In zona cesarini i mercati europei si rafforzano e chiudono in rialzo, favoriti da Wall Street che trova la giusta intonazione grazie a una possibile ripresa dei colloqui sui dazi fra Usa e Cina. La festa è oscurata solo dal tonfo del petrolio (Brent -4,34%, 67,08 dollari al barile; Wti -4,59%, 58,26 dollari al barile) preda degli orsi dopo i cinguettii di Donald Trump contro i tagli alla produzione dell’Arabia Saudita e le previsioni al ribasso dell’Opec sulla domanda 2018 e 2019.
La situazione penalizza Londra, che resta piatta, mentre nella zona euro si respira maggior ottimismo e anche la moneta unica rialza la testa contro il dollaro portandosi in zona 1,129. L’indice Zew sulla fiducia degli investitori istituzionali tedeschi risulta ancora in calo a novembre, ma in misura inferiore alle attese.
Piazza Affari sale dello 0,9%, 19.227 punti nonostante la performance di Eni -2,2%, Saipem -3,02% e Tenaris -3,04%. Rimbalza la galassia Agnelli guidata da Fca, +4,08% e riprendono fiato le banche. Sulla stessa lunghezza d’onda Francoforte +1,3%; Parigi +0,8%; Madrid +0,76%.
Wall Street, dopo molte incertezze, viaggia ben intonata. Il Nasdaq guadagna oltre un punto percentuale. Più arretrato il Dow Jones soprattutto a causa di Boeing (-1,5%) e Home Depot (-1,8%). Apple è in frazionale rialzo, dopo aver lasciato sul campo circa 180 milioni di capitalizzazione rispetto ai massimi storici nella seduta precedente.
Gli acquisti premiano anche i Treasury, dopo la chiusura di ieri per il Veteran Day e i rendimenti risultano in calo.
Gli investitori restano alla finestra invece sull’obbligazionario italiano, in attesa di capire cosa succederà della manovra 2019: lo spread fra Btp 10 anni e omologo tedesco, dopo un’incursione in mattinata a 310 punti base, resta poco lontano dalla chiusura di ieri a 303.80 punti, il rendimento è al 3,45%. Il ministero dell’economia ha intanto collocato in asta Btp per 5,5 miliardi di euro e spuntato tassi in calo. In particolare, il mercato ha assorbito titoli triennali per 2,5 miliardi, settennali per 1,75 miliardi e ventennali per 1,25 miliardi. Il rendimento del Buono a tre anni è sceso di 53 punti base all’1,98%, mentre quello del settennale ha segnato una limatura di 16 punti base al 3,12%. Il tasso del ventennale si è attestato al 3,90%.
In Piazza Affari, sul Ftse Mib, le performance migliori sono quelle di Fca, +4,08%; Moncler +3,65%; Banca Generali +3,65%; Stm +3,21%; Ferrari +2,79%. Le vendite penalizzano i petroliferi, ma anche Brembo -0,83% e Recordati -0,6%. In spolvero le grandi banche, Intesa +2,16% e Unicredit +1,87%. In controtendenza Banco Bpm, -0,32%. Fuori dal paniere principale Carige non trova il fondo, (-48,65%) dopo il piano di rafforzamento patrimoniale in due fasi approvato ieri dalla banca, insieme ai conti dei primi nove mesi.
Fra le blue chip Telecom Italia è ancora premiata dagli acquisti, +1,43%, nonostante il terremoto ai vertici con la revoca di tutte le deleghe all’amministratore Amos Genish da parte del cda. Una mossa a sorpresa di Elliott che ha mandato su tutte le furie Vivendi. Un nuovo consiglio è convocato per il 18 novembre.