Pace fiscale in arrivo anche per la Chiesa. Il Governo sembra aver già trovato una soluzione alla bomba scoppiata lo scorso 6 novembre in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia Ue che ha stabilito che lo Stato italiano debba riscuotere l’Ici non pagata dal Vaticano tra il 2006 e il 2011, pena l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese.
L’ICI E LA CHIESA: ECCO TUTTA LA STORIA
Nel 2006, diversi enti, tra cui scuole e B&B avevano deciso di rivolgersi alla Commissione Europea sostenendo che l’esenzione concessa dallo Stato dal governo Berlusconi nel 2005 (poi modificata nel 2011 dal Governo Monti) a scuole religiose, cliniche, alberghi e attività commerciali gestite da enti ecclesiastici fosse illegittima.
La stessa esenzione è stata criticata in passato anche da Papa Francesco: “Un collegio religioso, essendo religioso, è esente dalle tasse, ma se lavora come albergo è giusto che paghi le imposte”, aveva dichiarato il Pontefice in un’intervista alla radio portoghese Renascenca.
Nel 2012 e nel 2016, la Commissione Ue prima e il Tribunale Ue poi avevano però stabilito che per l’Italia sarebbe stato impossibile recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa “a causa di difficoltà organizzative” e di calcolo esistenti nei confronti degli enti non commerciali, come scuole, cliniche e alberghi. Parlando in parole povere: dato che veniva ritenuto impossibile calcolare chi dovesse pagare, quanto e su quali basi, secondo la sentenza di primo grado l’Italia non avrebbe dovuto recuperare quelle somme.
A questo punto la “Scuola Elementare e Materna Montessori” di Roma ha deciso di ricorrere alla Corte di Giustizia Ue che ha ritenuto invece che tali circostanze costituiscano “mere difficoltà interne all’Italia” e che quindi le somme debbano essere recuperate. I giudici di Lussemburgo hanno sottolineato inoltre che i ricorrenti erano situati “in prossimità immediata di enti ecclesiastici o religiosi che esercitavano attività analoghe” e dunque l’esenzione Ici li poneva “in una situazione concorrenziale sfavorevole (..) e falsata”.
Diverso il discorso sull’Imu. In questo caso i giudici hanno respinto il ricorso e ritenuto legittime le esenzioni stabilite dal governo Monti.
L’ICI E LA CHIESA: SPUNTA L’IPOTESI PACE FISCALE
Non ci sono cifre precise, ma secondo alcune stime del ministero del Tesoro, la somma non versata dalla Chiesa dal 2006 al 2011 ammonterebbe a quasi 5 miliardi di euro, vale a dire 800 milioni l’anno di tasse non pagate per 5 anni.
Lo Stato italiano sarebbe pronto a chiedere al Vaticano 1 miliardo di euro. Parlando in parole povere, Palazzo Chigi starebbe pensando di realizzare un meccanismo simile a quello previsto in Manovra per i normali contribuenti: una vera e propria pace fiscale che prevederebbe uno sconto di circa 4 miliardi – ma, lo ripetiamo, al momento si tratta solo di stime – in favore della Chiesa.
Secondo fonti provenienti dal Mef, il Governo potrebbe dunque decidere di applicare un’aliquota forfettaria pari a circa il 20% dell’ammontare del debito e cancellare in toto interessi e sanzioni. Il risultato sarebbe dunque quello di riscuotere circa un miliardo di euro, probabilmente a rate.
Una soluzione che alcuni esponenti della Lega giudicano “di buon senso” e in grado di evitare l’emergere di possibili contenziosi, da evitare, con la Chiesa.
L’ICI E LA CHIESA: LE PAROLE DELLA CEI
Per la Cei, i 4,8 miliardi da pagare finora stimati rappresentano “una cifra irrealistica”. In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, il segretario generale della Cei, il vescovo Stefano Russo, sottolinea infatti che “Non mi sento di avallare assolutamente questa cifra. Tra l’altro bisogna ricordare, e farlo con molta chiarezza: le attività potenzialmente coinvolte sono davvero molte e vanno da quelle della scuola alla sanità, dalla cultura all’assistenza, e non sono tutte della Chiesa, ma riguardano tutto il mondo no profit”.
L’ecclesiastico ha anche parzialmente smentito le indiscrezioni finora circolate: Quello che si legge su possibili ripercussioni sono solo delle ipotesi. Credo che su questo siamo davvero in una fase prematura”, afferma Russo.
Cerco di capire. I 5s si sono opposti al condono per i piccoli evasori e approverebbero il maxi condono alla chiesa cattolica? E perché mai? Non gli viene il dubbio che sia incostituzionale? C’è poi l’aggrante, che le somme che la chiesa deve sono già nelle mani dello stato che gli passa 1 miliardo l’anno dell’8 per mille. O il sequestro, per giunta preventivo, si applica solo alla Lega?