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La Cina, dopo 3 svalutazioni, prova a tranquilizzare i mercati: “Non spingeremo giù lo yuan del 10%”

“E’ nostra intenzione mantenere stabile il cambio dello yuan”. Stamane il vice governatore della banca centrale cinese, Yi Gang, ha tenuto a sorpresa una conferenza stampa (evento quasi unico) per tranquillizzare i mercati dopo la nuova svalutazione della valuta. “Le speculazioni su una nostra presunta volontà di spingere lo yuan giù del 10 per cento sono prive di fondamento”.

Le parole del banchiere hanno frenato la nuova discesa della moneta cinese: il renmimbi perde solo lo 0,33%, dopo esser scivolato nel corso della seduta dell’1 per cento. Anche sul mercato di Hong Kong lo yuan ha recuperato terreno. Migliorano anche le valute dell’area, dopo i forti ribassi: il won coreano +1,6%, il dollaro di Singapore +0,5%, il ringgit malese +0,9%.

Recuperano anche le Borse asiatiche, Tokyo guadagna lo 0,4%, Sidney lo 0,6%. Hong Kong +0,2%. In terreno positivo anche Shanghai e Shenzhen +0,3%.

RECUPERA APPLE, GIU’ ALIBABA

La reazione positiva era cominciata a Wall Street: nell’ultima ora di scambi i listini Usa hanno recuperato buona parte delle pesanti perdite della giornata. Il Dow Jones chiude a -0,33% dopo aver recuperato 300 punti dai minimi. In terreno positivo S&P +0,1% che nel corso della giornata era sceso sotto i livelli di inizio anno. Nasdaq +0,15%. La ripresa è legata al rimbalzo di Apple +1,5% (contro il -3% iniziale) ed al rally del settore energia +1,9%, in ripresa dopo i minimi del greggio legati al calo del renmimbi.

Sul fronte societario pesante caduta di Alibaba -5,1%: da risultati emerge il rallentamento degli acquisti dei cinesi on line. Giù anche Yahoo -4,3% azionista del portale.

MA LA STRATEGIA CINESE RESTA UN REBUS

“Possiedo una sfera di cristallo. Purtroppo, però, è di marca cinese. Perciò non so quanto sia affidabile”. Così un operatore dei cambi in attesa del fixing di Pechino delle 9 e un quarto (ora cinese) che ha preceduto di un’ora la conferenza stampa della banca centrale. Stamane la parità è stata fissata a 6,4010 sul dollaro, ovvero l’1% circa in meno della vigilia. Ma il mercato, dopo le indicazioni della People’s Bank of China, ha limitato le vendite. Resta alta, però, l’incertezza. Yi Gang ha sostenuto che il cambio è ormai vicino a livelli normali. Ma gli umori del mercato, preoccupato dalla frenata della seconda economia del pianeta, sono orientati verso nuovi ribassi.   
 
EUROPA SOTTO TIRO. E BERLINO FRENA LA PACE GRECA

Le parole in arrivo da Pechino, oltre alla riscossa di Wall Street dovrebbero favorire la riscossa delle Borse europee dopo la drammatica caduta di ieri. Sotto la pressione della svalutazione cinese Francoforte ha perduto il 3,3%, Parigi il 3,4%. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso in ribasso del 3%.
 
In forte tensione anche i mercati obbligazionari. Il Bund è rimbalzato in scia all’aumento dei Treasuries americani, tradizionale porto sicuro nei momenti di tensione. Lo spread è risalito nel pomeriggio a 120 punti base. La correzione ha risparmiato le scadenze più brevi: ieri mattina i Bot a 12 mesi sono stato assegnati allo 0,011%, minimo storico. 

Sale anche la tensione in vista del vertice dell’Eurogruppo che dovrebbe dare domani il via libera all’accordo tra Atene ed i creditori sul pacchetto di aiuti. A frenare è la Germania che ha fatto pervenire ai partner un documento critico, in cui si chiedono chiarimenti sul voluminoso dossier (400 pagine) messo a punto nelle trattative. Lo scoglio maggiore, però, è l’assenza del Fmi dal prossimo piano di aiuti: Angela Merkel teme che, vista la situazione, il Bundestag dirà no all’accordo.

FIAT CHRYSLER BRUCIA I GUADAGNI DI AGOSTO. RUPIA AMARA PER PIAGGIO

Il settore dell’auto europea è stato, assieme al lusso, il più colpito dai siluri in arrivo da Pechino. L’indice di settore cede il 4% (dopo il -3% di ieri) portandosi sui minimi da metà gennaio. Ne ha fatto le spese anche Fiat Chrysler in ribasso del 6,5% a 13,76 euro, che ha così annullato i guadagni accumulati da inizio agosto. 

Tra i maggiori produttori di auto, FCA è la meno esposta alla Cina dove genera solo il 6% del fatturato, il 4% dell’Ebit e solo il 3% dell’utile per tasse. L’esposizione in Cina del gruppo è essenzialmente legata a Maserati, Ferrari ed alle prospettive di Jeep. 
Ben più rilevante il peso del mercato cinese per Volkswagen -3,5% e Peugeot -4% che, a fronte di un’esposizione del 7% del fatturato in Cina, genera il 21% dell’Ebit e il 38% dell’utile pretasse nel Paese della Grande Muraglia. Sotto pressione anche i gruppi della componentistica. ?Sogefi perde il 6%, Brembo -4,2%. Invariata Pirelli quota 15,04, in linea con il prezzo della prossima Opa di ChemChina, che è diventata ieri l’azionista di riferimento della Bicocca.
 
Piaggio -6,5%. Il titolo è penalizzato dal terremoto che sta colpendo tutte le valute dell’area Asia-Pacifico, dove il gruppo nel primo semestre 2015 ha sviluppato circa 260 milioni di euro di fatturato, pari a oltre un terzo dei ricavi totali (693 milioni di euro). Soltanto in India, Piaggio ha generato circa 170 milioni di euro di ricavi e in questo momento la rupia indiana è scambiata sui minimi dal settembre 2013 contro il dollaro USA e sui minimi dalla metà di giugno contro l’Euro. Tra gli altri titoli industriali pesanti cali per Prysmian -5,14%, Buzzi 4,24%, Finmeccanica 4,54%  e Cnh Industrial 3,96%.

LUSSO, NON SI FERMANO GLI SCONTI IMPOSTI DA PECHINO

Anche il lusso è stato il bersaglio di forti vendite
. L’indice europeo del settore è in calo del 4,4%. A Parigi LVMH lascia sul terreno il 5,5%. ???A Milano, sono state vendute soprattutto le società più esposte alla Cina: Luxottica -5% (il fatturato cinese del gruppo è di oltre 630 milioni), Ferragamo -4,9% (circa un terzo delle vendite della maison è indirizzato al mercato cinese) e Yoox -4,3%. Giù anche Moncler -4% e Tod’s -3%.   

MPS SOTTO TIRO, MA SI RIDUCE IL PESO DI NOMURA

In forte calo i titoli del credito. Il conto più salto lo paga Monte Paschi -4,8%. La banca ha annunciato che l’esposizione pro-forma verso Nomura è scesa al 24,33%, al di sotto della percentuale del 25% imposta dalla Bce. Nel resto del settore  Unicredit -3%, Pop. Milano -3%, Intesa -3,12%.

SARAS RESTA IN CONTROTENDENZA

In calo Eni-2,3% che oggi dovrebbe beneficiare del rally finale dei titoli Energy a Wall Street. Continua intanto il rialzo di Saras +2,06%.

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