Nel 2012 la Cina crescerà “solamente” del 7,5%, meno dell’8% stimato in precedenza. Ma, come aveva già annunciato un rapporto della Banca Mondiale, non si tratta di una frenata a seguito del rallentamento globale, quanto piuttosto la decisione interna di preferire un sviluppo più sostenibile a una crescita sregolata. Lo ha dichiarato il premier cinese Wen Jiabao alla sessione annuale del Parlamento questo lunedì. “Intendiamo promuovere un sviluppo stabile e robusto dell’economia, tenere i prezzi stabili e rimanere in guardia contro i rischi finanziari, tenendo l’offerta totale di moneta e credito ad un livello appropriato e adottando un approccio cauto e flessibile”, ha dichiarato il primo ministro.
Dunque tenere sott’occhio l’inflazione è l’altra priorità della Repubblica cinese per il 2012. Il target annuale è stato fissato al 4%. A gennaio si è registrato un 4,5%. Per quanto riguarda i conti pubblici, si prevede un aumento del deficit all’1,5% del Pil dall’1,1% del 2011. L’obiettivo di crescita per l’aggregato monetario M2 è stato fissato al 14%.
Sul fronte macroeconomico invece l’indice Pmi-Hsbc servizi (purchase and manufacturing index relativo al settore terziario) ha segnato a febbraio il dato più elevato negli ultimi quattro mesi a 53,9 punti dai 52,5 di gennaio.