O entro martedì le principali forze politiche, e in particolare Cinque Stelle e Pd, forniranno “risposte chiare” su come risolvere la crisi di governo con una nuova maggioranza in grado di raccogliere la fiducia del Parlamento o sarà inevitabile tornare alle elezioni anticipate con un Governo di garanzia. È il brusco ultimatum lanciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a conclusione del primo deludente giro di consultazioni.
Quando sembrava che la crisi politica potesse imboccare la via di un accordo tra Pd e Cinque Stelle, le consultazioni al Quirinale hanno in realtà complicato, e molto, la situazione rimettendo tutto in gioco, non escluso il ritorno in campo in extremis della Lega, che attualmente è ancora in fuorigioco.
Il pomo della discordia che ha allontanato Cinque Stelle e Pd da quella che sembrava una via in discesa verso l’accordo per un nuovo governo è il taglio del numero dei parlamentari. Il primo segnale di disaccordo è venuto dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che dopo l’incontro al Quirinale con Mattarella, ha fatto trapelare che tra le condizioni non negoziabili per un’intesa di governo con i Cinque Stelle c’è – oltre alla manovra di bilancio e al ritiro dei decreti Sicurezza di Salvini – lo stop al taglio del numero dei parlamentari.
Il capo politico dei Cinque Stelle, Di Maio, ne ha approfittato subito per rilanciare un programma in 10 punti, in cui il taglio dei parlamentari è invece prioritario, ma senza minimanente citare il Pd come possibile destinatario per una trattativa di governo e nemmeno tagliare definitivamente i ponti con la Lega.
Insomma, dubbi, sospetti, veleni, contraddizioni al posto di “decisioni chiare in tempi brevi” come chiede Mattarella che ha deciso di mettere le principali forze politiche di fronte alle loro responsabilità. Se entro martedì – quando riprenderanno le consultazioni – non saranno in grado di presentare una soluzione di governo capace di raccogliere la maggioranza in Parlamento, la via delle elezioni antiipate sarà inevitabile.
Se così fosse, non sarà ovviamente il Governo Conte a gestire le elezioni ma un Governo di garanzia e non per caso nelle ultime ore è circolata l’ipotesi che a guidarlo potesse essere la vicepresidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia. Ma sono solo prime ipotesi. Di fatti, di fronte al burrone dell’irreversibilità della crisi, l’assemblea dei parlamentari dei Cinque Stelle ha chiesto ai capigruppi del Pd un primo incontro chiarificatore sul destino del taglio dei parlamentari. A sua volta, il segretario del Pd, Zingaretti, ha fatto una mezza marcia indietro sostenendo che i 10 punti presentati da Di Maio al Capo dello Stato sono una base per avviare la trattativa tra Pd e Cinque Stelle per formare un nuovo Governo. Ma la strada resta in salita. Allo stato delle cose, le previsioni che si possono fare sono: 50% Governo Cinque Stelle-Pd e 50% elezioni anticipate.