I listini cinesi sono chiusi per le festività del Capodanno. Ma dal paese del Drago arrivano lo stesso cattive notizie: l’indice Pmi sull’attività manifatturiera segnala il calo più massiccio della produzione industriale degli ultimi sei mesi a quota 50,5%, al confine tra espansione e recessione. Ancor più negativo il report di Hsbc: a gennaio l’economia cinese ha subito una contrazione. La frenata complica i problemi del sistema, alle prese con le difficoltà della “ finanza ombra” (6.000 mila miliardi di dollari).
La borsa di Tokyo accusa un calo attorno all’,15%, seguita dal listino di Seul -1%. Sono chiuse per la festività cinese, oltre a Shanghai, anche le Borse di Hong Kong, Taiwan, Malaysia e Vietnam. E’ in questa congiuntura che comincia il regno di Janet Yellen, da oggi alla guida della Federal Reserve.
BANCA INTESA METTE IN CANTIERE LA BAD BANK
Rivoluzione in vista in Banca Intesa. Secondo il Financial Times, il piano strategico che il ceo Carlo Messina presenterà il prossimo 28 marzo, prevede la creazione di una bad bank interna cui destinare i crediti dubbi. La strategia dovrebbe favorire una maggior attenzione degli investitori verso le potenzialità dell’istituto che, sottolinea il quotidiano britannico , vale in Borsa solo i due terzi dei valori di libro, assai meno dei competitors. Il piano strategico prevedrà anche una road map per l’uscita da Alitalia e Telecom.
BORSE, IL GENNAIO PEGGIORE DAL 2010
E’ stato infatti il gennaio peggiore degli ultimi quattro anni. L’indice globale dei mercati azionari è sceso del 4,1%, mentre le obbligazioni sono salite dell’1,4 per cento: l’esatto opposto delle previsioni di fine 2013. Per la prima volta dal 2010 tutti i mercati azionari dei Paesi Avanzati ( Usa, Eurozona, Regno Unito e Giappone) hanno chiuso il mese di gennaio in rosso: l’indice Standar & Poor’s arretra a New York del 3,9%, Eurofirst perde l’1,9%, l’inglese Ftse 100 segna – 3, 5%. A Tokyo l’indice Nikkei cala dell’8,5%.
Nel corso del mese 12 miliardi di dollari sono usciti dai fondi azionari investiti nei Paesi Emergenti. L’esodo è stato particolarmente accentuato nell’ultima settimana: -6,3 miliardi , il dato più rilevante dall’agosto 2011. Massicci anche i disinvestimenti dai fondi obbligazionari: -4,6 miliardi a gennaio, 2,7 miliardi nell’ultima settimana.
BCE, LE ARMI IN MANO A DRAGHI
Si inquadra in questa cornice l’appuntamento più importante della settimana: la riunione della Bce di giovedì prossimo. Il mix deflazione /aumento della disoccupazione rende ormai urgente l’azione di Mario Draghi. Ma quali spazi di manovra ha a disposizione il presidente della Bce? Venerdì sul mercato è piovuto l’indiscrezione di The Wall Street Journal secondo cui la Bundesbank sarebbe favorevole a interrompere la sterilizzazione del portafoglio di bonds governativi in mano alla Bce.
Quando la Bce varò nel 2010 il Securities Market Program, mediante il quale fini con l’acquistare oltre 200 miliardi di bond greci, portoghesi irlandesi e poi italiani e spagnoli, la condizione imposta dai tedeschi per acconsentire, fu che questi acquisti venissero “sterilizzati” mediante il drenaggio tramite reverse repo settimanali delle quantità di liquidità usate per effettuare gli acquisti. Attualmente il portafoglio residuo ammonta a poco più di 170 miliardi. L’effetto diretto della sospensione sarebbe quindi di aumentare la liquidità in eccesso nel sistema di un ammontare analogo. Una sorta di mini-Ltro, che potrebbe riportare i tassi monetari in linea con il repo Bce.
Altre armi in mano a Draghi sono: a) taglio dei tassi dallo 0,25% allo 0,10% (per ora improbabile); 2) tasso negativo sui depositi presso la Bce (improbabile); 3) nuovo Ltro, stavolta condizionato all’erogazione di prestiti alle imprese (mossa inedita); 4) acquisto di prestiti bancari cartolarizzati , ipotesi suggerita Davos dallo stesso Draghi.
