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La Borsa guadagna il 10,5% nel 2019 ma occhio alla manovra bis

Imagoeconomica

Le Borse cinesi sono pronte a festeggiare l’accordo tra Pechino e Washington, anche se le trattative sono appena riprese con l’arrivo in Usa di Liu He, il braccio destro di Xi Jing Ping. L’indice Csi 300 di Shanghai stamane segna il passo, ma si mantiene sui massimi: dall’inizio di gennaio il guadagno è del 16% e contagia le altre piazze asiatiche, da Hong Kong a Tokyo, che si sta adeguando al clima espansivo promosso da tutte le banche centrali.

ANCHE IL GIAPPONE PREPARA NUOVA LIQUIDITÀ

Stamane il governatore della Bank of Japan, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, ha detto che l’istituto è pronto ad usare ogni strumento, compresa l’immissione di nuova liquidità, per impedire la rivalutazione dello yen sul dollaro. La valuta giapponese è così scesa a 110,49 dai picchi di fine settimana (111,13).

Poco mossa la valuta Usa rispetto all’Euro (1,129). Cross Euro sterlina a 0,875, +0,1%.

In assenza di Wall Street, ferma per festività, è proseguita così la corsa del Toro sui mercati d’Oriente e degli Emergenti, sostenuti dalla prospettiva di un’intesa sui dazi e ancor di più dalla scommessa su una politica monetaria americana più espansiva.

Partecipa alla festa anche l’oro, balzato ai massimi (1.327 dollari l’oncia) nell’attesa di interventi delle banche centrali. E si mantiene su valori sostenuti anche il petrolio: 66,10 dollari al barile per il brent, vicino ai massimi di metà novembre. Ne approfittano i valori energetici. Eni +0,6%: SocGen, Kepler e Berenberg hanno tutte alzato il target confermando il rating buy. Saipem +1,5%, a nuovi massimi da novembre. Banca Akros ha confermato il Buy con target a 6,4 euro.

HONDA LASCIA IL REGNO UNITO, CINQUE STELLE PRO SALVINI

In questa cornice, l’Europa finisce con il rappresentare l’area più a rischio. Tengono i mercati, sostenuti dall’attesa dell’azione della Bce, ma si moltiplicano le situazioni a rischio. Cresce il rischio delle possibili conseguenze di una hard Brexit, sottolineate dalla decisione di Honda di chiudere l’impianto nel Regno Unito. Si dà ormai per scontato che Donald Trump, una volta chiuso il contenzioso con Pechino, scatenerà la sua offensiva contro l’auto europea, dando il via ad una battaglia sulle tariffe che, insegna l’esperienza cinese, rischia di danneggiare seriamente i listini.

L’Italia, come ha anticipato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, si avvia ad una manovra correttiva (si parla di 9 miliardi) già messa in conto ancor prima del verdetto di Fitch. Sul fronte politico il no dei 5 stelle al processo Matteo Salvini salva per ora il governo, ma il voto (peraltro ben poco affidabile) sulla piattaforma Rousseau rivela la spaccatura del Movimento sul tema.

PIAZZA AFFARI +0,58%, AI MASSIMI DA OTTOBRE

Ma le nuvole non hanno guastato il sereno stabile dei mercati europei, ai massimi da inizio novembre, grazie soprattutto alla spinta di Milano, che si conferma il listino più brillante. L’indice FtseMib (+0,58%) si è portato in giornata sui nuovi massimi da metà ottobre a 20.348 punti, estendendo i progressi della scorsa settimana, la migliore da 22 mesi (+4,5%). Da inizio anno +10,50%.

In rialzo anche Parigi (+0,3%) e Madrid (+0,35%); piatta Francoforte, la più esposta alle ritorsioni Usa sull’import di auto. La Bundesbank ha dichiarato che la crescita tedesca resterà probabilmente debole almeno per la prima metà del 2019, a causa dell’impatto sugli investimenti del deterioramento del quadro macro.

Perde Londra (-0,26%), mentre la Brexit dilania anche il partito laburista, con sette deputati che annunciano un addio per l’appoggio di Jeremy Corbyn al processo di uscita dall’Unione Europea. Honda ha annunciato che chiuderà l’impianto di Swindon, l’unico sito produttivo della casa automobilistica giapponese nella Ue che produce il modello Honda Civic. Honda è l’ultima in ordine temporale ad abbandonare il Regno Unito. Panasonic e Sony hanno deciso di trasferire le proprie operazioni ad Amsterdam, Nissan ha annunciato l’intenzione di cancellare il progetto di fabbricare i Suv a Sunderland nonostante le assicurazioni del governo britannico.

Tornando all’Italia, il sottosegretario alla presidenza del consiglio della Lega, Giancarlo Giorgetti, ha detto che il governo verificherà “nei prossimi mesi” se servirà una manovra correttiva per rispettare gli obiettivi di deficit e debito concordati con la Commissione europea.

