Peggiorano le Borse europee dopo la chiusura delle piazze asiatiche. Shanghai ha chiuso a -1,2% e Tokyo è andata molto peggio, in forte calo a -3,84. Invariato l’Hang Seng (Hong Kong) mentre l’Ftse China A50 è positivo con +1,26%.
In Europa, dopo un avvio soft, il mercato ha imboccato la via dei decisi ribassi e tutte le principali piazze perdono tra l’1,5 e il 2 per cento. Alle 9.50 Milano perde l’1,83%, Francoforte il 2,19% e Parigi l’1,91%. Sotto tiro sono soprattutto i titoli del lusso con Moncler e Ferragamo a -2,9%.
Cina
L’azionario cinese inizia settembre in calo, con i principali indici che sono arrivati a perdere fino al 5% sui deboli dati della manifattura.
L’indice delle bluechip CSI300 ha chiuso in calo dello 0,1% a 3.362,08, mentre lo Shanghai Composite Index ha chiuso a -1,3% a 3.166,62 punti.
Le small caps hanno registrato pesanti perdite e l’indice CSI500 delle piccole società è affondato del 6,3%.
L’attività nel settore manifatturiero in Cina si è contratta al ritmo più veloce in tre anni ad agosto, rafforzando i timori di un più repentino rallentamento della seconda economia mondiale.
Gli investitori ignorano ampiamente le nuove misure di stimolo presentate dal governo, compreso un ulteriore allentamento delle regole sugli investimenti in immobili, le politiche per sostenere fusioni e acquisizioni e buy-back da parte delle società quotate.
“Si tratta di misure inadeguate. E’ come tentare di spegnere un grosso incendio con un bicchiere d’acqua”, dice Yang Hai, strategist di Kaiyuan Securities.
Le blue-chip, compresi i giganti energetici PetroChina e Sinopec, sono invece salite, contribuendo a limitare le perdite.
Tokyo
Forte ribasso per la Borsa di Tokyo penalizzata fin dall’avvio dal nervosismo del mercato dopo i dati negativi sull’andamento dell’attivita’ manifatturiera in Cina. L’indice dei titoli guida, il Nikkei 225, ha chiuso ai minimi di seduta a quota 18.165,69 con una perdita di 724,79 punti (-3,84%)
Sull’andamento dei corsi ha pesato anche l’apprezzamento dello yen nei confronti del dollaro Usa, elemento che penalizza le grandi blue chip esportatrici nipponiche. L’incertezza sui tempi delle scelte della Fed sui tassi Usa contribuisce, secondo gli operatori, ad alimentare il nervosismo degli investitori sull’azionario e la volatilita’ del mercato.