Via ottant’anni di atti normativi, qualcosa come trentamila norme. Una massiccia abrogazione in carico all’aula della Camera, alle prese con un disegno di legge che dispone la soppressione di numerose norme risalenti all’epoca prerepubblicana (1861-1946). Complessivamente i provvedimenti abrogati sono più di 30.000. Si tratta di regi decreti, leggi formali, regi decreti-legge, regi decreti-legislativi, decreti luogotenenziali, decreti legislativi luogotenenziali, decreti-legge luogotenenziali, decreti del Capo del Governo e decreti del duce del fascismo, Capo del Governo. Il provvedimento giunge in aula dopo un lavoro certosino durato 10 mesi della commissione Affari costituzionali.
Si comincia con l’abrogazione dei regi decreti degli anni del periodo 1861-1870; per passare a quelli del periodo 1871-1890 e alcune integrazioni relative agli anni 1862, 1864, 1866, 1867 e 1869. Poi si passa ai regi decreti fino al 1920 e quindi al periodo 1921-1946 nonché integrazioni relative all’anno 1910.
Poi tocca agli atti prerepubblicani da abrogare, diversi dai regi decreti. In particolare leggi prerepubblicane (anni 1861-1946), i regi decreti-legge, i regi decreti legislativi; i decreti luogotenenziali anni 1915-1918 e anni 1919-1946; i decreti legislativi luogotenenziali e i decreti-legge luogotenenziali; un decreto del Capo del Governo; infine i decreti del Duce del Fascismo, Capo del Governo.
L’intervento di abrogazione si è reso necessario dall’ingente stock normativo: nell’ordinamento italiano dal 1861 al 12 aprile 2023 (data dell’ultima rilevazione da parte dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato) sono stati adottati 204.272 atti aventi valore normativo e, di questi, 94.062 sono stati espressamente abrogati.
I provvedimenti aboliti
Ma cosa viene abolito con questo provvedimento all’attenzione dei deputati? Vediamo alcuni esempi.: regi decreti che approvano l’istituzione o la soppressione di Monti frumentari, che autorizzano i Comuni ad istituire un dazio o imporre/riscuotere una tassa o modificare la tariffa di un dazio; che approvano o modificano statuti di banche, banche popolari e casse di risparmio; il decreto luogotenenziale dell’11 febbraio 1917 col quale l’Amministrazione del debito pubblico è autorizzata ad emettere obbligazioni del prestito nazionale 5% ; il Regio decreto 12 marzo 1936, che dispone il Riconoscimento come Banche di diritto pubblico della “Banca Commerciale Italiana”, del “Credito Italiano” e del “Banco di Roma” e quello del 31 ottobre 1923 sulla classificazione delle scuole elementari e trasformazione delle scuole stesse di scarso rendimento; la legge 1° luglio 1940, n. 899 recante l’istituzione della Scuola media (voluta da Bottai e approvata dal Gran consiglio del fascismo, ndr); regi decreti che intervengono su vicende di società di trasporti. (ad esempio quello che autorizza la Societé generale des Tramways-società belga con sede a Bruxelles-ad operare nel Regno d’Italia); regi decreti che costituiscono consorzi obbligatori di bonifica agraria nell’Agro romano. Poi i decreti del duce: norme corporative per la disciplina dei compensi del personale artistico impiegato nella produzione di “filmi”, per la disciplina della produzione di rigenerati del cuoio, accordi economici per la produzione e vendita del seme del baco da seta. Infine il decreto del capo del governo in data 17 novembre 1938, riguardante l’accordo economico collettivo per il rapporto di agenzie e rappresentanza commerciale