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La Cina riapre i battenti e dà fiato alle Borse, mentre il petrolio supera la soglia dei 120 dollari a barile

La ripartenza della Cina incoraggia le Borse, mentre il petrolio sembra inarrestabile e supera i 120 dollari al barile – Via libera Usa all’Eni per il petrolio del Venezuela

La Cina riapre i battenti e dà fiato alle Borse, mentre il petrolio supera la soglia dei 120 dollari a barile

Euro in salita, ai massimi da sette anni sullo yen, in attesa della riunione della Bce. Ma anche la conferma che i nuovi tetti alla produzione di petrolio decisi dall’Opec+ non sono sufficienti a fermare l’ascesa del greggio, balzato stamane a 121 dollari. Più che le manovre Usa per trovare fornitori alternativi al greggio russo, pesa sul mercato la prospettiva della ripresa dei consumi dell’economia cinese. Segnali di ripartenza si mescolano così a inviti alla prudenza in attesa dei nuovi dati Usa sull’inflazione, in uscita il prossimo venerdì. Per ora, sull’onda dei dati del lavoro americani, i mercati scelgono la via di un cauto ottimismo.

Boom dell’auto elettrica cinese: BYD +6%

Le blue chip cinesi avanzano dell’1,2% sull’onda della ripresa dell’indice Caixin dei servizi, salito a 41,4 punti (contro 36,2) in rapido recupero verso quota 50 dopo la fine delle restrizioni da Covid -19.

L’Hang Seng di Hong Kong sale dell’1%. Hang Seng Tech +2,4%. Si mettono in luce i produttori di auto elettriche dopo la pubblicazione dei dati sulle vendite di BYD, il titolo della società con sede a Shenzen, in rialzo del 6%.

Avanza anche il Giappone (+0,3%), ultimo baluardo della politica dei tassi negativi. L’euro sale oltre i 140 yen, ai massimi dal 2015. La moneta unica tratta sui massimi anche nei confronti del dollaro, a 1,0722.

Avvio di settimana in lieve ribasso per i mercati azionari dell’Australia e dell’India. Sulla parità Singapore. Borsa di Seul chiusa per festività.

Partenza in salita per Eurostoxx e S&P 500

In ascesa i future sia sull’apertura europea (+0,6% l’Eurostoxx) sia su quella della City (+0,9%), che riapre i battenti dopo il Giubileo. Positivi anche i derivati su Nasdaq (+0,6%) e S&P 500 (+0,4%).

Il Treasury Note a dieci anni tratta al 2,94% di rendimento. Il Btp ha chiuso la settimana al 3,18%.

Aramco alza in prezzi, Biden apre al petrolio pirata

In grande evidenza il petrolio. Saudi Aramco ha aumentato di 2,5 dollari il barile il prezzo di listino del suo greggio più pregiato, arrivando così a 6,5 dollari sopra il valore di riferimento per l’Arab Light: il consensus si aspettava un incremento di 1,5 dollari.

Via libera a Eni e a Repsol a Caracas

Le leggi del mercato per ora battono quelle della politica. La Casa Bianca sta infatti lavorando per aumentare la rete di produttori in grado di compensare il prossimo embargo alla Russia. È di ieri la notizia, rilanciata da Reuters, che Washington si accinge a levare l’embargo al Venezuela a vantaggio delle due compagnie europee presenti nel Paese: l’Eni e la spagnola Repsol. Le due compagnie potranno cominciare a importare il petrolio venezuelano a partire dal prossimo mese per rimpiazzare in parte il greggio russo, oggetto delle sanzioni. Gli Usa, scrive Bloomberg, potrebbero anche consentire all’Iran di immettere petrolio nei mercati globali senza una ripresa dell’accordo nucleare del 2015. Gli Stati Uniti, semplicemente, chiuderanno un occhio, lasciano circolare le petroliere con il greggio iraniano, ha detto in un podcast il capo delle attività dell’Asia di Vitol, Mike Muller.

