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La Cina riduce ancora la riserva obbligatoria

I mercati asiatici, ancora ipnotizzati dalla tragicommedia greca, hanno trovato qualche motivo di sollievo nel taglio del coefficiente di riserva obbligatoria in Cina. Si tratta di un taglio difensivo, cioè deciso per sostenere l’economia che dà, secondo la recente messe di dati, segnali di rallentamento. L’indice dei prezzi al consumo rivela una riduzione dell’inflazione tendenziale, da 3.6% a 3.4. Ma il ‘rallentamento’ in Cina è sempre una questione relativa. La produzione industriale in Aprile ha segnato un progresso del 9.3%  – il più basso in tre anni – mentre l’aumento anno su anno delle vendite al dettaglio ha ‘rallentato’ al 14.2% dal 15.1 di marzo. E gli scambi con l’estero segnano un modesto +0.3% (tendenziale) per l’import e 4.9% per l’export.

A Shanghai la Borsa ha accolto positivamente la misura di stimolo monetario, ma il progresso è limitato allo 0.2%, come per l’indice regionale MSCI Asia Apex 50. L’euro, in presa diretta con le tensioni ad Atene, è sceso sotto quota 1.29 contro dollaro.

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