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La Borsa frena ma non s’arresta e per Moncler è boom

Piazza Affari chiude in verde anche l’ultima seduta della settimana, +0,17%, 20.694 punti, nonostante le prese di beneficio sulle banche, la revisione al ribasso del pil 2018 da parte dell’Istat (+0,9% da +1%, in regresso da +1,6% del 2017) e il debito record al 132,1%. Sul Ftse Mib vince soprattutto il lusso made in Italy con Moncler, +11,06%, che ha chiuso i conti dello scorso anno con un utile in crescita del 33%. Acquisti anche sulla carta italiana: il rendimento del decennale scende lievemente, 2,74% e lo spread cala dell‘1,77% rispetto a ieri a 254.70 punti base. Piccoli passi, in un percorso che però resta accidentato: ieri infatti Moody’s ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2019 portandole allo 0,4%, dall’1,3% precedentemente indicato.

L’ottimismo perde smalto nel pomeriggio, ma la chiusura è positiva anche per Francoforte +0,75%, Parigi +0,47%, Londra +0,46%. Sotto la parità Madrid, -0,11%. Wall Street parte intonata e al momento gli acquisti sono spalmati su tutti i listini, favoriti dal fatto che, secondo Bloomberg, i negoziatori di Usa e Cina stanno lavorando a un accordo finale sui dazi da fare firmare a metà marzo ai presidenti Donald Trump e Xi Jinping.

La prima spinta al rialzo per i mercati è venuta questa mattina dall’Asia, dove le Borse hanno apprezzato la notizia che il peso delle aziende cinesi negli indici Msci, punto di riferimento per i grandi fondi d’investimento, quadruplicherà entro novembre. Inoltre si è tirato un sospiro di sollievo con i dati della manifattura cinese migliori di quelli dei giorni scorsi. Il Pmi Caixin di febbraio è risultato infatti in recupero, sui massimi da tre mesi. Poi la giornata è andata avanti sotto una pioggia battente di dati macro e non tutti incoraggianti. Contrastanti quelli provenienti dalla zona euro: inflazione in lieve progresso all’1,5%; disoccupazione al 7,8%, sui minimi dal 2008; indice Pmi manifatturiero sui livelli peggiori da luglio 2013. Negli Usa d’altra parte, a febbraio, l’Ism manifatturiero è sceso più del previsto, pur mantenendosi ampiamente sopra la soglia dei 50 punti, che separa l’espansione dalla contrazione.

In questo contesto il petrolio, partito incerto, è passato in rosso: Brent -1,9%, 65,05 dollari al barile; Wti -1,82%, 56,18 dollari. Anche l’oro però arretra e fa rotta verso 1300 dollari, muovendosi al momento in zona 1302,87 dollari l’oncia, -0,85%. Euro-dollaro sempre in area 1,137.

Piazza Affari è sostenuta da una corsa agli acquisti su Moncler, dopo i numeri 2018. In scia Ferragamo +1,58%. Fuori dal listino principale si mette in evidenza Ovs + 6,34%, anche a seguito della notizia che Tamburi Investment Partners sta trattando per rilevare il 17,8% di Bc Partners e per diventare primo azionista del rivenditore di abbigliamento.

Fra le blue chip chiudono in rialzo Pirelli +2,98%, Brembo +2,07%, Stm +2,12. In altalena Telecom, -0,67%. Cdp ha deciso di salire al 7,1%, mentre Vivendi chiarisce che è “totalmente contro” la separazione della rete.

Dopo i recenti guadagni arretrano Ubi -2,21%; Mediobanca -2,02%; Banco Bpm -1,69%; Saipem -1,95%.

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