La Repubblica popolare vuole misurare il benessere dei cinesi, ma non attraverso l’indicatore universalmente riconosciuto: il Prodotto Interno Lordo. Dopo il Butan, che aveva lanciato la “Felicità Interna Lorda” – che misura il buon governo, la sanità e la vitalità culturale – la Cina ha inaugurato il suo primo indice che misura “l’armonia sociale nelle zone rurali”.
I criteri presi in considerazione sono, secondo il Partito Comunista cinese, quelli più strettamente connessi ai valori della “società armoniosa”: “la democrazia, la giustizia, l’onestà, il dinamismo, la stabilità e l’armonia tra gli uomini e la natura”.
L’indice mostra che l’armonia sociale nelle campagne cinesi si attesta poco oltre i 59 su 100, stando all’ultimo rapporto del Centro studi rurali dell’Università Normale di Cina. Secondo lo studio, le zone rurali si situano in alto in termini di “onestà” (83,65 punti), ma sono indietro per “armonia tra l’uomo e l’ambiente” (50,74 punti).
Il concetto stesso di “società armoniosa” era stato introdotto dal precedente presidente Hu Jintao, che ne aveva fatto il leitmotiv delle sue politiche per una maggiore coesione della Repubblica Popolare. Ma lo slogan era presto diventato oggetto di scherno con la moltiplicazione, negli anni scorsi, di manifestazioni, disordini sociali, violenze, malcontento contro la corruzione, gli espropri, i salari non pagati e gli abusi della polizia.
La forte crescita della Cina si accompagna, in effetti, a un rapido aumento delle disuguaglianze sociali e a gravi danni ambientali.