I primi tre mesi dell’anno non potevano essere migliori per le Borse in America, in Giappone e in Europa. Wall Street colleziona ogni giorno record su record con l’indice S&P 500 che è salito del 9,85% e il Nasdaq Composite del 9,53%, il Giappone, che ha appena chiuso la stagione dei tassi negativi, registra un rialzo del Nikkei del 22,19% (miglior Borsa del mondo nel 2024) e nel Vecchio continente Piazza Affari, con un progresso del 13,15% da inizio d’anno, è la regina d’Europa davanti a Francoforte (+8,68%) e a Parigi (+8,07%). Eppure il taglio dei tassi, che nella seconda parte del 2023 ha alimentato le speranze e la corsa dei mercati, non c’è ancora. La Fed e la Bce li taglieranno, ma non prima di giugno e i tagli saranno minori del previsto: in America ne aspettavano 6 per il 2024 e invece non saranno più di 3 e per l’Europa il primo taglio dei tassi, come ha tenuto a precisare la Lagarde, non prenota i successivi. E allora che cosa alimenta l’euforia delle Borse che curiosamente – evento avvenuto solo 6 volte in 80 anni – si accompagna all’ottima salute dei titoli di Stato e addirittura al boom dell’oro e dei beni rifugio? Prima di tutto lo scampato pericolo: l’incubo della recessione è finito, la crescita è robusta in America e in Europa il rallentamento è stato più dolce del previsto e l’inflazione, malgrado qualche colpo di coda, sta calando.
Per la Borsa la crescita dell’economia e il calo dell’inflazione contano oggi più dei tassi
Agli occhi dei mercati finanziari la crescita economica e il calo dell’inflazione contano oggi più della riduzione dei tassi che viene dato per scontato ma è meno rilevante di un quadro macroeconomico soddisfacente e di aspettative che non cessano di alimentare la fiducia malgrado due guerre in corso di cui ancora non si vede lo sbocco. In pratica, come acutamente segnalava Il Sole 24 Ore nei giorni scorsi, è cambiato il paradigma dei mercati: oggi la crescita dell’economia e la discesa dell’inflazione valgono più di tutto.
La triade che da sempre sta alla base del rialzo delle Borse è tutta in campo: gli utili aziendali sono in crescita, come anche i nuovi piani industriali dei maggiori gruppi italiani hanno testimoniato, i tassi sono in discesa e le aspettative sono rosee. Se a tutto questo si aggiunge la dirompente novità dell’Intelligenza artificiale spiegare l’euforia delle Borse è un gioco da ragazzi, anche se a Wall Street i magnifici 7 si stanno riducendo a 4 per la frenata di Apple, Google e soprattutto Tesla. Ma a tutto questo va aggiunta l’abbondante liquidità che le banche centrali della Cina e del Giappone hanno rovesciato sul mercato.
In Borsa il rally fino a quando può continuare?
Può durare il rally? Qui ci vorrebbe la sfera di cristallo per rispondere e gli strategist più accreditati avvertono che una correzione, che può arrivare al 10% degli attuali valori di Borsa senza però essere devastante, ci può stare, ma ovviamente nessuno sa rispondere alla più importante delle domande: quando arriverà, se arriverà, la correzione? E sarà davvero soft? Considerando che in Italia ci attendono due mesi di ricchi dividendi, la probabilità che la correzione avvenga dopo è più alta.
Sell in may e go away varrà anche quest’anno? Insomma, prendi il malloppo e scappa a fine primavera? Non è da escludere ma in Borsa del doman non c’è’ certezza e, contrariamente alle paure che circolavano nella seconda metà dell’anno scorso, il 2024 sembra destinato ad essere ancora un anno felice per i mercati azionari e questo non spinge certo alla fuga. Però i Cigni neri che ci hanno preso in contropiede negli ultimi anni (dalla pandemia alle guerra) per non dire dall’inizio del secolo (dall’attentato delle Torri Gemelle al crollo della Lehman) ci insegnano che il pericolo è sempre dietro l’angolo. Abbassare la guardia sarebbe dunque azzardato ma meglio di così la primavera non poteva cominciare.