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La Cina costruisce la città-foresta: il progetto è di Boeri

Stefano Boeri Architetti

Si prevede che, entro il 2050, il 70 per cento della popolazione mondiale vivrà in città e ciò potrebbe potenzialmente lasciare più spazio all’espansione delle foreste (dopo che saranno stati assegnati i terreni agricoli necessari per sfamare 10 miliardi di persone). Ma la Cina sta ribaltando l’intera equazione combinando creativamente le due cose. Nel comune di Liuzhou, nella Cina meridionale, si sta costruendo una nuova “città-foresta“. Il sito di 430 acri (175 ettari) lungo il fiume Liujiang accoglierà 30.000 persone, che saranno superate numericamente dai 40.000 alberi che vi saranno piantati. Complessivamente, verranno messe a dimora un milione di piante di oltre 100 specie diverse che saranno piantate su ogni superficie immaginabile.

Le radici del progetto

La città è stata ideata dall’architetto e urbanista italiano Stefano Boeri, a cui l’opera è stata commissionata dall’ufficio di pianificazione del comune. Il masterplan è stato completato nel 2017. Boeri, che da anni si occupa di forestazione urbana, afferma: “Questo è uno è uno dei principali strumenti per affrontare i cambiamenti climatici.” Secondo il sito web di Boeri “Per la prima volta in Cina e nel mondo, un insediamento urbano di nuova generazione unirà alla sfida dell’autosufficienza energetica e dell’uso delle energie rinnovabili la sfida dell’incremento della biodiversità e quella – cruciale per la Cina contemporanea – di ridurre sostanzialmente l’inquinamento dell’aria nelle grandi città, grazie alla moltiplicazione delle superfici vegetali e biologiche urbane.”

Infatti, la presenza di questa ricca vegetazione in città contribuirà a ridurre i cambiamenti climatici in vari modi. In primo luogo, gli alberi diminuiranno l’anidride carbonica, evitando che il gas svolga il suo ruolo dannoso nell’innalzare la temperatura del pianeta e contribuendo a qualcosa di più utile: alla produzione di rami e foglie. Questi, a loro volta, contribuiranno a ridurre le temperature medie estive dell’aria in città, riducendo così la necessità di aria condizionata. Piantare alberi è una strategia già nota, volta a contrastare il cosiddetto effetto dell’isola di calore urbano, che ha dimostrato come le città tendano a diventare più calde delle campagne circostanti a causa sia dell’assenza di ombra sia dell’abbondanza di materiali che assorbono calore, come cemento, asfalto e mattoni.

Gli alberi contribuiranno anche a ridurre i livelli di rumore e a migliorare la biodiversità delle specie nella città, creando un habitat adatto per gli uccelli, gli insetti e i piccoli animali che vivono nel territorio di Liuzhou. Infine, gli alberi contribuiscono anche ad assorbire le precipitazioni, aiutando a ridurre il deflusso delle acque e a ricostituire le falde acquifere sotterranee. In tutto il mondo vengono riconosciuti i molteplici benefici tangibili della forestazione urbana. Una recente analisi di dieci megalopoli in cinque continenti ha stabilito che aumentare del 20 per cento il numero di alberi in queste città raddoppierebbe letteralmente i benefici di queste foreste. Secondo Theodore Endreny, l’autore dello studio, “l’effetto è quello di una pulizia immediata dell’aria circostante. Gli alberi forniscono non solo un raffrescamento diretto, ma anche cibo e altri prodotti. La copertura delle foreste urbane nelle nostre megalopoli potrebbe essere potenzialmente aumentata, questo le renderebbe luoghi più sostenibili e migliori in cui vivere.”

“Italian job”

L’idea è quella di dimostrare che una città può crescere e ridurre l’inquinamento allo stesso tempo. Il progetto si basa sul successo della Foresta Verticale, o del “Bosco Verticale” costruito a Milano (videoclip) e costituito da due alte torri, i cui balconi presenti sul perimetro sono coperti di alberi. L’edificio, parte del progetto di riqualificazione del centro storico, ha vinto un Highrise Award per l’innovazione nel 2014. Questi edifici vengono ora replicati a Nanchino, Shanghai, Losanna e altrove. Queste foreste verticali saranno realizzate anche nella città-foresta di Liuzhou e, a loro volta, saranno circondate da alberi che fiancheggeranno strade e passaggi pedonali. Il progetto vuole essere un trampolino di lancio per la sostenibilità e sarà collegato alla città principale con un treno ad alta velocità, totalmente cablato per internet e alimentato da energia rinnovabile e comprenderà una climatizzazione geotermica.

Promuoverà inoltre l’uso di veicoli elettrici e comprenderà anche diverse scuole e due ospedali. Questa città sarà tra le prime a unire autosufficienza energetica, una maggiore biodiversità, attenuazione dei cambiamenti climatici e riduzione dell’inquinamento, tutto in un colpo solo. In un preambolo di una recente conferenza, Boeri pone queste domande che chiariscono la sua filosofia. “Come può l’architettura includere la natura viva come elemento costitutivo – e non come semplice decorazione? Come può l’architettura dialogare con la presenza imprevedibile e misteriosa della natura? L’inclusione della natura viva nell’architettura può contribuire seriamente a invertire la tendenza ai cambiamenti climatici (riduzione dell’inquinamento atmosferico, assorbimento di CO2 e aumento della biodiversità delle specie viventi)? Dobbiamo forse prendere in considerazione un tipo di etica urbana non antropocentrica?”. Per quanto riguarda le ultime due domande, le sue azioni e i suoi progetti affermano chiaramente che possiamo e dobbiamo farlo.

Da Eniday.

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  • Dalla "Carta dell'urbanistica" A cura dell'Arch. Aldo Loris Rossi

    "La nuova frontiera ecopolitana: se non interverrà un mutamento radicale capace di coniugare "i processi ciclici, conservatori e perfettamente coerenti dell'ecosfera e quelli lineari, innovativi, ma ecologicamente disarmonici della tecnosfera" (B. Commoner), il collasso della stessa civiltà sarà inevitabile."

  • Stupenda architettura per luoghi sopra-affollati, qui almeno si garantiscono la vegetazione e quindi una maggiore presenza di ossigeno laddove la gente, altrimenti, sarebbe sommersa dal cemento tout court.