PRAET: SUI TLTRO DECISIONE A INIZIO MARZO

I mercati sono concentrati sulle conferme che sono in arrivo nuovi prestito Tltro della Bce. Dopo l’anticipazione di Benoit Coeuré e le parole di altri banchieri centrali europei ieri è stata la volta di Peter Praet. L’economista capo Bce che presto sarà sostituito dall’irlandese Philip Lane, ha detto che l’istituto centrale farà una valutazione sulle condizioni del credito in occasione del consiglio di marzo, quando verranno presentate le nuove stime trimestrali dello staff su crescita e inflazione.

In questa cornice il mercato secondario ha vissuto una seduta positiva ma dai volumi modesti per l’assenza degli investitori Usa.

LO SPREAD SCENDE A 266. IN ARRIVO UN NUOVO DECENNALE

Dai 268 punti base in apertura lo spread tra Btp e Bund sul tratto a dieci anni è sceso a 266. Il rendimento del decennale è sceso al 2,77%.

Ad approfittare dell’impostazione favorevole della domanda è stata la Francia, che ha annunciato a metà seduta, l’emissione di un nuovo benchmark maggio 2050, vale a dire un trentennale ‘lungo’, da collocare tramite sindacato bancario.

Anche al netto di questa operazione la settimana è assai impegnativa: l’ufficio studi Unicredit calcola per la zona euro un’offerta lorda tra 20 e 23,5 miliardi, contro titoli in scadenza per 16 miliardi di carta tedesca, oltre a 500 milioni di cedole da Austria, Germania e Irlanda.

ANCHE CIPRO TORNA SUI MERCATI

Si muove anche Cipro, che ha annunciato un’emissione a scadenza 15 anni.
Venerdì sera a mercato chiuso, con il comunicato sulle aste a medio e lungo termine di fine mese, il Tesoro dovrebbe annunciare, secondo Reuters, un nuovo Btp decennale, in linea al piano di emissione trimestrale.
Sempre venerdì, però, verrà comunicato l’aggiornamento del rating Italia da parte di Fitch (oggi BBB).

L’atteggiamento della Bce è all’origine anche del rally in Piazza Affari del comparto bancario, salito dell’1,71%. Da inizio anno l’incremento è del 10% contro il +7% dell’indice europeo. Oltre all’effetto dei nuovi rifinanziamenti dei presiti giova il generale superamento dei parametri minimi di patrimonio (CET1 ratio SREP) richiesti dalla Banca Centrale Europea alle banche italiane nell’ultimo test di metà febbraio.

BANCHE ITALIANE IN RALLY: +10% DA INIZIO ANNO

Il titolo migliore è stato Ubi Banca (+3,9%). L’istituto ha lanciato un covered bond con scadenza 25 settembre 2025 da 500 milioni di euro. Gli ordini hanno superato i 2,7 miliardi.

Bene anche Unicredit (+3,15%): Goldman Sachs ha alzato il target a 18,20 euro (Buy).

Intesa San Paolo +0,88%. In controtendenza Bper che cede lo 0,4%. La scorsa settimana l’istituto ha comunicato l’acquisto di Unipol Banca e della quota della Fondazione Banco di Sardegna nell’omonimo istituto sardo. FinecoBank +1,5%, segna nuovi massimi da ottobre.

CONTINUANO GLI ACQUISTI SU TIM

Altra grande protagonista della seduta Tim (+3,19%). Ieri il vicepremier Luigi di Maio ha detto che il governo è favorevole alla creazione di una rete unica, purché il progetto venga portato avanti attraverso un’operazione di mercato.

Avanza anche Mediaset (+3,34%): per i broker l’allungo è legato ai costanti acquisti di Fininvest e le rinnovate voci di fusione con Mediaset Espana

Negativo il settore auto, sulla scia dei dati deboli sulle vendite in Cina e dei timori di dazi alle importazioni europee in Usa. Brembo (-1,27%) è la peggiore del listino principale davanti a Pirelli (-0,99%). Fca -0,17%.

AUTO IN FRENATA, LA JUVENTUS ACCELERA ANCORA

Non conosce invece ostacoli o soste la corsa della Juventus (+2,54%) in attesa della Champions League.

Da segnalare nel resto del listino l’impennata di Elica (+10,48%) e di Geox (+5%).

In rosso Gima TT (-4,72%): Mediobanca Securities ha abbassato il target price a 8,3 euro da 10,3, lasciando il rating neutral.

IL FATTO QUOTIDIANO VERSO L’AIM

Il Fatto Quotidiano ha avviato formalmente la procedura per la richiesta di quotazione all’Aim. Sarà messo in vendita il 25,7% rappresentato da azioni proprie. I proventi serviranno a supportare “la strategia di sviluppo digitale e data driven la diversificazione del portafoglio alla produzione televisiva e allo sviluppo della piattaforma di contenuti per la web tv Loft”.

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