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La Borsa guarda ai dazi Usa-Cina e alla campagna trimestrali. Germania alle prese con lo stop al gas

Al centro della giornata di Borsa il possibile taglio dei dazi Usa sull’abbigliamento cinese. Berlino soccorre Uniper. Spread osservato speciale ma attesa per apertura di Borsa in rialzo

La Borsa guarda ai dazi Usa-Cina e alla campagna trimestrali. Germania alle prese con lo stop al gas

Il peggio è passato? Non sembra questo l’atteggiamento dei mercati all’uscita dal tunnel del primo semestre, il peggiore da cinquant’anni. Le Borse Usa riaprono oggi i battenti, dopo il 4 luglio bagnato dall’ennesima strage insensata, con qualche speranza di ripresa a breve, ma le attenzioni sono già rivolte all’avvio tra sette giorni della campagna delle trimestrali. E le preoccupazioni, specie per i conti delle banche, sono tante.

L’11 luglio Gazprom fermerà il gasdotto verso la Germania

 Tra una settimana, intanto, l’Europa affronterà l’ennesima emergenza: il prossimo 11 luglio la Russia chiuderà i rubinetti di Nordstream 1, il gasdotto che porta alla Germania, per dieci giorni di manutenzione programmata. In passato, questo era un non-evento perché Gazprom deviava i flussi sulle pipeline ucraine.  Ma stavolta? Il rischio blackout cade su un Paese che, per la prima volta da trent’anni, registra a maggio un deficit commerciale. Tanto quanto basta per risvegliare l’antica ostilità della Bundesbank verso una politica della Bce che consenta di evitare la frammentazione tra i vari titoli di Stato dell’Unione, un pericolo riconosciuto anche dai falchi olandesi. Di qui il rischio di un’impennata dello spread, l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Italia, già alle prese con la frenata della crescita. 

Biden toglie i dazi sull’abbigliamento made in China

  • In questo quadro dalle tinte fosche la buona notizia arriva dal fronte Usa-Cina: il presidente Biden, anticipa il Wall Street Journal, si appresta a rivedere già in settimana i dazi sulle merci cinesi: imposti da Trump. Il provvedimento riguarderà i beni di consumo, abbigliamento in testa, con l’obiettivo esplicito di raffreddare l’inflazione Usa. La svolta è stata decisa ieri in un confronto a distanza tra Liu He, il braccio destro del presidente Xi in economia, e la responsabile del Tesoro Usa; Janet Yellen. 

Maxiaumento dei tassi in Australia, presto in Corea 

  • La notizia ha sollevato l’umore dei mercati dell’area Asia Pacific +0,3% a caccia di buoni motivi per sollevarsi dai minimi del primo semestre (-16%). In evidenza Tokyo +0,8% spinta dalla ripresa dei servizi e dall’import con la Cina. Più fredda la reazione di Shanghai -0,4%.
  • L’Australia ha aumentato i tassi di mezzo punto, più del previsto, da. La Borsa di Sidney è in rialzo dello 0,5%, da 0,85% a 1,35%. dopo l’annuncio della Reserve Bank of Australia: il board ha deciso di portare il tasso di riferimento a 1,35% da 0,85%: Il costo del denaro, per effetto dei due incrementi consecutivi da 50 punti base ciascuno, è tornato sui livelli del maggio del 2019.  Nel comunicato, il governatore Philip Lowe avverte che altri aumenti sono in arrivo. 
  • Si mette in luce la Borsa di Seul: indice Kospi +1,3%. L’inflazione, salita al 6%, è il primo problema anche in Corea: l’ascesa dei prezzi è ai livelli di 25 anni fa, ai tempi della crisi asiatica.  Scontato l’aumento dei tassi di 50 punti la prossima settimana. 

Apertura in rialzo per l’Europa, ma pesa l’altolà tedesco

La prospettiva del prossimo aumento dei tassi non frena stamane l’apertura dei mercati europei, ieri in rapida flessione nel finale. Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo, il future dell’indice EuroStoxx 50 guadagna lo 0,5%.

Incolore Piazza Affari -0,05%, in frenata nel finale dopo una seduta incolore, ravvivata dallo sbarco di Exor in Mérieux, il promo investimento nel settore salute della holding di casa Agnelli. L’operazione ha spinto al rialzo Diasorin, la principale concorrente della società francese. 

Nel finale è tornata la pressione sullo spread: il differenziale tra decennale italiano e tedesco, già tentennante, si è allargato, risalendo a 190 punti base (+3,21%) con un rendimento del Btp di +3,24% e quello del Bund di +1,34%. 

Nagel (Bundesbank): “Interventi sui titoli solo in casi eccezionali”

Il cambio di rotta è stato provocato dalle dichiarazioni del presidente della Bundesbank Joachim Nagel, apertamente scettico nei confronti del paracadute antispread che la presidente della Bce Christine Lagarde si appresta a lanciare il prossimo 21 luglio, in contemporanea con il primo aumento dei tassi Ue da otto anni. Secondo il banchiere tedesco, “sarebbe fatale se i governi presumessero che alla fine l’eurosistema sarebbe pronto a garantire condizioni di finanziamento favorevoli agli Stati”. Nagel ha aggiunto: “È solo in situazioni eccezionali e in condizioni limitate che possono essere giustificate misure insolite”.

La sterzata di Nagel, che già si è opposto al piano antispread votando per la prima volta contro la presidente Lagarde, cade in un giorno grigio per il listino tedesco -0,23%. Il governo di Berlino si è impegnato nel salvataggio di Uniper, la utility che è il maggior compratore europeo di gas russo e che, a causa del taglio dei flussi da Mosca, è costretta ad approvvigionarsi sul mercato spot, a costi proibitivi che al momento non può girare ai clienti.

L’economia della zona euro potrebbe entrare in recessione se la Russia interrompesse le forniture di gas e l’industria dovesse adeguarsi alla carenza di energia. Lo ha detto Luis de Guindos, il vicepresidente della Banca centrale europea. “Se è così, nel nostro scenario alternativo, vediamo una recessione non solo in Germania ma nella zona euro”, ha affermato de Guindos.

T note Usa al 2.95%, la Fed di Atlanta vede recessione

In Usa, attendendo la riapertura dei mercati azionari, il Treasury Note a dieci anni è in calo, il rendimento si porta a 2,95%, +7 punti base. Per effetto del movimento del biennale, la curva dei tassi sul tratto due anni-dieci anni, si è schiacciata: lo spread è intorno a zero.

Secondo quanto afferma Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM, se nel primo semestre l’attenzione era quasi esclusivamente concentrata sull’inflazione e sui problemi alla catena di fornitura, oggi ciò che preoccupa è il rischio di recessione, ormai non più escluso neanche dal governatore della Fed, Jerome Powell. La Fed di Atlanta ipotizza un calo del 2,1% del PIl Usa annualizzato nel secondo trimestre, il che implicherebbe recessione tecnica per il Paese.  

Petrolio WTI a 110 dollari il barile. Brent a 113 dollari, poco mosso. 

Oro in ribasso dello 0,2%.

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