È il momento d’oro dell’agriturismo. Non solo per la massiccia presenza dei vacanzieri in questo periodo pasquale e nei prossimi “ponti”, ma anche per la crescita del +1,3% delle aziende agrituristiche rispetto al 2020, con un incremento maggiore nelle isole (+8,2%) e al Sud (+1,5%) – come emerge dall’analisi dell’Istat- e con un altrettanto evidente incremento del valore della produzione agrituristica.
Agriturismi: un trend in costante crescita
Se si guarda al decennio tra il 2011 e il 2021, le strutture agrituristiche sono aumentate del 24,4%. Il tasso medio annuo di crescita è del 2% e varia dall’1,3% del Nord-est al 2,6% del Centro. Rispetto allo scorso anno le nuove aziende sono 330. Se si considerano solo le strutture con alloggio che, per numero e importanza economica, formano il core di questo settore, la crescita rispetto al 2011 è del 23,2%, con un tasso medio annuo di crescita dell’1,9%. Infine, le aziende agrituristiche che svolgono anche attività di fattoria didattica, una funzione socio pedagogica che nel tempo ha acquisito grande importanza, sono aumentate del 76,6%, con un tasso medio annuo di crescita del 5,3%.
Torna a crescere il valore economico delle aziende agrituristiche
Nel 2021 il valore corrente della produzione agrituristica è di poco superiore a 1.162 milioni di euro e contribuisce per il 3,3% alla formazione del valore economico dell’intero settore agricolo nel quale le aziende agrituristiche incidono per il 2,2%. Rispetto al 2020 il valore economico delle aziende agrituristiche cresce del 44,8% ma rimane ancora sotto il livello pre-pandemia del 2019 (-26%). L’incremento varia dal 51,7% del Nord-est al 44,8% del Nord-ovest, del Sud e delle Isole, fino al 38,3% del Centro.
Rincari e carenza di personale i nodi da sciogliere
Si assiste a un trend in continua salita: crescono i sostenitori delle vacanze sempreverdi, aria aperta, mete vicine, ambienti genuini, ritmi di vita più lenti, eccellenze enogastronomiche da assaggiare. In Italia le aziende agrituristiche attive sono 25.390 e oltre il 63,3% dei comuni italiani ne ospita almeno una. Quasi la metà offre almeno tre servizi (pernottamento, ristorazione, attività didattica) e più di una su tre (il 34,5%) è condotta da un’imprenditrice, in aumento del l’1,3% rispetto al 2020. Ma anche gli agriturismi devono vedersela con la difficoltà a reperire personale, così come pesano i forti aumenti delle materie prime. Ad esempio, in un anno, la farina è aumentata del 150%, lo zucchero del 100%, latte, carni e ortaggi dell’80% e oltre il 150% i costi energetici.
Ma a parte ciò, per l’imminente stagione “i segnali del territorio vanno verso il “tutto esaurito”, soprattutto nella ristorazione. E, se il meteo ce lo permetterà, potremo raggiungere anche un 20% di crescita rispetto allo scorso anno”, sottolinea con soddisfazione il presidente di Agriturist, Augusto Congionti.