BTP, VERSO NUOVI RECORD
Nel corso di febbraio le emissioni di titoli a medio-lungo termine si situeranno tra i 65 e i 75 miliardi di euro. Le aste italiane si terranno tra il 12 ed il 14 di febbraio. Proprio per il giorno di San Valentino è in calendario il verdetto di Moody’s sul rating Italia (oggi Baa 2, due scalini sopra la categoria dei junk bond). Il livello dei tassi lascia prevedere nuovi record al ribasso dei rendimenti, vista l’alta domanda per i periferici. A gennaio i titoli portoghesi hanno reso il 7,7%, seguiti da Spagna (+3,2%), Irlanda (+3%) ed Italia (+2%). Da rilevare che il tapering non ha comportato, per ora, un’impennata dei T bond Usa disceso al 2,66%. Goldman Sachs prevede entro la fine dell’anno uno yield del 2,25-2,5% per i Bond a 5 anni, del 3-3,35% per il dieci anni.
OGGI I CONTI DI ENEL GREEN POWER
Tra gli appuntamenti della settimana spiccano la trimestrale di Enel Green Power (oggi ) e di Enel (martedì). Negli Usa danno i conti Walt Disney e Twitter (mercoledì) , Aol, Linkedin e Gm ( giovedì). In Europa Credit Suisse, Daimler e Swisscom (giovedì).
MICROSOFT 2.0. NADELLA NUOVO CEO, THOMPSON AL POSTO DI GATES
E’ prevista in settimana la staffetta in casa Microsoft. Dopo una lunga selezione, il board del colosso di Seattle ha deciso di promuovere ad erede del ceo Steve Ballmer un manager interno, ovvero Satya Nadella, 46 anni, indiano di Hyderabad, atttuale dirigente dei server e primo responsabile della migrazione sul cloud dei servizi del gruppo. John Thompson, ex Symantec, sostituirà Bill Gates alla presidenza. Il fondatore non lasia l’impresa. Anzi, assicurano da Seattle, parteciperà da vicino alla ricerca.
Thomson, nel board di Microsoft dal 2012, è stato il critico più eplicito della gestione di Ballmer. Alla nuova squadra il compito di rilanciare l’immagine di Microsoft quale società leader nel mondo tech. Oggi il gruppo, pur solido e ricchissimo, tratta a 13 volte gli utili, il 25 per ento in meno della media del settore tech.
TELECOM, NUOVO CDA AD ALTA TENSIONE
Telecom Italia archivia la settimana con un lusinghiero +14,1%, in buona parte legato al rinnovato interesse di Naguib Sawiris per l’ex incumbent italiano. I riflettori sono ora concentrati sul consiglio di amministrazione del 6 febbraio che dovrà dare una risposta alle inquietudini del premier Enrico Letta che , a proposito della rete, presentando il “Rapporto Caio” sulla banda larga, ha ammonito che l’ipotesi dello scorporo è una “extrema ratio se non vengono raggiunti gli obiettivi di sviluppo della banda larga”.
Marco Fossati, leader delle minoranze, ha detto in un’intervista che intende collaborare con Telco sulla modifica dello statuto per cambiare i meccanismi di voto. Attualmente i quattro quinti sono nominati dalla lista di maggioranza, che è stata finora la lista Telco. “Abbiamo messo a disposizione i nostri avvocati per trovare un consenso (sullo statuto), vogliamo avere una funzione di collaborazione, la critica da sola non serve a nulla”, ha aggiunto Fossati. Fossati, che si è detto scettico sulle intenzioni di Sawiris, concorda con lui su un punto: Tim Brasil non s’ha da vendere.
BANCHE SOTTO LA SCURE DEGLI AUMENTI
Brilla sul mercato la stella di Intesa (+9,1% in settimana) e di Ubi (+7%), istituti al riparo dal rischio di dover chiedere forti iniezioni di capitale ai soci. Settimana difficile invece per il Banco Popolare (-9.9% in settimana) punita da un brusco calo del 15% dopo l’annuncio dell’aumento di capitale. Ma, dopo lo sgomento iniziale, la banca ha ridimensionato i danni grazie a Moody’s. L’ agenzia di rating ha cambiato l’outlook, portandolo da negativo a positivo, confermando il rating Ba3.
