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La Borsa rimbalza e lo spread scende ma il rischio politico resta

Le tensioni politiche si attenuano un po’ e Piazza Affari rimbalza (+2%) sull’onda delle banche e delle utilities – In calo invece i titoli industriali, tranne Fca che, in vista dell’Investor Day, guadagna oltre il 3% – Scende lo spread ma la volatilità resta alta e l’asta dei Btp decennali si conclude con un rialzo dei rendimenti al 3%.

La Borsa rimbalza e lo spread scende ma il rischio politico resta

Si attenua la tensione sui mercati, ma la guardia resta alta e l’Italia è il sorvegliato speciale. Piazza Affari chiude in cima ai listini europei, in rialzo del 2,09%, 21,797 punti, con una parte delle banche in recupero, nonostante Bank of America-Merrill Lynch, con un report intitolato “Bye bye Euro? Downgrading the banks”, tagli le raccomandazioni e i target price sui quattro principali istituti. Mediobanca (+7,06%) resta l’unica con giudizio buy.

Si abbassa lo spread fra decennale italiano e tedesco, 275.20 (-2,27%), ma risale dai minimi di seduta; il rendimento del benchmark tricolore resta oltre il 3% (3,1). Il Credit default swap a 5 anni sul debito scende sotto i 250 punti base, a riflesso di una discesa del costo per assicurare lo stesso debito dal rischio default, rispetto ai 271 punti base segnati ieri in chiusura.

Dopo il “caos politico infernale” (come l’hanno definito i giornali stranieri) il mercato sembra apprezzare il tentativo di ricomporre la crisi politico-istituzionale e il cambio di tono dei 5 Stelle verso il Presidente della Repubblica. Al momento però non è ancora chiaro chi guiderà il Paese nei prossimi mesi, se ci sarà un governo tecnico, politico o se si voterà a luglio. Comprensibile un certo nervosismo, dopo che il tonfo italiano di ieri ha contagiato le Borse mondiali.

Wall Street apre intonata, poi accelera trainata dal settore energetico. All’indomani di un profondo rosso corre anche il comparto finanziario, grazie alle banche meno esposte all’Italia, la cui crisi politica resta monitorata dagli investitori e dall’amministrazione Trump. Rimbalzano gli altri listini europei, con l’eccezione di Parigi (-0,2%) penalizzata dallo stacco cedole e di Zurigo (-0,39%). Francoforte +0,96%; Londra +0,78%; Madrid +0,44%.

Rialza la testa l’euro e il cambio con il dollaro torna a 1,165, confortato anche da una serie di dati macro: vendite al dettaglio e disoccupazione in Germania, rispettivamente in aumento del 2,3% ad aprile e in calo al 5,2% a maggio; Pil francese (+0,2% t/t e +2,2% a/a); indice di fiducia dei consumatori europei (+0,2 punti in linea con le attese); inflazione tedesca oltre le stime degli analisti, +2,2 per cento. L’Ocse rivede però al ribasso le stime dell’Italia per il 2018 (+1,4% da +1,5%) e 2019 (+1,1% da +1,3%). Stima che l’incertezza politica potrebbe pesare negativamente sullo sviluppo economico. L’intera area della moneta unica potrebbe pagare un prezzo, anche a causa della Brexit.

Il petrolio riprende le redini, con il Brent a 77,16 dollari al barile (+2,21%), mentre l’oro compie un altro piccolo passo (+0,23%) 1301,9 dollari l’oncia. In Piazza Affari le blue chip migliori della seduta sono Mediobanca, Finecobank, +6,44%, e Poste +4,19%. In buon recupero fra i finanziari Banco Bpm, +3,24%; Intesa +2,98% (nonostante Banca Akros abbia ridotto il target price a 3 euro, da 3,50), Unipolsai +4,12%; Unicredit +1,43%. Piatta Ubi -0,03%; (negativa Mps -0,56%).

In spolvero le utility a partire da Terna +4,06%. Alla vigilia della presentazione del piano industriale Fiat guadagna il 4%, mentre circolano indiscrezioni sullo spinoff di Alfa Romeo e Maserati. Segno meno solo per pochi titoli: Cnh -1,37%; Prysmian -0,04%.

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