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La Borsa tifa per il rilancio del Governo Draghi. Per il Nasdaq è di nuovo rally

Imagoeconomica

Con un colpo di reni nel finale, il Nasdaq ha evitato ieri il poco ambito record di peggior gennaio della storia: -8,99% contro -9,89% del 2009. Anche l’indice Standard & Poor’s archivia un gennaio nero (-5,3%) segnato dal cambio di rotta della Fed. Ma, almeno a giudicare dalla reazione dei listini, i mercati Usa sembrano aver assorbito la stretta, che si annuncia più severa del previsto: Bank of America prevede ora sette rialzi dei tassi per l’anno in corso, una per ciascuna riunione del board della Fed. Questa previsione non ha frenato la corsa ai saldi: Tesla e Netflix, tra i titoli più bastonati, hanno guadagnato l’11%, il fondo Ark Innovation di Cathie Wood il 9,5%, il fondo di Goldman Sachs dedicato ai titoli tech che non danno dividendo, il 10%. Ma più che parlare di ripresa, è il caso di sottolineare l’estrema volatilità di stagione.

Il rally Usa ha avuto un’eco nel rialzo dei pochi listini asiatici aperti nel giorno dell’avvio dell’anno della Tigre. Il Nikkei di Tokyo avanza dello 0,3%, BSE Sensex di Mumbai +1,3%.

Sale anche il S&P ASX di Sidney (+0,7%). Stanotte la Banca centrale dell’Australia ha annunciato la fine del programma di stimoli, ma nel comunicato ha precisato che il cambio di politica monetaria non implica l’avvio della corsa al rialzo dei tassi. Il governatore Philip Lowe ha rassicurato che non c’è fretta di intervenire sull’inflazione, perché i salari, che pure sono in crescita, non sono ancora a livelli tali da essere considerati una minaccia sostanziale.

I future della borsa degli Stati Uniti stamane sono in lieve calo. Ieri Dow Jones +1,17%, S&P 500 +1,89%. Nasdaq +3,41%: miglior performance dalla primavera 2020.

In attesa dei conti di Meta (ex Facebook), infuria la guerra del gaming: in risposta al blitz di Microsoft su Activision, Sony ha acquisito per 3,6 miliardi di dollari il controllo di Bungie, la casa di Halo.

Colpo grosso di Elliot e di Vista Equity, che hanno comprato Citrix, produttrice di software, per 13,4 miliardi di dollari.

Il Treasury Note a dieci anni è tranquillo, a 1,77% di rendimento, mentre il biennale si rafforza a 1,16%, da 1,20% del fine settimana. Probabilmente il mercato sta dando meno chance alla possibilità di un rialzo dei tassi da mezzo punto percentuale a marzo.

Terzo giorno di rialzo del petrolio Brent e Wti, a 88,5 dollari. Con il greggio intorno ai massimi degli ultimi sette anni, l’attenzione si sposta sul vertice dell’Opec+ di domani. Il cartello dei paesi produttori allargato alla Russia dovrebbe approvare un altro aumento della produzione, ma il proposito potrebbe anche non portare ad un aumento dell’offerta.

Pioggia di consensi per il Mattarella bis

Giornata di ripresa prudente per i mercati finanziari italiani. Il sollievo degli operatori per la rielezione di Sergio Mattarella è stato unanime. Per S&P Global la rielezione del Presidente dovrebbe sostenere la continuità della politica italiana e favorire un lieve calo del livello del debito. Secondo Reuters, il mercato si aspetta che il Tesoro questa settimana lanci un bond sindacato sul segmento lungo approfittando del momento positivo.

Ma l’impatto positivo, nel corso della seduta, è in parte rientrato. Il motivo? Una volta superato lo scoglio del Quirinale, la navigazione della navicella Italia nei prossimi 12 mesi, numeri alla mano, potrebbe essere difficile. La Bce detiene ora il 35% del debito italiano, e il graduale tapering del 2022 potrebbe essere seguito da rialzi nel 2023. Le elezioni sono all’orizzonte nel 2023 e i partiti di destra raggiungono cumulativamente il 40% nei sondaggi. “Ciò implica – si legge nella nota di Algebris – un certo rischio di coda riguardo a discussioni non proprio market friendly che riemergono regolarmente durante la campagna elettorale”.

Pil 2021 in Italia +6,5%: non accadeva da 46 anni

l’Istat ha intanto confermato la stima di una ripresa record per l’Italia nel 2021: +6,5% il Pil, dopo un crollo dell’8,9% nel 2020 a causa della pandemia. Si tratta di un incremento che non si vedeva da quasi 50 anni (+6,6% nel 1976), anche se nel quarto trimestre la crescita è apparsa più fiacca.

Intanto a gennaio i prezzi al consumo in Germania sono saliti dello 0,4% su mese e del 4,9% su anno. I risultati sono superiori alle attese degli economisti che indicavano, a livello congiunturale, una flessione dello 0,2% e a livello tendenziale un incremento, del 4,3%.

Tassi Bce: il primo aumento a fine 2022

I dati macro accendono l’attesa per il direttorio della Bce di giovedì prossimo, in cui madame Lagarde dovrà fronteggiare le pressioni dei falchi che chiedono misure contro l’inflazione. È probabile che la diga di Francoforte per ora sia destinata a tenere, ma i trader cominciano a scommettere sul possibile cambio di rotta entro la fine dell’anno: i mercati stanno prezzando un aumento dello 0,1% a dicembre, ma c’è chi scommette su un ritocco all’insù di un quarto di punto.