Morgan Stanley: la liquidità spiega il boom del turismo Ue

Secondo Morgan Stanley, le famiglie europee siedono su un tesoretto di 700 miliardi accumulato durante la pandemia, un capitale che spiega in buona parte il boom delle partenze di inizio estate che ha in pratica mandato in tilt gli aeroporti inglesi, lo scalo di Amsterdam e pure gli hub italiani. Il fenomeno ha sfidato le preoccupazioni per l’Ucraina e quelle per l’inflazione rampante, oggi all’8,1%. È in questa cornice che i mercati si avvicinano alla riunione del direttorio della Bce di giovedì 9, seguita dalla conferenza stampa di Christine Lagarde.

Bce, in discussione l’entità dell’aumento

È scontato che nell’occasione la Banca centrale annuncerà sia la fine degli acquisti di titoli sul mercato secondario che un primo aumento dei tassi nella riunione di luglio. Ma sarà importante capire dalle parole della presidente Lagarde se sarà prevalsa la tesi di un aumento graduale (non più di 25 punti prima di settembre) oppure se l’impennata dell’inflazione avrà convinto i banchieri a procedere a un intervento più robusto, cioè 50 punti e la fine immediata della stagione dei tassi negativi sui depositi presso la banca centrale. Ovvero quello, del resto, sembra l’orientamento dei mercati che hanno già accelerato la crescita dei rendimenti dei Btp.

In silenzio i banchieri della Fed

L’inflazione è comunque al centro delle preoccupazioni un po’ a tutte le latitudini. Venerdì usciranno i dati sul carovita della Cina e, soprattutto degli Stati Uniti. Le previsioni degli analisti si dividono: alcuni pensano che il picco dei prezzi, almeno quello legato all’energia, sia ormai alle spalle. Altri, impressionati dagli ultimi dati in arrivo dal mercato del lavoro, ritengono che la Fed debba accelerare la stretta sul costo del denaro.

Nell’ultima settimana diversi banchieri della Fed si sono espressi per un aumento dei tassi di mezzo punto. Nei prossimi giorni i membri del board osserveranno il silenzio in vista della riunione del 14 e 15 giugno.

L’onda lunga, intanto, si è estesa ad altri mercati. È previsto l’aumento dei tassi sia in Australia che in India.

Wall Street alle prese con le “profezie” di Musk

È più pericoloso il rischio recessione o la fuga in avanti dei prezzi? Elon Musk afferma che Tesla ha bisogno di ridurre il personale di circa il 10%, aggiungendo di avere una “pessima sensazione” sull’economia. Parole che riecheggiano quelle del numero uno di JP Morgan, Jamie Dimon, che pochi giorni fa aveva previsto un “uragano” in arrivo sull’economia Usa. Biden ha replicato: “Ford sta aumentando gli investimenti, Stellantis sta facendo investimenti simili. Molta buona fortuna a Musk nel suo viaggio sulla Luna”.

Apple riunisce i produttori di App e sceglie il Vietnam

Sul fronte societario, da segnalare la conferenza degli sviluppatori delle app di casa Apple. La Mela ha ormai avviato lo spostamento delle sue produzioni dalla Cina. L’Ipad sarà prodotto d’ora in poi in Vietnam. Non è una ritorsione politica: il lockdown di Shanghai e di altri centri produzione dei fornitori di Apple hanno causato danni per almeno 4 miliardi di dollari, di qui la volontà di diversificare i fornitori.

Intanto, per la prima volta, il tasso di crescita delle economie del Sud Est asiatico (oltre al Vietnam, Indonesia, Malaysia, Thailandia, Filippine e Singapore) ha superato quello di Pechino.

Salario minimo, oggi in arrivo la direttiva Ue

Da seguire gli ordinativi all’industria tedesca. Tra gli altri appuntamenti macro da segnalare, mercoledì la diffusione dell’Economic Outlook dell’Ocse e nello stesso giorno il dato sul Pil dell’Eurozona. Venerdì uscirà il dato preliminare dell’indice Michigan sulla fiducia dei consumatori Usa a giugno.

Oggi potrebbe essere un giorno cruciale a livello europeo per arrivare a un accordo sulla direttiva riguardante il salario minimo. Il tema sta provocando anche un forte dibattito in Italia, con il ministro della Pa Renato Brunetta contrario alla sua introduzione per legge, mentre il segretario dem Enrico Letta lo ritiene un tema fondamentale. Una posizione favorevole l’ha espressa anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco.

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