Il clima geopolitico è tempestoso e i paesi più indebitati pagano pegno: lo spread tocca il punto massimo da tre anni (206.30) e Piazza Affari chiude a -0,46%, 20.109 punti base, con le banche in profondo rosso. Deboli anche le altre piazze europee, con l’eccezione di Londra, che viaggia per conto suo, +0,23%. Francoforte cede mezzo punto, Parigi -0,11%, Madrid -0,2%. Wall Street apre in calo e peggiora nel corso della seduta, perplessa di fronte alla politica muscolare del presidente Donald Trump e in attesa dell’avvio del nuovo ciclo di trimestrali. Deboli i finanziari. Fra i titoli peggiori si segnala United Continental, dopo un video su un passeggero prelevato con la forza da un volo, domenica, causa overbooking.
Il dollaro perde leggermente quota. L’euro risale a 1,062, +0,25%. In frazionale discesa il petrolio, Brent -0,55%, 55,67 dollari al barile, dopo la fase positiva, in parte a causa dei nuovi record delle scorte Usa. L’incertezza spinge i metalli preziosi al rialzo: l’oro guadagna l‘1,35% e si porta a 1271,69 dollari l’oncia.
La stessa incertezza invece pesa sul secondario e il differenziale fra decennale italiano e tedesco arriva a 206.30 (+2,28%), rendimento 2,28%. Il Tesoro ha comunque fatto il pieno all’asta dei Bot annuali, per 6 miliardi di euro, con un rendimento lordo in calo, -0,239% (1 punto base in meno rispetto alla precedente asta). Da segnalare il rendimento del decennale francese, prossimo alla soglia dell’1% (+0,96%), con le elezioni presidenziali di aprile che tengono in scacco l’intera Eurozona.
In Piazza Affari oggi pesa soprattutto il settore creditizio. Secondo i dati di Bankitalia, le sofferenze lorde delle banche a febbraio sono tornate oltre la soglia dei 200 miliardi (+ 1,5% rispetto a gennaio), anche se le sofferenze nette sono in calo (-0,4%). “La questione delle banche italiane, delle sofferenze è complessa – sostiene il ministro Carlo Padoan – ha alcuni punti di criticità, ma è anche assolutamente gestibile sia con misure di sistema, che abbiamo introdotto, sia con misure specifiche”. Intanto il ministero delle Finanze avrebbe allo studio il trasferimento a Cdp delle quote in società partecipate per tagliare il debito pubblico. Lo riferisce una fonte di Reuters, a conoscenza della situazione. Il piano, battezzato Capricorno, potrebbe coinvolgere partecipazioni per un valore di almeno 20 miliardi di euro.
Guardando in dettaglio i titoli: tonfo di Banco Bpm -4,35% e Unicredit -3,02%. Scendono Bper -1,35%; Intesa -0,95%; Mediobanca -0,98%. Si muove contro corrente Banca Generali, +0,75%. Bene il risparmio gestito con Azimut +0,94%; debole Finecobank -0,31%.
Le vendite colpiscono pesantemente Stm, -3,64%, in un comparto provato a livello europeo dalle indiscrezioni secondo cui Apple potrebbe tagliare il contratto di fornitura di chip con l’anglo-tedesca Dialog Semiconductor. Voci simili avevano interessato la settimana scorsa l’inglese Imagination Technologies e oggi fanno pensare che il colosso di Cupertino possa avviare una produzione autonoma di chip,
Scendono Buzzi -0,91% e Cnh -0,7%. Perdono quota i petroliferi con Tenaris -0,49%; Saipem -1,24%; tiene la rotta Eni +0,13%. Prevalgono le vendite su Poste -0,8%. Positive le utilities, guidate da Italgas +2,09%. Bene Enel e Snam +0,6%; in spolvero A2a +1,17%. Acquisti per Atlantia +1,66% e Recordati +1,47% dopo l’assemblea di bilancio e la prima trimestrale 2017. Debole Fiat, -0,21%, che vive una fiammata nel corso della seduta, per indiscrezioni sulla vendita della controllata Magneti Marelli.
Fuori dal paniere principale sbanca Autogrill, con la riorganizzazione societaria, +8,1%, 10,1 euro per azione. Si tratta del suo massimo storico e gli analisti vedono la possibilità che, quando verranno separate, le attività estere possano valere molto più di adesso, in linea ai gruppi concorrenti. Boom di scambi con 4,1 milioni di titoli passati di mano. Rally di Sol +7,78%, vicina ai massimi, ancora in scia ai brillanti risultati 2016. Ancora splendente Avio, dopo il gran debutto di ieri: +3,73%.