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La Borsa punta i riflettori su Telecom Italia ma anche su Fiat, Mps, Eni e UnipolSai

Tiene banco la verità di Telefonica su Tim Brazil – Attesa per lo show di Fiat a Detroit – Mps: la parola a Guzzetti – Debutta UnipolSai e buy back di Eni al via – Cir gioca d’anticipo sul debito e benedice il lodo Mondadori – Per il Tesoro gennaio vale 20 miliardi – La frenata della Cina innervosisce i mercati finanziari.

La Borsa punta i riflettori su Telecom Italia ma anche su Fiat, Mps, Eni e UnipolSai

La Befana spazza va il Toro dai listini asiatici. A Tokyo, dove sta per chiudersi la prima seduta del 2014, l’indice Nikkei, ad un’ora dalla chiusura arretra del 2,2%. Più modesta la perdita di Hong Kong -0,8% (già in rosso la settimana scorsa del 3% circa). Dal e gennaio la Thailandia ha perso circa il 7%.

Ma la nota negativa, destinata a pesare su Wall Street e le borse europeee, riguarda la Cina. La Borsa di Shanghai perde il 2 % di riflesso ad un dato deludente dell’indice Pmi servizi (poco sopra quota 50). Nel week end ci sono state richieste per 11 Ipo alla Borsa di Shenzhen , il Nasdaq cinese. Un altro segnale della crisi li uidità che minaccia la finanza cinese.
 I segnali negativi da Oriente cadono su mercati nervosi, con l’eccezione dell’oro e del debito sovrano del Sud Europa. Più cautela del previsto sul fronte azionario, in frenata dopo San Silvestro. Complice la revisione al ribasso delle stime di Apple -3,4% da parte di Wells Fargo o il calo delle vendite di Gm (-3,4%) hanno fatto sì che S&P chiudesse il primo approccio al 2014 in ribasso dello 0,5%, seguito dal Dow Jones 0,1%: non accadeva dal 2008 (l’anno di Lehman Brothers) che Wall  Street partisse con il segno meno. 

Due gli avvenimenti chiave della settimana: i dati sul mercato del lavoro di dicembre, presvisti per il giorno 10 ; la trimestrale di Alcoa che darà il via giovedì 9 alla stagione dei conti. 

Il bilancio settimanale è in rosso anche per la maggior parte dei listini europei. Francoforte ha perso l’,6%, Madrid l’1%. Seguono Parigi -0,7% e Londra -0,3%. 

La migliore, sull’onda dello strappo di Fiat e Telecom Italia, è stata Milano +0,9% 

PER IL TESORO GENNAIO VALE 20 MILIARDI

La nota positiva riguarda la corsa ai titoli di Stato della “periferia” d’Europa. Scende lo spread tra il Bund ed il BTP portandosi a 197 punti base, in calo di sei punti base rispetto a ieri, ai minimi da metà 2011. Il Btp tratta ad un rendimento del 3,92% (-3 punti base), sui minimi da maggio.

E’ la lieta novella di inizio anno per il Tesoro che si accinge ad affrontare un gennaio di fuoco. Nel corso del mese, secondo le previsioni di Citi, l’Italia sarà in testa alla lista degli emittenti con un’offerta complessiva di 20 miliardi di titoli così suddivisa: 7,5 miliardi di Ctz e Btp 3 anni; 4,3 miliardi di Cct e Btp a 5 anni; 2 miliardi per il nuovo Btp a sette anni; 3,5 miliardi di Btp 10 più 1,8 miliardi di Btp 15 o 30 anni e 1,2 miliardi di titoli indicizzati all’inflazione Ue.  

Nel corso dei prossimi 12 mesi saranno emessi nell’area euro tra 840-880 miliardi di titoli, in lieve calo rispetto al 2013. L’Italia raccoglierà almeno 250 miliardi a fronte di emissioni in scadenza per 194 miliardi. Oltre al deficit e al pagamento dei titoli in scanza, il Tesoro dovrà provvedere al pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione (20 miliardi ) e all’ultima tranche dei fondi per l’Esm (2,85 miliardi).

BRASILE, ARRIVA LA VERITA’ DI TELEFONICA 

Riflettori accesi su Telecom Italia +6,9% venerdì. Entro l’avvio delle contrattazioni Telefonica dovrà comunicare al mercato la sua verità sulle manovre che rigurdano la sorte di Brazil Telecom. Il rallye di venerdì, infatti, è stato innescato dalle vosi su un’offerta per le attività in Brasile promossa da Banca Pactual ed altri partner finanziari dietro cui dovrebbe operare Telefonica. Tim Brazil, secondo questa ricostruzione, sarebbe poi divisa in tre tronconi da cedere a Oi (Portugal Telecom), Claro (Carlos Slim) e Vivo (Telefonica).

