Dopo il lancio del missile balistico sopra il Giappone, da parte di Pyongyang, “tutte le opzioni sono sul tavolo” ammonisce il presidente americano Donald Trump. La tensione internazionale cresce, il dollaro resta debole e le borse europee chiudono in rosso. Milano soffre particolarmente, con tutte le blue chip in calo e e perde l’1,46%, scendendo a 21,408 punti. Deboli anche Francoforte -1,46%; Parigi -0,94%; Londra -0,87%; Madrid -0,91%.
Wall Street, dopo un avvio negativo, al momento si muove in lieve rialzo. Risultano sotto pressione bancari e azioni come NIke, ma salgono i titoli della difesa e quelli dei produttori d’oro. Il metallo nobile attira gli investitori in cerca di approdi sicuri e viaggia oltre i 1.317 dollari l’oncia. Il dollaro perde terreno nei confronti dell’euro, ma più ancora verso lo yen e il franco svizzero. Il cross fra la moneta unica e il biglietto verde resta oltre la soglia dell’1,2%. In attesa di sviluppi geopolitici, l’America monitora anche l’effetto di Harvey, la tempesta tropicale che ha provocato allagamenti catastrofici in Texas, centro nevralgico del settore energetico continentale. Il petrolio è volatile, anche se Arabia Saudita e Russia pressano per estendere di altri tre mesi l’accordo sul taglio della produzione di greggio. Brent -0,45% 51,19 dollari al barile.
Nell’obbligazionario il Btp Italia 10 anni aggiusta leggermente il rendimento al 2,07% dal 2,09% di ieri, ma lo spread col Bund si amplia, per l’appetibilità di quest’ultimo, in una fase di avversione al rischio: 172.80 punti, +1,05%.
In Piazza Affari le vendite colpiscono soprattutto Mediaset -3,8%, che subisce la giornata difficile del settore, a causa delle indicazioni deboli sulla raccolta pubblicitaria da parte della tedesca Prosiebensat. Pesa inoltre il tonfo della controllata spagnola Mediaset Espana, cui viene a mancare il supporto del programma di acquisto di azioni proprie appena completato.
In scia si colloca Telecom Italia -2,7%, mentre Bernstein abbassa il giudizio a “neutral”. Seduta in profondo rosso per le banche, guidate al ribasso da Banco Bpm, -3,8%, ben comprata nei giorni scorsi. Giù il risparmio gestito con Banca Generali -3,16% e Azimut -2,43%. Fra i titoli peggiori Saipem, -3,66%, dopo i recenti recuperi.
Nella tempesta, restando abbastanza salde azioni come Snam, -0,4%; Recordati -0,4%, Eni -0,15%; A2a -0,43% e Poste -0,57%.
Nella galassia Fca (-1,53%), affonda Exor -2,64%, in parte penalizzata dai timori per gli impatti economici della tempesta Harvey sulla controllata americana PartnerRe. L’intero comparto è sotto pressione per i premi che i gruppi assicurativi e riassicurativi potrebbero pagare dopo il passaggio dell’uragano.
Atlantia limita i danni all‘1,26%, anche se le continue voci sulle strategie di Acs per conquistare Abertis tengono in allerta gli investitori. Secondo il giornale Expansion, la società guidata da Florentino Perez vorrebbe includere nell’offerta alcuni fondi cinesi, tra cui Ying Zhan Investment Limited.