“Misure fiscali a favore della crescita”. E’ questo il titolo di un articolo apparso sul sito del ministero delle Finanze cinese nella tarda serata di martedì. Il testo non contiene provvedimenti specifici, ma è stato valutato dai mercati come la conferma che Pechino, dopo il G20, è intenzionata a fare la sua parte a sostegno della congiuntura economica. “Il tono dell’intervento – si legge in una nota di Anz – è di rinnovato sostegno alla linea delle riforme”.
Immediata la riscossa dei listini asiatici. Avanzano Shanghai e Shenzhen, fa ancor meglio Hong Kong (+2,7%). Bene anche la Corea e Sidney. La reazione più forte è stata registrata a Tokyo: +7,7%, il maggior rialzo dal 10 novembre 2008. Il Nikkei ha così recuperato le perdite di martedì -2,4%.
Non meno significativo il recupero delle valute degli emergenti, non solo in Asia. Il rand del Sud Africa, il rublo della Russia e la lira della Turchia sono tornate ad apprezzarsi sul dollaro dopo aver toccato nei giorni scorsi minimi, in alcuni casi, mai visti nella storia.
In forte ripresa le quotazioni del rame (+5%). Assai più modesti i guadagni del petrolio (+0,3%).
VOLA ANCHE WALL STREET. MONITO DELLA BANCA MONDIALE SUI TASSI
Il risveglio dei mercato d’Oriente è stato preceduto dal balzo di Wall Street, alla riapertura dopo il week end lungo. Le Borse Usa hanno recuperato le perdite accusate venerdì, quando molti avevano ridotto le posizioni temendo novità negative dalla Cina che non ci sono state. L’indice Dow Jones sale del 2,4%, S&P 500 +2,51%. Nasdaq +2,71%.
In grande evidenza Apple (+2,8%) alla vigilia della presentazione prevista per stasera a San Francisco dell’ultima versione dell’iPhone 6. Forte calo invece per Yahoo (-4%) dopo che le autorità Usa hanno negato l’esenzione fiscale allo spin-off delle azioni Alibaba (valore 23 miliardi) possedute dal gruppo, imponendo così lo stop alla nascita di Aabaco, la controllata che avrebbe dovuto gestire questa ed altre partecipazioni minori. E’ un cambio di rotta da parte del fisco che potrebbe condizionare molti progetti in cantiere a Wall Street.
Il capo economista della Banca Mondiale, Kaushik Basu, ha lanciato un appello alla Fed contro il rialzo del tassi che potrebbe creare “panico e turbolenze” sui mercati emergenti.
MILANO +1,5%. IN ARRIVO 7,75 MILIARDI DI BTP
Anche le Borse europee hanno recuperato parte del terreno perduto nella scorsa settimana. A Milano l’indice Ftse Mib sale dell’1,5%. Parigi guadagna l’1,2%, Francoforte l’1,7% e Madrid l’1%. Il sentiment positivo dei mercati è stato favorito dal surplus tedesco di luglio, trainato da esportazioni robustissime, e il GDP Eurozone del secondo trimestre, rivisto a +0.4% da +0.3% (anno su anno è il dato migliore dal secondo trimestre del 2011).
Sul mercato obbligazionario lo spread tra Btp e Bund è tornato sotto quota 120 punti, attestandosi a 116 punti base, con il rendimento del decennale all’1,84%.
All’asta dell’11 settembre verranno offerti Btp a 3 anni (importo tra 1,75 e 2,25 miliardi), Btp a 7 anni (3,25-4 miliardi) e Btp 30 anni (1-1,5 miliardi).
LA BAD BANK SPINGE MPS E BANCO POPOLARE
A guidare la corsa di Piazza Affari è stato il settore bancario, in attesa di novità da Bruxelles sul via libera alla bad bank italiana. In realtà, il commissario Ue alla concorrenza Margrethe Vestager ha precisato che “non siamo ancora arrivati alla conclusione” aggiungendo però che “forse domani ci sarà un incontro tecnico”. Intanto lo spread Btp/Bund scende a quota 115 punti.
Monte Paschi ha messo a segno un rialzo del 4,3%: l’istituto ha messo in vendita un portafoglio di 1,8 miliardi di crediti deteriorati. Il piano industriale dell’istituto prevede di collocare npl per 5,5 miliardi entro il 2018. Effetto bad bank anche sul Banco Popolare +2,8%.
Salgono anche Intesa (+2,2%), Unicredit (+1%) e Mediobanca (+3,2%). Molto bene anche la Popolare di Milano (+2,8%) che ha collocato presso investitori istituzionali un covered bond di un miliardo, durata 7 anni. Barclays ha alzato il target a overweight (targey a 1m2 euro). L’istituto britannico ha premiato anche Intesa (+2,6%), overweight (target a 3,7 da 3,1 euro).
GESTITO ALLA RISCOSSA: AZIMUT MIGLIOR BLUE CHIP
La migliore blue chip di Piazza Affari è Azimut, in rialzo del 4,6% nel giorno della pubblicazione dei dati sulla raccolta di agosto, chiusa a +427 milioni di euro. A luglio l’afflusso netto era stato di 354 milioni di euro. Da inizio anno la raccolta è pari a 4,7 miliardi di euro, in rialzo del 13% rispetto ai primi otto mesi del 2014.