Risale l’euro a 1,121, in lieve recupero su dollaro, salito dell’1,4% dal primo gennaio poco lontano dai massimi da 18 mesi contro un paniere di sei valute. La scorsa settimana per il biglietto verde è stata la migliore da sette mesi, grazie alla ricerca di asset sicuri e alle attese di rialzi dei tassi da parte della Fed.

Bund sopra lo zero, spread in calo a 126

In questa cornice il Bund decennale è tornato sopra la soglia di zero. Lo spread Italia/Germania scivola a 126 punti (minimo a 122) dai 132 di venerdì. Il decennale scende all’1,28%.

S&P prevede che l’Italia registrerà un deficit pubblico di circa il 5,8% del Pil nel 2022 contro l’8,8% nel 2021, grazie all’eliminazione da parte delle autorità delle spese straordinarie legate alla COVID-19 e alla continua ripresa delle entrate. Secondo l’agenzia di rating, la ripresa dovrebbe portare quest’anno a un leggero calo del debito pubblico netto italiano in rapporto al Pil, che si attesterà al 141,8%, rispetto a un picco del 145,4%.

Piazza Affari +0,94%, festeggia anche Lisbona

Sale anche Piazza Affari (+0,94% a 26.814 punti) dopo aver superato di nuovo quota 27 mila nella mattinata.

Lisbona guadagna lo 0,48% dopo la conferma al governo dei socialisti alle elezioni, che hanno conquistato la maggioranza assoluta: altra grande vittoria, assieme alla conferma di Mattarella, della maggioranza Ursula.

Salgono anche le altre piazze: Francoforte +1,01%, Parigi +0,48%, Amsterdam +1,47%, Madrid +0,2%.

In lieve ribasso Londra (-0,03%), in attesa del probabile aumento dei tassi da parte della Bank of England.

Vodafone (+2,05%) svilupperà un chip con Intel

Vodafone avanza del 2,05% dopo aver annunciato che collaborerà con Intel e altri fornitori di silicio per disegnare una chip architecture di proprietà che guidi l’innovazione e l’efficienza nella nascente tecnologia di rete OpenRan.

Kpn, il più grande operatore delle telecomunicazioni in Olanda, guadagna l’1,31% dopo aver annunciato un nuovo programma di riacquisto di azioni e un dividendo più consistente nel 2022, grazie alla crescita degli utili core sulla scia dei crescenti ricavi del settore.

Tonfo a Parigi di Casino (-13,81%), colpita dal calo dei consumi alimentari nel quarto trimestre.

Saipem (-30%) tradisce il mercato. Eni -2%

Ma il vero tracollo, per giunta a sorpresa, ha investito Saipem: -30%, a 1,36 euro. La società, che vanta tra l’altro il più alto numero di ingegneri tra le aziende del listino principale, ha lanciato ieri un allarme sui conti del 2021 “a causa del perdurare del contesto della pandemia, dell’aumento, attuale e prospettico, dei costi delle materie prime e della logistica, un significativo deterioramento dei margini economici di alcuni progetti”.

L’azienda ha anche detto che prevede di chiudere il bilancio 2021 con perdite superiori a un terzo del capitale sociale, un colpo basso inaccettabile per gli analisti, visto che, non più tardi di tre mesi fa, Saipem aveva escluso nuovi aumenti di capitale nel corso dell’investor day.

Improprio però parlare di fulmine a ciel sereno, visto che da tempo il mercato era molto cauto sul titolo: solo il 10% raccomandava l’acquisto con un target medio a 1,88 euro, largamente superiore ai prezzi di ieri.

La frana di Saipem pesa su Eni (-2%), l’azionista di riferimento assieme alla Cdp. In calo anche Tenaris (-1%), nonostante il nuovo passo in avanti del petrolio oltre i 91 dollari.

Corre Poste, promosse Intesa e Unicredit

La ripresa dei Btp dà la carica ai titoli finanziari, specie i più esposti alle obbligazioni di Stato. Svetta Poste Italiane (+3,8%), davanti a Unicredit (+2,14%). In occasione del BreakingViews Predictions, Andrea Orcel ha respinto le speculazioni su un potenziale interesse dell’istituto per Mediobanca. Crédit Suisse ha confermato il giudizio outperform.

Intesa San Paolo +1%. Bofa ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 3,3 euro in attesa dei risultati 2021 e del piano industriale, in agenda il 4 febbraio. Sale anche Banco Bpm: +2,7%.

In grande evidenza Amplifon (+4,1%), Prysmian (+3,7%) e Stm (+3,1%).

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In rosso Leonardo e Stellantis

Tra i titoli peggiori Leonardo (-1,2%) nonostante il gruppo guidato dall’ad Alessandro Profumo abbia annunciato un accordo con Aeroporti di Roma, Thales Alenia Space e la sudcoreana Lig Nex1.

In rosso Stellantis (-0,57%). Giù anche A2a (-0,5%) pur premiata dagli analisti.

Recupera il lusso: Juventus cala nel finale

In luce Telecom Italia (+2%), uno dei dossier che potrebbero sbloccarsi dopo lo stallo politico sulla rielezione del Presidente della Repubblica.

In recupero il settore del lusso con Moncler (+1%) e Ferragamo (+3,4%).

Dopo lo sprint iniziale Juventus scivola del 3,3%.

Sull’Egm brilla Reevo (+7,91%), che ha vinto la gara indetta dal Gestore Mercati Energetici Spa aggiudicandosi un contratto pluriennale (1,8 milioni di euro per 5 anni) per la fornitura di Cloud e Cyber Security alla Pubblica Amministrazione.

Categories: Finanza e Mercati