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La Coppa Italia è della Juve: Vlahovic stende l’Atalanta. Allegri trionfa e si prepara all’addio con qualche veleno per Giuntoli

Una rete di Vlahovic nei primi minuti regala alla Juve la quindicesima Coppa Italia. Nessuna squadra ne ha vinte tante e nessun allenatore ne ha vinte come Allegri che se ne va con la gioia di aver conquistato un nuovo trofeo ma con una vena polemica verso la dirigenza della società

La Coppa Italia è della Juve: Vlahovic stende l’Atalanta. Allegri trionfa e si prepara all’addio con qualche veleno per Giuntoli

Un regalo d’addio. La Juventus vince la Coppa Italia numero 15 della sua storia, la quinta con Allegri in panchina e proprio il tecnico diventa protagonista di un finale infuocato, nel quale, di fatto, viene ufficializzato il divorzio tra lui e il club. Max chiude così un triennio estremamente complicato con un trofeo, che va ad aggiungersi alla qualificazione alla prossima Champions centrata nel weekend scorso. Resta a bocca asciutta, invece, l’Atalanta di Gasperini, autrice di una prova molto deludente: ai bergamaschi rimane ancora il jolly di Dublino e chissà che la batosta di ieri non possa servire da lezione, sia a livello tattico che mentale.

Atalanta – Juventus 0-1, Vlahovic firma la 15esima Coppa Italia della Signora

Sono bastati solo 4’ alla Juventus per vincere la finalissima dell’Olimpico e la firma è quella di Dusan Vlahovic, uno degli uomini più attesi (e discussi). Il suo gol, oltre che confermare le innegabili doti tecniche, ha indirizzato una sfida che sembrava pendere dalla parte dell’Atalanta e che i bianconeri, invece, hanno conquistato meritatamente. La squadra di Allegri ha disinnescato quella di Gasperini con verticalizzazioni rapide e incisive, ritrovando inoltre la fase difensiva della prima parte di stagione: un mix letale per la Dea, orfana di una vera punta come Scamacca e costretta ad attaccare la Juve con un giro palla sterile e cross invitanti solo per i suoi difensori.

I bergamaschi, temutissimi alla vigilia per lo stato di forma strepitoso mostrato con Marsiglia e Roma, hanno prodotto solo due tiri di Lookman (uno fuori di poco, l’altro finito sul palo esterno), uno di Pasalic (respinto da Gatti) e uno di Miranchuk (alto), mentre i bianconeri, oltre al gol sopraccitato, se ne sono visti annullare un altro per un fuorigioco millimetrico (ancora Vlahovic), hanno avuto un’occasionissima con Gatti e recriminano per due rigori non concessi (uno su Vlahovic, l’altro su Chiesa). Più in generale, poi, la Juve ha sempre dato l’idea di poter essere pericolosa, a differenza di un’Atalanta molto più ingolfata del solito, quasi sentisse il peso della posta in palio. Il match, ad ogni modo, è rimasto in bilico fino alla fine e proprio nei minuti conclusivi è arrivato lo show di Allegri, protagonista di uno sfogo senza precedenti contro arbitro, quarto uomo e… Rocchi, “puntato” platealmente al momento dell’uscita dal campo, dopo aver lanciato giacca, cravatta ed essere stato trattenuto dal vice Landucci. L’episodio denota un grande stress non giustificato dalla “sola” finale: dietro c’è molto di più e quanto accaduto nel post-partita, a Coppa conquistata, lo spiega meglio delle parole.

Allegri espulso per proteste, poi caccia Giuntoli durante la festa: “Lascio una Juve vincente”

Il tecnico, una volta smaltita la rabbia, è tornato sul campo per festeggiare la vittoria con giocatori e staff, ma non con Giuntoli: il ds, avvicinatosi per abbracciarlo, si è visto allontanare in malo modo, a conferma di un rapporto più freddo che mai (con Rocchi, invece, è finita tra abbracci e sorrisi). “Sono molto contento per i ragazzi, han fatto un buon lavoro e regalato una gioia alla società, ai tifosi e a me – ha spiegato davanti ai microfoni -. Vincere non è mai facile, ma è nel Dna di questo club. In tanti mi danno fuori dalla Juve, se l’anno prossimo non sarò più l’allenatore lascerò una squadra forte e vincente. La società farà le sue valutazioni, ha il diritto di decidere se cambiare giocatori o mister. Giuntoli? Non è successo niente, a fine partita volevo festeggiare solo con la squadra. Rispetto la società e gli uomini, ma la Juve significa vincere, il resto non conta niente. È una questione di rispetto, comportamenti: ora si festeggia, ma da domani il club si deve preparare a conquistare altri trofei”.

Gasperini amaro: “Siamo dispiaciuti, non delusi. L’assenza di Scamacca ha pesato…”

“Avevamo di fronte un avversario forte, che è andato subito in vantaggio e si è difeso bene, non era facile, ma abbiamo condotto a lungo la gara – l’analisi di Gasperini -. Non abbiamo creato moltissime occasioni, qualcuna per cambiare la partita però c’è stata. Non abbiamo fatto una brutta gara, tutt’altro, è stata dura ed equilibrata e sicuramente il nostro avversario non ha fatto più di noi. Siamo dispiaciuti, non delusi: abbiamo giocato la nostra partita, è stata una sconfitta di misura ma ora abbiamo il campionato e la finale di Europa League. Cosa potevamo fare meglio? Muovevamo la palla un po’ lentamente al limite dell’area, siamo riusciti poche volte a fare la giocata veloce. L’assenza di Scamacca è stata sicuramente pesante, in una partita così ci avrebbe sicuramente dato qualcosa in più”.

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