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La Cina riparte e la Fed è pronta al rialzo dei tassi, ma i mercati non hanno paura

Il rialzo dei tassi si avvicina, lascia apertamente capire Janet Yellen. Ma i mercati non sembrano spaventati. Anzi, sembra ormai superato il pericolo Cina, che a settembre aveva suggerito alla Fed di rinviare la mossa. Il Toro, infatti, è ormai tornato alla carica in Asia. La Borsa di Shanghai guadagna stamane il 2%, che va ad aggiungersi al +4,3% di ieri. Dai minimi di agosto il listino sale del 20%, varcando così la soglia del Bull Market. A favorire il balzo in avanti è la convinzione che l’economia del Drago abbia ornai raggiunto una sorta di nuovo equilibrio con una crescita attorno al 7% “protetta” dalle misure delle autorità. 

Borsa in rialzo anche a Tokyo (+0,9%), favorita dal rialzo del dollaro. La valuta Usa è scambiata a 1,0856 contro l’euro. Segna il passo Wall Street, dopo i recenti rialzi: Dow Jones – 0,3%, S&P 500 -0,4%, Nasdaq dello 0,1%. La mini frenata è dovuta alla correzione al ribasso del petrolio, dopo i dati settimanali sulle scorte Usa: il Brent è scivolato di oltre il 3% a 48,6 dollari al barile, ben al di sotto dei 50 riconquistati il giorno prima, e il Wti a 46,32 dollari.

Dopo la chiusura sono arrivati i conti di Facebook che nel trimestre ha superato la soglia del miliardo di utili attivi. Il titolo è salito del 3,8% nell’after hours. Di grande rilievo, anche psicologico, il balzo del campione dell’auto elettrica, Tesla +11% nel giorno del nuovo tonfo di Volkswagen (-9,5%), già leader del mercato tradizionale.

YELLEN: LA SVOLTA SARA’ GRADUALE

A dominare l’attenzione è stata Janet Yellen, assai più chiara ed esplicita del solito: “I mercati dovrebbero focalizzarsi sul percorso di rialzo dei tassi, che sarà estremamente graduale, piuttosto che sul primo rialzo”. Il tono e le parole del presidente della Fed ieri al Congresso hanno convinto anche i più scettici che, salvo sorprese clamorose, tutto è pronto per il ritocco all’insù il costo del denaro, il primo dopo otto anni. Ma che non si tratterà di una svolta: la politica della Banca centrale Usa resterà espansiva. 

A rafforzare la previsione hanno contribuito i dati in arrivo dall’economia reale che, ha sottolineato Yellen, “sta andando bene”: ad ottobre il numero degli occupati nel settore privato è cresciuto di 182mila unita, 2mila in più delle previsioni degli analisti. Il mese prima la crescita era stati di 190mila nuovi occupati. Buone indicazioni anche dall’Ism manifatturiero: a ottobre sale a 59,1 punti, dai 56,9 del mese precedente, decisamente sopra le stime degli analisti, pari a 56,5 punti. Ora l’appuntamento è con i dati del mercato del lavoro in arrivo domani. Non è esclusa una certa volatilità dei mercati. 

FRENA MILANO. GIU’ FRANCOFORTE 

Incerta l’Europa. A sostenere i listini del Vecchio Continente è l’attesa di nuovi stimoli monetari in Europa da parte della Bce. A deprimere il buonumore, per contro, il nuovo shock Volkswagen e la debolezza del comparto bancario. Negativa ieri la chiusura di Milano: l’indice FtseMib si assesta in calo dello 0,6%. Ha fatto peggio Francoforte (-1%). Parigi e Madrid segnano in chiusura progressi dello 0,2%. 

GIU’ INTESA. BOB DIAMOND VUOL SOFFIARE ARCA AD ANIMA

Pesa ancora sul mercato infatti la delusione dei conti di Banca Intesa (-2,1%) che ha aperto la stagione delle trimestrali del credito con risultati giudicati mediocri, compensati in parte dalla promessa di dividendi più alti. L’esame dei gruppi del credito proseguirà domani con i conti di Monte Paschi (-1,28%). Il giorno clou sarà martedì 10 quando si terranno i Cda di Carige, Bpm e Banco Popolare (+0,77%). La presentazione del business plan di Unicredit (+0,26%) si terrà mercoledì 11.