In agosto è entrata nel perimetro di consolidamento la controllata australiana LFPS, con masse pari a circa 110 milioni di euro. All’opposto, è da registrare un deflusso straordinario di 80 milioni di euro in Brasile: un gruppo di facoltosi clienti brasiliani ha deciso di collocare i patrimoni in un fondo da loro costituito.
In Italia la raccolta netta è stata di 400 milioni di euro, 250 milioni in prodotti del risparmio gestito ed i il resto amministrato. A fine agosto, Azimut aveva masse totali in custodia pari a 34,6 miliardi, di cui 29,9 miliardi gestite. A fine luglio il totale era 35,1 miliardi.
L’ARIA DI M&A FA BENE ALLE UTILITIES
Altro settore trainante, le utilities sull’onda delle affermazioni di Matteo Renzi a proposito di incentivi per favorire le aggregazioni tra le aziende del settore. Brilla in particolare A2A (+3,6%) che ha intavolato le trattative per salire al 100% della controllata Edipower. In evidenza anche Iren (+2,4%), Acea (+2%) ed Hera (+1,4%).
Enel guadagna l’1,8%, Enel Green Power+1,4%, Snam+1,5%. Tra i petroliferi Eni +0,8%: Ubs ha ridotto il prezzo obiettivo da 19 a 16,5 euro, confermando la raccomandazione buy. Saipem +1,7%. Nomura ha alzato il rating sull’azione a neutral e il target price a 7,3 euro da 5,4 euro. Positiva anche Tenaris +0,96% che ha ricevuto un upgrade a outperform da market perform da parte di Bernstein.
AL VIA L’OPA PIRELLI A PROVA DI RECESSO
Parte stamane per concludersi il prossimo 13 ottobre l’Opa su Pirelli (+0,4%, a 15,01 euro) lanciata da Marco Polo Industrial Holding, la società mista tra ChemChina (65%) e Camfin (35%). L’offerta riguarda il 76,5% del capitale ordinario più 12 milioni di azioni di risparmio e mira alla cancellazione della quotazione del titolo in Borsa, con la conseguente fusione tra Pirelli e Marco Polo. Il prezzo è di 15 euro, per un esborso massimo di 5,6 miliardi di euro.
Il documento di offerta chiarisce che il prezzo non potrà essere superiore al livello fissato neanche in caso di esercizio del diritto di recesso. Questo spetta agli azionisti che aderiranno all’Opa, in caso di modifiche statutarie o di fusione in società non quotata. In caso di recesso il valore delle azioni sarà stabilito in base alla media aritmetica dei prezzi di chiusura nei sei mesi che precedono la pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’assemblea chiamata a esprimersi sulla fusione tra Pirelli e Marco Polo.
Se il corrispettivo del recesso stabilito sulla base dei prezzi di chiusura nei sei mesi precedenti l’operazione fosse superiore ai 15 euro – avverte il documento – è previsto che Marco Polo Industrial Holding “chieda la quotazione dei propri titoli contestualmente alla fusione con Pirelli”. Le clausole contenute nel documento dovrebbero render vana l’attesa degli investitori che avevano scommesso, attraverso il recesso, su un prezzo dell’Opa più elevata
Tra i titoli sotto Opa, Ansaldo (-0,05% a 9,51 euro) ha chiuso in lieve calo, tornando vicino al prezzo dell’offerta che sarà lanciata nelle prossime settimane da Hitachi, dopo che la Commissione europea ha autorizzato la statunitense General Electric ad acquisire il settore energia del gruppo francese Alstom, a condizione che alcune attività chiave di quest’ultima nel campo delle turbine a gas heavy duty siano cedute ad Ansaldo, per evitare che l’operazione elimini uno dei principali concorrenti globali di Ge proprio in questo settore.
GLI SCALI USA FANNO DECOLLARE AUTOGRILL
Ampi guadagni, nel paniere delle blue chip, anche per Autogrill (+4,7%): il titolo ha reagito alla diffusione del dato di luglio sul traffico passeggeri negli aeroporti degli Stati Uniti. Secondo i dati di A4A (Airlines for America), a luglio negli aeroporti Usa il numero dei passeggeri è cresciuto del 6% a 56,6 milioni di euro, portando la crescita da inizio anno dei passeggeri a +4,4%.
Contrastata invece Telecom Italia, -0,7%. Mediaset +1,7%. Nel segmento del Lusso, Moncler +2%.
PININFARINA A MAHINDRA: E’ QUASI FATTA
In rialzo del 4% Fiat Chrysler. Pininfarina vola con un balzo in avanti del 20,61% a 4,95 euro meritandosi una sospensione per eccesso di rialzo. Il gruppo di design per il settore automotive (controllato al 77% dalla famiglia omonima) ha confermato le trattative per la cessione al gruppo indiano Mahindra & Mahindra che avrebbe proposto di acquistare il debito di 87 milioni di euro con un taglio del 50%. Borsa Italiana ha comunicato che oggi non sarà consentita l’immissione di ordini senza limite di prezzo sui titoli dell’azienda.