“L’outlook positivo riflette le misure prese dalla banca per rafforzare l’adeguatezza patrimoniale”, una nota. “I maggiori livelli di capitale aumentano la resilienza della banca in vista della verifica della Bce – si legge ancora – Il rafforzamento del capitale aumenterà inoltre la flessibilità della banca per affrontare gli effetti del debole contesto economico in Italia”.
Sotto tiro anche il Monte Paschi -5,5% in attesa che spunti, magari in settimana , un possibile compratore della quota del 20-22,5% messa in vendita dalla Fondazione.
Tra i titoli finanziari peggiori ci sono pure UnipolSai -5,4% le Generali -6,7%. E’ probabile che il Fondo Strategico Italiano, abbia iniziato la vendita del pacchetto (4,5% in tutto) della compagnia trietina che dovrà essere dismesso entro il 2015.
ARIA D’AMERICA. 1/ FIAT TARGATA USA
La Fiat è il miglior titolo del mese dello Stoxx 600 con un guadagno del 23%, a confronto dell’1,5% del FtseMib. Le nozze con Chrysler da cui nasce il settimo costruttore mondiale mettono in secondo piano i risultati deludenti: il Lingotto ha chiuso il quarto trimestre con un trading profit a 931 milioni di euro, inferiore agli 1,15 miliardi stimati dalla media degli analisti. Per tutto il 2013 i ricavi si attestano a 87 miliardi di euro. Positive le indicazioni sul debito, previsto a 9,8/10,3 miliardi a fine 2014 contro gli 11 miliardi attesi dagli analisti e in aumento dai 6,6 miliardi di fine 2013. L’aumento del debito è legato all’acquisto del 100% Chrysler. Il gruppo stima di chiudere l’anno con un trading profit tra 600 e 800 milioni di euro, sotto gli 1,4 miliardi previsti dal consensus degli analisti, su ricavi per 93 miliardi di euro. Secondo fonti sindacali il piccolo Suv a marchio Jeep, prodotto allo stabilimento di Melfi, sarà presentato al salone di Ginevra a marzo, e la 500X al salone di Parigi a ottobre.
ARIA D’AMERICA . 2/ FINMECCANICA SPERA IN WASHINGTON
Corre anche Finmeccanica +18,1%: il titolo ha toccato a 6,7 euro i nuovi massimi dal luglio 2011. A spingere il titolo sono intervenuti diversi fattori: 1) la più volte uscita dal settore trasporti, ovvero la vendita di Ansaldo Breda e di Ansaldo Sts. 2) I buoni risultati di Atr, la joint-venture al 50-50 con Eads, leader mondiale degli aerei a turboelica per il medio raggio. Il portafoglio ordini a fine 2013 si attesta a 221 velivoli, per un valore stimato in 5,3 miliardi di dollari e rappresenta circa tre anni di produzione. 3) La possibilità di aggiudicarsi nuovi importanti ordini in Usa: entro marzo dovrebbero venire le prime indicazioni dall’agenzia per la sicurezza nazionale (Homeland Security) per la gara da 1,1 miliardi di dollari per la realizzazione del nuovo sistema di controllo dei confini degli Stati Uniti (Integrated Fixed Towers) cui partecipa Finmeccanica.
LUSSO, I SALDI NON FINISCONO PIU’
Continua la frana del lusso, accentuata dalle trimestrali, come nel caso di Tod’s in calo dai massimi di agosto del 45% (-17,8% in settimana). La trimestrale di Ferragamo ,a differenza di quella della società di Diego Della Valle, non ha deluso grazie alla migliore diversificazione geografica dei ricavi, mentre per Tod’s. Nonostante questo, la settimana si chiude con un saldo negativo del 17,1%: gli investitori hanno preferito vendere il titolo e poco può fare il rimbalzino del 3,7% di oggi sui risultati. La lista nera del lusso non finisce qui perché al terz’ultimo posto c’è Yoox che ha ceduto il 14% circa dopo una cavalcata inarrestabile nel corso del 2013 che l’aveva portata a mettere a segno la miglior performance su base annua con un +170%.