La società italiana ha ribadito già venerdì di non essere a conoscenza di alcuna offerta” per la controllata carioca e “ribadisce, ancora una volta, la strategicità dell’asset brasiliano”. Telefonica, dal canto suo, si è già tirata indietro da qualsiasi operazione “riguardante la presenza di Telecom Italia in Brasile”. 

Al di là delle smentite, il mercato scommette su prossime iniziative di Telefonica per sciogliere il nodo Brasile. Determinante, comunque, sarà il prezzo. Solo una super offerta potrebbe evitare uno scontro con larga parte dei soci di Telecom Italia, a partire dalla Findim di Marco Fossati. Gli esperti di Banca Akros e di Equita Sim hanno confermato il loro giudizio “hold” (mantenere) sulla società. Il target price della prima è di 0,65 euro, quello della seconda di 0,75 euro.

FIAT, ATTESA PER LO SHOW DI DETROIT

Sempre in evidenza Fiat, nella settimana che precede il salone di Detroit, occasione della prima uscita pubblica di Sergio Marchionne dopo il super deal di Chrysler. Dopo l’euforia iniziale i giudizi del mercato si dividono tra i più cauti, che vogliono attendere indicazioni più precise sul piano industriale del Lingotto, e chi promuove comunque la fusione Torino-Detroit.

Gli analisti di KeplerCheuvreux (giudizio reduce con target price a 5 euro),ritengono l’operazione difficilmente sostenibile nel medio-periodo. Al contrario Equita (giudizio buy con target price a 7,9 euro) e Banca Akros (giudizio rivisto da accumulate a buy con target price alzato da 6,2 a 7,5 euro), ritengono che l’accordo sia di per sé un elemento positivo. Per quanto riguarda il mercato, le vendite di auto negli Usa sono cresciute del 6% nell’ultimo mese del 2013, registrando il miglior dicembre dal 2007, ma leggermente sotto le attese. 

Nel 2013, intanto, le vendite di veicoli nuovi in Brasile sono scese per la prima volta in dieci anni registrando un calo dello 0,91% a 3,767 milioni di unità. Fiat resta leader di mercato con una quota del 21,34%. Moody’s, intanto, ha confermato il rating ‘B1’ su Chrysler dopo l’acquisizione da parte di Fiat della quota non ancora in suo possesso con outlook stabile. 

BANCHE:  MPS, LA PAROLA A GUZZETTI 

Torna in primo piano la questione Siena. Due i nodi da affrontare nel prossimo cda: le dimissioni di Alessandro Profumo, che potrebbero rientrare di fronte al pressing del Tesoro e della Fondazione;2) la ricerca di un compratore per una parte della quota in mano alla Fondazione che vorrebbe spuntare un prezzo di 0,24 euro per poter partecipare all’aumento di capitale e mantenere una partecipazione tra il 6 e il 7 per cento. Ma la cordata delle Fondazioni ha perso per strada la Compagnia di San Paolo e, forse, Cariverona. Il cuore della cordata, arricchita dal potenziale interesse di alcuni investitori internazionali, è costituita dalla Fondazione Cariplo e da Cr. Firenze. 

La discesa del rendimento del Btp, intanto ha favorito la peformance del settore: Unicredit +1%,Intesa +1,5%, Banco Popolare +2,7%, Ubi Banca +2%, Pop. Milano +3%. 

Nel risparmio gestito, Azimut+1,8% su nuovi record, mentre Mediolanum ha perso lo 0,3%. 

DEBUTTA UNIPOLSAI, AL VIA IL BUY BACK ENI 

I Re Magi portano in dono a Piazza Affari il debutto di UnipolSai, il gruppo nato dalla fusione per incorporazione di Unipol Assicurazioni, Milano Assicurazioni e Premafin in Fondiaria-Sai. 

Intanto stamane prenderà il via il programma di acquisto di azioni proprie d parte dell’Eni +1% secondo i termini già comunicati al mercato. Il buy back, curato da Ubs, sarà completato entro il 130 di aprile. L’operazione è propedeutica alla cessione di titoli da parte del Tesoro. Grazie al buy back, infatti, la quota in mano al partner pubblico salirà al 33%. Sarà così possibile vendere il 3% senza scendere sotto la soglia dell’OPa. 

CIR GIOCA D’ANTICIPO SUL DEBITO. E BENEDICE IL LODO

Riflettori accesi anche su Cir +3,2%, impegnata ad arginare gli effetti della crisi Sorgenia. Venerdì la holding di De Benedetti ha informato il trustee del prestito 2004-24 di essere pronta, se richiesta, al rimborso (259 milioni) del debito, anticipando così le conseguenze del mancato pagamento dele rate e degli interessi da parte di Sorgenia, che ha ottenuto una moratoria sul debito (1,75 miliardi) dalle banche. L’operazione di rimborso , precisa una nota, “non inciderebbe sulla posizione finanziaria netta che manterrebbe comunque una disponibilità di cassa a livello di holding superiore a 350 milioni” grazie agli introiti del lodo Mondadori.

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