La stanchezza dell’oro negli ultimi tempi si spiega anche con una minore domanda del metallo giallo nei paesi che più degli altri comprano oro per gioielleria e per tesaurizzazione: la Cina e soprattutto l’India. Nei primi tre mesi di quest’anno la domanda combinata dei due giganti asiatici è scesa del 6,4%, a 462,8 tonnellate da 494,7 nel primo trimestre del 2011. I vezzi dentali e ornamentali dell’oro cominciano ad appannarsi, dopo la forte crescita del prezzo dell’oncia, che ha superato i 1900 dollari l’anno scorso. Adesso è intorno ai 1550 dollari, ma la domanda è egualmente fredda, dopo l’impennata che aveva visto i prezzi salire senza sosta dai 950 dollari l’oncia di metà 2009.
L’ammorbidimento della domanda non ha impedito uno storico sorpasso. In questo primo trimestre dell’anno l’India, da sempre in cima alla Hit Parade dei consumatori di oro, ha visto salire al centro del podio la Cina, che ha assorbito 255 tonnellate (+7%) contro le 208 dell’India (-19%). In India anche la svalutazione della rupia ha contribuito, esacerbando la crescita dei prezzi domestici.