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La Cassazione conferma la condanna a Berlusconi ma annulla l’interdizione dai pubblici uffici

La Cassazione conferma la condanna di Berlusconi per frode fiscale a 4 anni ma annulla l’interdizione dai pubblici uffici e rinvia alla Corte d’appello la ridefinizione – Ora la parola è al Parlamento ma per il Cavaliere è una sconfitta che può avere ripercussioni sul Governo. Berlusconi: “Accanimento contro di me ma continuerò battaglia”.

La Cassazione conferma la condanna a Berlusconi ma annulla l’interdizione dai pubblici uffici

Sentenza confermata, ma la pena accessoria viene annullata e rinviata alla Corte d’Appello di Milano, che dovrà rideterminare la durata dell’interdizione dai pubblici uffici. Questo il verdetto pronunciato pochi minuti fa dalla Corte di Cassazione sul processo per i diritti Mediaset in relazione a Silvio Berlusconi, che al termine dei procedimenti di primo e secondo grado era stato condannato per frode fiscale a quattro anni di reclusione e cinque d’interdizione. Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Antonio Mura, aveva chiesto nella sua arringa di ridurre gli anni d’interdizione da cinque a tre. 

I giudici hanno quindi riconosciuto il Cavaliere colpevole, confermando la pena detentiva, ma hanno giudicato illegittima la pena accessoria stabilita al termine dei primi due gradi di giudizio. Confermate le condanne anche per gli altri tre imputati, gli ex dirigenti di Mediaset Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto e il produttore cinematografico Frank Agrama.

A celebrare il nuovo processo d’Appello per rideterminare l’interdizione da infliggere a Berlusconi sarà una sezione diversa da quella che si è già espressa sul merito. Il procedimento si svolgerà in autunno e contro la decisione sarà possibile ricorrere in Cassazione, per cui il Cavaliere resterà senatore ancora diversi mesi.

Quanto alla reclusione, è confermata, ma l’ex premier non rischia di andare in carcere: tre dei quattro anni sono condonati in virtù dell’indulto varato nel 2006 dal governo di centrosinistra, mentre per l’anno rimanente l’imputato potrà chiedere l’affidamento ai servizi sociali. In alternativa, avendo più di settant’anni, Berlusconi potrà scontare la pena ai domiciliari.

La decisione della Cassazione è definitiva ma non ancora esecutiva: fra trenta giorni la condanna di Berlusconi arriverà sul tavolo della giunta per le Immunità del Senato, per poi passare al vaglio dell’Aula, che a scrutinio segreto voterà la presa d’atto della condanna.

Subito dopo la lettura della sentenza, è stata convocata a Palazzo Grazioli  una riunione dello stato maggiore del Pdl. Tra i primi a giungere in via del Plebiscito, i due capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta, il coordinatore del partito Denis Verdini e il senatore Altero Matteoli. 

Il processo riguardava la compravendita di diritti televisivi e cinematografici con società Usa per 470 milioni di euro effettuata da Mediaset attraverso due società offshore. I procedimenti di primo e secondo grado – e ora la Cassazione – hanno confermato le accuse dei pm: le majors americane hanno venduto i diritti alle due società off shore, le quali li hanno poi rivenduti con una forte maggiorazione di prezzo a Mediaset per aggirare il fisco italiano e creare fondi neri a disposizione di Berlusconi. Cher era il regista dell’intero sistema. 

NAPOLITANO: “STRADA MAESTRA E’ RISPETTO MAGISTRATURA”

“La strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura, che è chiamata a indagare e giudicare in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Giogio Napolitano, commentando in una nota la sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi.

“In questa occasione attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all’attesa della sentenza – ha sottolineato il capo dello Stato -, il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto l’on. Berlusconi. E penso che ciò sia stato positivo per tutti”. 

EPIFANI: “ORA IL PDL EVITI FORZATURE ISTITUZIONALI”

“Il Pd rispetta la separazione tra i poteri e chiede al Pdl rispetto verso la magistratura e di non fare forzature istituzionali dopo una sentenza che è basata sull’accertamento dei fatti e non su pregiudizi”. Così il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, dopo la lettura della sentenza contro Silvio Berlusconi.

“La sentenza della Cassazione non solo va rispettata ma va anche eseguita e resa applicabile e a questo si uniformeranno i nostri gruppi parlamentari”, ha aggiunto. 

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