In due anni, persi 8.000 posti di lavoro e il 50% del fatturato. Sono questi i numeri principali di una crisi, quella del fotovoltaico, dai contorni sempre più inquietanti e definiti. A raccontarla è un indagine di ANIE/GIFI fra le aziende associate. Un’indagine che mostra anche come, nei primi nove mesi del 2013, le ore medi di ricorso alla Cig, nel settore, siano più che raddoppiate rispetto al 2012, tanto che il numero di dipendenti in cassa integrazione è salito fino a 4.000 unità.
Una crisi che, secondo il presidente di ANIE/GIFI Emilio Cremona metter a rischi l’intera sopravvivenza del settore:”Sono oltre 8 mila i lavoratori del fotovoltaico che dal 2011 hanno perso il lavoro. La visione negativa che è stata proposta negli ultimi mesi dai vari stakeholder, aziendali e istituzionali, non rende assolutamente merito ad un settore che ha investito fortemente in ricerca e sviluppo consentendo la riduzione di quasi l’80% dei costi della tecnologia per gli utenti finali”.
Da non sottovalutare, poi, il costo per lo Stato della contrazione del settore: “Duole constatare – prosegue Cremona – che in Italia, dove il rilancio dell’economia dovrebbe essere al primo punto dell’Agenda politica, non ci sia ancora un progetto industriale che valorizzi il miglior investimento del Sistema Paese fatto negli ultimi anni: quello in energie rinnovabili. Progetto che dovrebbe nascere da una seria concertazione fra le varie parti: industria, Governo e sindacati. Il settore del fotovoltaico non ha bisogno di ulteriori incentivi, ma di un sistema di detrazioni fiscali esteso alle aziende che favorisca l’autoproduzione di energia da fonte rinnovabile e permetta la diffusione dei sistemi di accumulo e delle tecnologie per le smart grid”.