L’umanità teme la febbre da coronavirus invece le borse non sono mai state così bene. Al minimo accenno di calo dei contagi esse festeggiano
Anche oggi i listini europei chiudono in rialzo e Wall Street mette il turbo in avvio, con l’obiettivo di battere ogni record. S&P e Dow toccano nuovi massimi storici e gli energetici sono in grande spolvero. Il petrolio d’altra parte è in rally: Brent +3,1%, 55,69 dollari al barile; Wti +2,38%, 51,13 dollari, nonostante un rallentamento dopo il balzo delle scorte settimanali Usa.
Piazza Affari sale dello 0,7%, 24.861 punti base, ai massimi dal 2008, grazie alle banche che si apprezzano trascinate da Ubi +5,01%. Merito anche dello spread, che scende a 134 punti base (-3,55%), con il rendimento del decennale in calo a 0,93%. In mattinata il Tesoro ha assegnato 6 miliardi di Bot annuali spuntando un rendimento di -0,319%, in flessione di 8 punti base rispetto all’asta del mese precedente. Molto sostenuta la domanda, che si è attestata a 10,495 miliardi, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,75. Dal fronte politico si registra il via libera del senato al processo a Matto Salvini sul caso Gregoretti.
Nel resto d’Europa: Francoforte +0,86%; Parigi +0,83%; Madrid +0,51%; Londra +0,5%. Le notizie macroeconomiche non lasciano grande spazio all’ottimismo per la zona euro: secondo Eurostat a dicembre produzione industriale è scesa del 2,1%. I cali più ampi si sono registrati in Irlanda (-6,2%), Ungheria (-3,8%) e Polonia (-3%). Anche l’Italia è negativa, -2,7%. Ne soffre la moneta unica: l’euro scambia contro il dollaro a1,089.
Per il resto il sentiment dei mercati appare baldanzoso, soprattutto dopo che il presidente cinese Xi Jinping ha parlato di “evoluzione positiva” dell’epidemia, visto che il numero dei nuovi contagi da tre giorni a questa parte è in calo. Ciò, unito al fatto che le banche centrali si mostrano attente all’evolversi della situazione, incoraggia gli acquisti. C’è attesa per le dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell, oggi, per il secondo giorno, al Congresso. Passa quindi in secondo piano il fatto che i ricercatori cinesi vedano il picco dell’epidemia per fine febbraio, che l’Oms freni ogni entusiasmo sul vaccino prima di 18 mesi e che S&P Global avverta che “la velocità e la diffusione negli ultimi due mesi rappresentano un rischio per l’economia globale e il credito”. Un fatto che induce l’agenzia di rating a ridurre le previsioni del pil cinese dal 5,7% al 5%, stimando un impatto lordo globale sul 2020 dello 0,3%.
A dare manforte ai listini americani c’è anche una stagione delle trimestrali migliore delle attese e questo, mutatis mutandi, si può dire pure per Piazza Affari, almeno per le banche. Ubi, dopo i conti diffusi alcuni giorni fa e le previsioni al rialzo, prosegue la sua corsa. Si accodano Banco Bpm +3,68%; Bper +3,68%; Intesa +1,01%. In controtendenza Unicredit -0,37%. Fuori dal paniere principale Banca Popolare di Sondrio +7,1%; Mps +2,12%. Oggi, per la prima volta dal 2018, l’indice delle banche ha superato in seduta la soglia dei 10.000 punti.
Negli altri settori gli acquisti tornano sulla moda, Ferragamo +4,18%, in scia ai conti di Kering (+6,27% a Parigi).
Brilla la Juventus +4,12%, in fibrillazione sull’ipotesi di Messi. Bene Cnh +4,1%; Fca +3,73%; Pirelli +3,55%; Tenaris +2,35%; Saipem +2,6%.
Le vendite penalizzano le utility a partire dal Terna -1,25%. Fallisce il rimbalzo Finecobank -0,63%. Debole Nexi -0,41% dopo i conti.