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La crescita della fiducia negli Usa spinge le Borse d’Europa in territorio positivo

Milano recupera e chiude a + 0,2,%: merito dei segnali positivi che arrivano dall’America – Bene l’asta dei Btp decennali: il rendimento scende a 5,34% – Spread a quota 356 – Exploit di Stm (+6,8%), scelta per il nuovo cellulare Galaxy – In caduta Mediaset (-2,15%) – In calo la scuderia Ligresti.

La crescita della fiducia negli Usa spinge le Borse d’Europa in territorio positivo

Borse europee sulle montagne russe, in balia delle indicazioni dagli Usa. I listini sono scesi dopo il dato negativo sugli ordini durevoli, per poi risalire sulla base dei numeri della fiducia dei consumatori. Dopo la diffusione dei primi dati Usa i listini hanno azzerato i rialzi di metà giornata. L’indice Ftse/Mib registrava perdite nell’ordine dello 0,49%. Deboli anche Londra (-0,18%) e Parigi (-0,14%). Poi il rimbalzo legato alla fiducia Usa. Milano ha azzerato le perdite e ha guadagnato lo 0,23%, a quota 16.345. Londra, Parigi e Francoforte sono salite tutte e tre dello 0,2%.

Il buon dato sulla fiducia dei consumatori ha cancellato a Wall Street l’effetto dei deludenti dati macro della mattina. L’S&P500 guadagna lo 0,17%, il Dow Jones sale dello 0,11%. Il Nasdaq guadagna lo 0,6%.

In dettaglio: gli ordini dei beni durevoli a gennaio scendono del 4%, assai peggio delle previsioni. Al netto dei trasporti il calo è del 3,2%, contro un’attesa stabile. Il dato è il peggiore negli ultimi tre anni. In calo anche i prezzi delle case nelle prime 20 città Usa, scesi a dicembre del 4% rispetto a un anno fa, peggio rispetto al 3,65% stimato. Invece, la fiducia dei consumatori è balzata oltre le attese, a quota 70,8, quando gli economisti la prevedevano un 63.

In Piazza Affari Intesa scende dell’1,3%, Unicredit sale dello 0,35 %, Ubi +1,37%, Banco Popolare invariata. Tengono bene MontePaschi +1,5%, PopMilano +0,8%.

La maglia nera delle blue chip spetta a Mediaset (-2,15.%). In calo anche Finmeccanica (-1,81%). La star della giornata, al contrario, è stata StM, che guadagna il 7% dopo l’annuncio che la piattaforma NovaThor prodotta della joint-venture St-Ericsson (50% StM) è stata scelta da Samsung per il suo nuovo cellulare Galaxy.

FonSai prosegue la seduta al ribasso (-1,97%), affiancato da Unipol (-1,60%), che appare sempre più vicino al salvataggio del gruppo Ligresti. Profondo rosso per Premafin (-12,42%), già protagonista di una serie di congelamenti per eccesso di ribasso. In equilibrio Fiat (+0,01%) a Piazza Affari dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato Sergio Marchionne, che ha definito “opportunità da esaminare” eventuali alleanze con i costruttori giapponesi Suzuki, cui già oggi Fiat fornisce motori, e Mazda, ex avamposto di Ford nel Sol Levante in risposta all’asse Psa-General Motors. Il titolo del Lingotto, cauto nella mattinata, segna un rialzo dell’1,43% a 4,53 euro.

In Europa non ci sono rimasti molti partner» ha spiegato Marchionne a chi gli chiedeva di possibili alleanze con Mazda e Suzuki. “Il mondo è aperto e possiamo fare cose dappertutto, ora siamo appena tornati dalla Russia, ci stiamo muovendo”.

L’ad di Fiat ha sottolineato che “il 20% circa della capacità di produzione dell’industria dell’auto europea è ridondante”. Per risolvere il problema “serve uno sforzo congiunto a livello europeo”, perché non basta “liberalizzare in Europa se poi soffriamo di inflessibilità a livello nazionale”.

Stamattina si è chiusa con successo l’asta dei titoli di Stato italiani. Il Tesoro ha collocato l’ammontare massimo previsto di 6,25 miliardi di Btp. In particolare, sono stati collocati 2,5 miliardi di Btp a 5 anni con rendimento in calo al 4,19% dal 5,39% della precedente asta, ai minimi da maggio 2011. Il bid-to-cover è risultato pari a 1,412. Boom di domanda per il nuovo Btp a 10 anni: sono stati collocati titoli per 3,75 miliardi di euro, a fronte di richieste per 5,26 miliardi e con un rendimento al 5,5%, ai minimi da agosto e in calo dal 6,08% di fine gennaio. 

Sul secondario stabili i rendimenti. Quello del Btp a dieci anni è al 5,34%, il 5 anni vede il rendimento scendere di 7 punti, al 3,9%. Si restringe lo spread con il Bund a 355 punti.

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