Piazza Affari chiude prudente in calo dello 0,95%, in una seduta volatile per i bassi volumi dovuti all’incertezza. L’occhio dei mercati è sull’esito delle consultazioni di Pierluigi Bersani per l’attesa formazione del nuovo Governo. La stabilità e credibilità di un esecutivo che riesca a trovare i numeri per fare le riforme di cui il Paese ha bisogno è un test fondamentale per gli investitori, ora alla finestra sul caso Italia. Il paese deve fare i conti con un bollettino che si conferma di guerra di guerra: l’aggiornamento del Def indica per il 2013 una pressione fiscale salita al 44,4% e rivede al rialzo la disoccupazione all’11,6%dall’11,4 ,4 per cento stimato con la nota l’aggiornamento dello scorso settembre; secondo i dati Ocse l’Italia è relegata al 22 esimo posto per il salario netto medio, ultima tra i big. Giornata sui mercati in attesa del verdetto sulle banche del Fmi. Il risultato ufficiale è arrivato a mercati chiusi ma nel pomeriggio alcune indiscrezioni , hanno indicato una promozione per il sistema bancario italiano. Ma arriva la scure di S&P che taglia le stime sul pil a -1,4% per il 2013 seguito da +0,4% nel 2014.
L’asta di Btp di oggi (8,5 miliardi di euro di titoli a 6 mesi) ha ottenuto un buon risultato con il Tesoro che è riuscito a collocare l’intero importo al rendimento dello 0,831%, minimo da gennaio ed in forte calo dall’emissione del 26 febbraio. L’asta non ha avuto un effeto significativo su piazza Affari, lo spread-Btp, dopo un calo a 317 punti chiude sui livelli dell’apertura a 326 punti.
Le Piazze Europee hanno chiuso in territorio positivo sulla scia di Wall Street e di alcuni dati macro positivi: Londra +0,33%, Parigi +0,55%, Francoforte +0,11%. Madrid cede invece l’1,84% dopo che la Banca cenytrale spagnola ha previsto una contrazione del pil dell’1,5% nel 2013 e un ritorno alla crescita +0,6% nel 2014. L’euro è stabile sul dollaro attorno a 1,2850. S&P prevede che l’Europa rimarrà in recessione per il resto dell’anno, con una diminuzione del Pil dell’Eurozona dello 0,5%, dato in leggero peggioramento rispetto alle precedenti previsioni.
La tegola Cipro, che ha sollevato la bagarre sul “modello” di prelievo sui conti correnti, cade sui debiti sovrani di tutta Europa. Una delle tre grandi sorelle dei rating, Moody’s, ha infatti così commentato: “La gestione della crisi finanziaria a Cipro da parte dell’Europa “è un fattore che pesa negativamente sui rating sovrani dell’area euro”. Un verdetto pesante chesi spiega con: 1) la maggiore tolleranza al rischio implicita nelle decisioni della politica riguardo a Cipro; 2) l’incertezza causata agli investitori, a livello di valutazione del rischio, per l’approccio meno propenso al compromesso e meno prevedibile scelto dall’Europa nella gestione di questa crisi; 3) I negoziati hanno portato ad un accordo e Cipro resteraà nell’Eurozona ma le ultime mosse dei leader europei “aumentano il rischio di deflussi dei depositi bancari, fuga di capitali, aumento dei costi di funding per le banche e il debito sovrano; 4) è aumentato anche il rischio di un disallineamento complessivamente più ampio dei mercati finanziari dell’Eurozona in futuro, anche nel caso in cui queste decisioni non comportano alcuna turbolenza dell’attuale calma di mercato.
A Wall Street si muovono in territorio positivo e beneficiano di alcuni dati macro positivi, in particolare dei dati su ordini dei beni durevoli (+5,7% a febbraio) e prezzi delle case (+0,1% a gennaio, +8,1% annuo,indice S&P/Case-Shiller) saliti oltre le attese.
A Piazza Affari cadono le banche: Ubi -3,08%, Bper -3,82%, Bmps -2,82%, -2,01%, Unicredit -2,02%. Banco Popolare -2,08%In controtendenza Bpm +1,4%. Iweri il cda della banca ha dato l’istanza di presentazione a Bankitalia del pianodi trasformazione in spa. Ma in fondo al listino c’è Telecom Italia dopo che Barclays ha tagliato il rating a equal weight. Giù anche Finmeccanica -3,05% nonostante la commessa da 275 milioni che si è aggiudicata Augusta Westland. Acquisti in controtendenza su Pirelli +1,49%, Mediolanum +1,43%, Parmalat +1,36%, Terna +1,30%.