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La Borsa rimbalza e i conti danno slancio a Unicredit

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Unicredit, ma non solo. La trimestrale dell’istituto, assai migliore delle stime (e dei timori alimentati dalla speculazione) favorisce il rialzo di Piazza Affari. L’indice segna +1,17% e balza a ridosso di 21.900 punti.

Su anche le altre Borse, galvanizzate dal rally dei listini cinesi, che hanno messo a segno il rialzo più ampio degli ultimi due anni (+2,9%). Avanzano Francoforte e Parigi, attorno ad un punto di rialzo, davanti a Madrid (+0,8%).

Londra sale dello 0,6%, animata da un’operazione storica per la Premier League: Stan Kroenke, il tycoon americano proprietario di squadre di football e di basket americano, ha fatto un’offerta per prendere la piena proprietà dell’Arsenal, offerta che implicitamente valuta il club londinese della Premier League 1,8 miliardi di sterline.

Sale anche la Borsa di Istanbul (+1,5%), mentre la lira turca si riprende dopo sei sedute consecutive di ribasso. Cross dollaro-lira a 5,23.

L’euro rimbalza a 1,159 sul dollaro, anche se giungono altre conferme del rallentamento della Germania, la produzione industriale tedesca segna in giugno un calo dello 0,9% mese su mese, dal +2,4% di maggio. Risale anche l’oro: +0,5% a 1.213 dollari l’oncia.

Dopo un avvio in flessione il mercato obbligazionario italiano è in ripresa con lo spread che si riporta sotto quota 250 a 247 (contro253 in apertura). Il rendimento del decennale si porta al minimo di 2,88%, rispetto al 2,90% dell’ultima chiusura e al 2,92% raggiunto in avvio della seduta odierna.

Petrolio Brent a 74,2 dollari il barile, in rialzo dello 0,6%. Le scorte di greggio degli Stati Uniti dovrebbero essere scese di 3 milioni di barili, lo anticipa Bloomberg: il dato sarà pubblicato domani. Da oggi sono in vigore le prime sanzioni degli Stati Uniti contro l’Iran: per il momento il provvedimento colpisce beni non fondamentali, come i pistacchi ed i tappeti ma il divieto di sottoscrizione di bond iraniani è un serio intoppo per il Paese, afflitto dal calo del Pil sotto lo zero. Le sanzioni riguardanti il petrolio scattano il 5 novembre. Jean Pierre Mustier, Ceo di Unicredit, si è detto convinto di un accordo tra Usa e Iran entro l’anno.

A Piazza Affari si mettono in luce i petroliferi, in particolare Saipem (+3% a 4,45 euro). Da inizio 2018 il titolo sale del 16%. Eni +1,2%, Tenaris +2%. recuperando buona parte del terreno perso la scorsa settimana, dopo le previsioni fornite in merito al secondo trimestre 2018: ora quota 15,19 euro, +2,1%.

A guidare il rally è però Unicredit, in rialzo del 2,35% dopo la pubblicazione dei risultati del trimestre. L’utile netto supera l’asticella dl miliardo (1,02 miliardi di euro contro attese 0,93 miliardi di euro). Ricavi pari a 4,95 miliardi di euro, attese 4,92 miliardi. Margine d’interesse in crescita dell’1,6% sul primo su trimestre. I costi scendono del 6,9% anno su anno.Common Equity Tier 1 a 12,5%: la banca conferma che a fine anno, con lo spread sui valori attuali, il coefficiente patrimoniale sarà nel range 12,3% – 12,6%.

In giornata sono attesi i conti di Bper Banca (+0,28%), Pirelli (+1,69%) e doBank (+0,29% a 10,51 euro). In tensione Banca Carige (+2,11%), in attesa del Cda per le risposte alla Bce sulla governance.

Avanza Stm (+1%) in sintonia con il tech americano. Tra gli industriali bene Buzzi (+1,5%) e Cnh Industrial (+1,9%). Tutte su le utility: Snam +1,8%, Enel +1,3%. Nel lusso, Moncler e Ferragamo +2%. Ritraccia Tod’s (-2%) dopo il balzo di ieri (+17%).

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