ha annunciato un rialzo inatteso del tasso di riferimento al 7%, dal precedente 5,5%, a causa del manifestarsi di “rischi per l’inflazione e la stabilità finanziaria”.
L’euro si indebolisce nei confronti delle altre divise, passando di mano a 1,3786 dollari, mentre si rafforzano il franco svizzero, salito a 1,2108 sull’euro, e lo yen (139,83 euro), considerati beni rifugio. La stessa avversione al rischio spinge al rialzo l’oro sui mercati asiatici: il metallo giallo quota 1.344,87 dollari in Asia, con un balzo dell’1,4%. Stesso discorso per il petrolio: sui mercati asiatici i future sul Light crude salgono di 1,50 dollari a 104,09, dopo un top da 5 mesi a 104,65 dollari e i future sul Brent avanzano di 2,07 dollari a 111,14 dollari.
Quanto allo spread Btp-Bund, si attesta in avvio a 190 punti base, in aumento dai 185 punti base registrati venerdì in chiusura. Il rendimento del Btp decennale è al 3,47%.
I titoli peggiori a Piazza Affari sono quelli di Unipolsai (-2,99%), Unicredit (-2,95%), Buzzi Unicem (-2,25%), Exor (-2,17%) e Azimut Holding (-1,98%). Male anche Intesa (-1,87%). L’unico titolo in controtendenza sul Ftse Mib è quello di Banco Popolare (+1,5%), che ha confermato l’aumento di capitale.