Secondo Standard & Poor’s la crescita attesa in Italia nel 2015 e nel 2016, dopo una lunga e profonda recessione, sarà nel complesso contenuta e insufficiente per tradursi in un miglioramento materiale dei profili di credito delle banche. 

Vendite sui titoli del risparmio gestito alla vigilia del cda di Azimut (-1,9%) e di Mediolanum (-1,01%). La società di investimento Usa Atlas Merchant Capital capitanata dall’ex ceo di Barclays Bob Diamond ha presentato un’offerta non vincolante per Arca, la Sgr partecipata da alcune banche popolari, valorizzandola circa un miliardo di euro. Accusa il colpo Anima (-4,8%), interessata all’acquisizione. 

TELECOM FA SBOOM: OGGI IL CDA SUI CONTI

Si smorza l’appeal speculativo su Telecom Italia (-3,6%) dopo l’audizione in Consob di Xavier Niel. L’imprenditore francese ha dichiarato che non ha azioni né diritti di voto immediatamente disponibili e non ha agito in concerto con altri quando ha costruito la propria posizione lunga sul 15,14% del capitale. Anche Vivendi ha affermato che non si sta muovendo in coordinazione con altri partner per preparare il terreno al lancio di un’offerta.

Il conglomerato media francese ha il 20,1% del capitale dell’operatore telefonico. Di tutto questo si parlerà a margine del cda che oggi dovrà esaminare i conti del terzo trimestre e fare il punto sugli altri dossier caldi: Metroweb e l’eventuale fusione in Brasile tra Tim Brasil e Oì. 

IL DRAMMA VOLKSWAGEN SCHIACCIA L’AUTOMOTIVE

Nuova seduta da incubo per Volkswagen (-9,5%, a quota 100 euro). Il crollo del titolo di Wolfsburg è stato innescato stavolta dalla denuncia di irregolarità nelle emissioni di CO2 su 800mila veicoli (di cui 98mila con motori a benzina), con costi stimati preliminarmente a circa 2 miliardi di euro. Poi, a pochi minuti dalla chiusura, è arrivata la notizia che Volkswagen e la controllata Audi hanno sospeso la vendita di tutti i modelli diesel negli Stati Uniti: un ulteriore elemento che ha penalizzato il titolo facendolo chiudere sui minimi di seduta.

Con Volkswagen (che a mercati chiusi ha subito anche il taglio del rating da parte di Moody’s) a Francoforte hanno perso terreno anche Daimler (-2%) e Bmw (-1,2%) mentre a Parigi Peugeot ha lasciato sul terreno l’1,9%. A Milano, invece, Fca cede il 2,68%, a 13,07 euro. Pesano sia le indicazioni negative provenienti dal mercato brasiliano che le indiscrezioni sul possibile rinvio del piano di rilancio di Alfa Romeo e le vendite deboli di Maserati negli Usa.

PREMIATE FINMECCANICA E PRYSMIAN 

Tra le note più liete spicca il rialzo di Finmeccanica (+1,6%), che ha annunciato risultati del terzo trimestre migliori delle attese. L’utile netto dei primi nove mesi dell’anno, incluso il comparto trasporti, è stato di 160 milioni, dalla perdita di 24 milioni dello stesso periodo 2014. Il management ha confermato i target del 2015. Forte rialzo per Prysmian (+3,6%) in attesa dei risultati trimestrali.

Tra i petroliferi sale Saipem (+0,5%), nonostante Barclays abbia ridotto il rating sul titolo a underweight da equalweight con target price ridotto a 9 euro da 10,7 euro. Macquarie ha abbassato la raccomandazione a underperform da neutral (Tp fissato a 7 euro). Arretrano Eni (-0,7%) e Tenaris (-1,4%). 

IL LUSSO RIPARTE CON LA CINA. TOD’S ALLUNGA IL PASSO 

Il recupero dell’economia cinese si è subito riflesso sull’andamento del lusso. Spicca nel settore il rialzo di Tod’s (+4%), promossa da Hsbc, che ha alzato il giudizio a Buy da Hold. In positivo anche Moncler (+1,66%), Ferragamo (+1,14%) e Luxottica (+1,13%).

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